Ha sorpreso tutta Italia nel 2015 quando accolse con una simpatica capriola il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno del suo insediamento al Quirinale: è Briciola, la cagnolina che i Carabinieri del 4° Reggimento a cavallo hanno adottato a marzo del 2014, mascotte dell'Arma.
La piccola meticcia aveva solo un anno quando è stata "arruolata" nel 2014 dai Carabinieri sotto l'ala protettiva del maresciallo Fabio Tassinari, capo Fanfara del 4º Reggimento a Cavallo. Oggi però Briciola può vantare una consolidata carriera nell'Arma e anche il grado di vicebrigadiere conseguito nel 2018: «Fa parte dell'esercito ma non svolge attività sul campo – spiega a Kodami il maresciallo Tassinari – È un cane di alta rappresentanza e ha ruolo molto importante per la trasmissione dei nostri valori».
Il destino di Briciola sembra scritto fin dalla nascita: «Ha diverse particolarità che la legano al Corpo: è nata il 5 giugno 2013, anno di fondazione dell'Arma e ha fatto il suo esordio ufficiale tra le nostre fila proprio nel giorno del bicentenario dell'Arma».
Un vero orgoglio per il IV Reggimento dei Carabinieri della Fanfara a cavallo che per consuetudine adottano un cane che vive in simbiosi con tutti i militari e in particolare con il suo conduttore, il Luogotenente romagnolo Tassinari. Ma per questo "mestiere" servono qualità non comuni: Briciola è dinamica e gioviale, ma anche molto seria e composta nelle occasioni formali, come quando il 3 febbraio del 2015 accolse per la prima volta il presidente Mattarella al Quirinale, concedendo una piccola capriola benaugurante al Capo dello Stato.
Sette anno dopo, Briciola ha avuto lo stesso compito ma con un'aggiunta speciale: una mantella rossa che per l'occasione è stata ornata con i gradi acquisiti durante la sua carriera. «Questo perché una volta che un cane viene assunto come mascotte ha una storia parallela a quella di un qualsiasi militare ed è quindi soggetta a promozioni», svela il Maresciallo.
Ma è della sua personalità, oltre che dei meriti che noi umani tendiamo a dare ai cani, che il Maresciallo tiene a sottolineare: «È un cane straordinario non teme né i cavalli né la musica e sono caratteristiche fondamentali per la mascotte di un Reggimento come quello della Fanfara a cavallo! Altri cani purtroppo non si sono rivelati adatti a questa vita o perché non sopportavano la musica o perché avevano troppa paura dei cavalli. Lei è rimasta con noi ma tutti dopo il periodo di prova sono stati comunque adottati da membri del Reggimento e rientrati nei ranghi civili».
Briciola infatti non è il primo cane mascotte: dagli anni Settanta a oggi diversi soggetti hanno fatto parte del Reggimento, a partire dalla più famosa Trombetta.
Non solo Briciola: gli altri cani mascotte dei Carabinieri a cavallo
La storia delle mascotte del 4° Reggimento dei Carabinieri a cavallo inizia a Napoli, dove i militari si trovavano per il carosello storico, cerimonia militare durante la quale si eseguono figure di abilità equestre con l'accompagnamento dalla Fanfara. Spiega il Maresciallo: «Erano gli anni Settanta quando uno "scugnizzo" che lavorava all'Ippodromo di Agnano si è avvicinato all'allora comandante Domenico Di Martino con un cucciolo tra le braccia: "Vi porterà fortuna", disse il ragazzino, porgendogli l'animale». Quella piccola meticcia era Trombetta, il primo cane mascotte dei Carabinieri.
Da quel momento è d'obbligo che la cagnolina che accompagna il reggimento sia rigorosamente meticcia e regalata. «Per noi è importante che non si tratti di un cane di razza perché l'Arma non vuole privilegiarne una in particolare, inoltre vogliamo sensibilizzare sull'importanza di adottare gli animali provenienti dai canili», sottolinea Tassinari.
Trombetta inizia così a seguire la Fanfara e il 4° Reggimento a cavallo quando si spostava e a lei si deve il ritorno in auge di una tradizione che ha radici antiche: «Quella delle mascotte è un'usanza che aveva l'esercito inglese dei primi del Novecento. Piacque molto agli europei continentali e l'adottammo anche noi italiani. Oggi tutti l'hanno persa, compresi i britannici, e gli unici che portano aventi questa consuetudine siamo proprio noi», evidenzia il responsabile della Fanfara a cavallo.
Prima dell'arrivo di Trombetta esistevano i "cani di scuderia" che si occupavano di vegliare sui cavalli e che vivevano con i militari, come testimoniano anche alcune opere d'arte come la statuetta in bronzo realizzata da Stanislao Grimaldi nel 1886 che raffigura un Carabiniere a cavallo accompagnato da un cane.
Dall'arrivo della meticcia di Napoli il ruolo del cane accanto al Carabiniere però cambia definitivamente, assumendo il carattere che ha oggi: «Siamo sicuri, grazie alle testimonianze storiche, che c'erano altri cani che partecipavano alla vita del Reggimento, ma nessuna con il valore di Trombetta. Dagli anni Settanta in poi il cane del nostro Reggimento acquisisce valore di beniamino e portafortuna, parte integrante di tutte le nostre attività e non più relegato alla guardiania nella stalla».
Anche se è lei a inaugurare una nuova stagione per la sua specie nell'Arma, non si può certo dire che Trombetta fosse una militare ligia alle regole: «Per amore ha disertato parecchie volte: ha avuto anche dei cuccioli con Maradona, il cane del secondo squadrone dei Carabinieri, chiamato così perché riusciva a dribblare tutti quando si giocava con la palla», svela il Maresciallo.
Erano gli anni Ottanta, il Napoli scalava i vertici del campionato di calcio e Trombetta dava alla luce la femmina Semicroma e il maschio Tamburrino, entrambi insofferenti alla vita militare e presto "riformati".
Nel novembre del 1988 Trombetta ha prestato servizio per l'ultima volta, morendo l'anno successivo e lasciando un grande vuoto tra i Carabinieri e nella popolazione che aveva imparato a conoscerla ed apprezzarla durante le occasioni ufficiali. Un sentimento così diffuso che il poeta romanesco Giorgio Roberti le ha dedicato un sonetto d'addio.
Bisognerà aspettare il 1989 per avere una degna erede di Trombetta: «Un appuntato ha portato Birba al reparto, sempre una meticcia e sempre femmina, com'era ormai di usanza. Per circa 7 mesi ha vissuto con Trombetta dalla quale ha potuto imparato il mestiere. Era coccolona e aveva un carattere molto dolce e tranquillo», ricorda Tassinari.
Dieci anni dopo Birba muore per cause naturali. Dalla sua scomparsa si apre una lunga parentesi priva di mascotte fino all'arrivo di Lady. «L'ho conosciuta nel 2001 – racconta il Maresciallo – quando sono entrato nel 4° Reggimento e abbiamo sfilato fianco a fianco fino al 2011, quando ha raggiunto l'età della pensione».
Una carriera lunga, costellata anche di tanti episodi divertenti, speso originati dal carattere curioso e ribelle della Lady del Reggimento: «Una volta – dice Tassinari – siamo andati in Rai in occasione della maratona Telethon. Tutto bene fino a quando, fuori onda, non troviamo più Lady. Usciamo a cercarla e poco lontano sentiamo il suo abbaiare provenire da un'abitazione: aveva aperto la carraia automatica ed era entrata nel giardino di un condominio portando non poco scompiglio», dice divertito.
Ma il pensionamento si avvicina anche per la terza mascotte del Reggimento: «Negli anni 10 del Duemila l'età di Lady era troppo avanzata per portarla con noi in giro per l'Italia durante le manifestazioni ufficiali – ricorda Tassinari – tuttavia ci sembrava poco corretto sfilare con un'altra mascotte mentre lei era in vita. Le perplessità sono state superate grazie al sostegno dei cittadini che suoi social chiedevano di poter vedere di nuovo un cane con i Carabinieri a cavallo».
Ancora una volta però si tratta di una ricerca non facile e a lungo infruttuosa, fino all'arrivo di Briciola nel 2014: «Come fu per Trombetta anche in questo caso la cucciola fu donata da una famiglia in maniera non pianificata, semplicemente un giorno me la misero tra le braccia – fa sapere Tassinari – L'entrata in servizio non era affatto scontata dopo l'adozione e all'inizio avevo paura di affezionarmi a lei. Io avevo visto in prima persona quanto il carattere e la predisposizione del cane facciano la differenza nel ruolo di mascotte: già Stella e Rullo, i precedenti pretendenti, non ce l'avevano fatta perché avevano paura dei rumori forti o dei cavalli».
Briciola però non ci mette molto a conquistare la fiducia dei militari e il cuore dei cittadini, vincendo l'iniziale diffidenza del Luogotenente, che oggi è il suo più stretto compagno umano: «Briciola è incredibile: non ha paura di interfacciarsi con animali molto più grandi di lei. Anzi, come si vede nelle immagini dell'insediamento, ha un rapporto molto tranquillo con i cavalli del Reggimento romano e, inoltre, ama la musica».
Briciola: piccola grande Carabiniera!
Briciola vive nella caserma dei Carabinieri a cavallo del 4° Reggimento di Tor Quinto, a Roma, ma gran parte del suo tempo lo trascorre con il Luogotenente Tassinari, che è a tutti gli effetti il suo umano di riferimento: «Metà del tempo lo passa a casa con me, per il resto Briciola è libera di muoversi per la caserma come vuole: ha un'anima e agisce secondo il suo carattere e i suoi desideri».
Briciola è così importante per il 4° Reggimento da aver spinto i Carabinieri a mostrare la sua "casa" dalla sua prospettiva grazie all'aiuto di una telecamera GoPro posizionata sul dorso.
Nonostante il carattere indipendente Briciola è molto legata al Capo della Fanfara, il quale è a tutti gli effetti il suo pet mate: «Quando ci sono io mi segue ovunque. I problemi arrivano quando bussa alla mia porta e non mi trova: in qual caso mi nasconde i guanti, che ritrovo dopo giorni, oppure mi fa cadere le penne e i fogli dalla scrivania. Lo interpreto come un suo modo di farmi sapere che lei era lì e io non l'ho curata».
La giornata di Briciola nella caserma romana inizia alle scuderie dove alle 7.30 precise attende i sui colleghi per partecipare all'alzabandiera, la cerimonia che in tempi prepandemici dava inizio alle quotidiane operazioni del reggimento e che oggi vede la partecipazione di molti meno militari: «Si metteva lì davanti a noi ed era come se desse anche lei gli ordini. Anche adesso quando ci saluta si vede che riconosce tutti: ci corre incontro saltando per leccarci e avere una carezza».
La routine di Briciola nel 4° Reggimento
La vita del 4° Reggimento a cavallo si divide in due momenti fondamentali: le prove di musica e l'attività a cavallo. E proprio l'unisono di queste due componenti rende il Reggimento famoso in tutto il mondo: «La Fanfara a cavallo è il più antico complesso musicale dei Carabinieri, l'Arma stessa nasce a cavallo – sottolinea Tassinari – La nostra Fanfara a cavallo è composta da soli ottoni e percussioni, una formazione interessantissima, siamo solo noi e i bersaglieri ad avere questo organico. Inoltre, le fanfare a cavallo in Europa sono solo cinque e l'anno scorso questa peculiarità ci è valsa l'invito alle celebrazioni del 69esimo anno del regno della Regina Elisabetta in Inghilterra».
Anche la vita di Briciola è scandita dalle ore dedicate alla musica e quelle in compagnia dei cavalli: «Nonostante i decibel molto alti per il fine udito di un cane, lei non ha difficoltà: resta con noi seduta ad ascoltarci in sala prove. Quando andiamo a cavallo ci segue, soprattutto se usciamo nelle giornate estive, altrimenti resta nella sua cuccia o in giro per la caserma. Quando viene con noi al maneggio conosce già quali sono i posti in cui non passano i cavalli e lì continua i suoi giochi, per lei, infatti, è tutto un gioco».
La vita in caserma ruota attorno agli animali anche grazie ai progetti di ippoterapia che i Carabinieri conducono in favore dei giovani con disabilità grazie al sostegno delle associazioni del territorio e in collaborazione con l'Asl di Roma.
«Gli animali per noi sono la prima cosa, tanto che abbiamo un giorno a settimana, la domenica, dedicata solo ad accudire i cavalli. Il rapporto uomo-cavallo è importante per la buona riuscita del nostro lavoro, e l'impegno è sempre teso a salvaguardare la salute e il benessere del nostro compagno equino», rileva il Maresciallo.
Per entrare in questo Reggimento serve un profondo amore anche per gli animali mentre quello per la musica è necessario, ma non basta: «Proponiamo di entrare agli studenti in accademia che sono in grado di suonare gli strumenti che ci interessano, ma molti dicono no perché è difficilissimo suonare a cavallo – spiega Tassinari – Una volta che si sale e non si hanno i piedi per terra si perde quel rapporto spazio-tempo fondamentale per suonare. Si fatica addirittura ad andare a ritmo: la stessa melodia, suonata sul dorso del cavallo, prende il ritmo di un altro essere vivente».
In questa quotidianità Briciola si rivela un elemento essenziale per la coesione del gruppo, capace di portare il buonumore con un salto e la richiesta di una carezza. Uno spirito positivo che i Carabinieri sperano di infondere anche in vista del ritorno di Mattarella al Quirinale: «Essendo la nostra portafortuna, con la sua presenza l'Arma vuole augurare un fortunato insediamento al Presidente della Repubblica», conclude Tassinari.