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17 Febbraio 2024
13:00

È vero che i fenicotteri si bucano la testa?

Qualche anno una foto che aveva come soggetto due fenicotteri aveva impressionato diversi utenti dei social, prima di divenire un'importante fonte di dibattito e di divulgazione durante i mesi della pandemia.

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No: i fenicotteri non si bucano la testa. Qualche anno fa, poco prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, una foto sconvolse diversi utenti che erano iscritti nei social. Questa foto riprendeva due adulti di fenicottero rosa  (Phoenicopterus roseus) intenti a nutrire il loro piccolo, mentre apparentemente uno dei due bucava la testa all'altro, facendo sgorgare un'inquietante rivolo di sangue rosso dalla sua testa. Secondo molti questo gesto faceva parte del comportamento naturale della specie, visto che il sangue era molto nutritivo e questi uccelli non riuscivano a imbeccare bene i loro piccoli.

Fortunatamente questa spiegazione è in realtà una vera e propria fake news. Come hanno infatti cominciato a spiegare vari esperti, nei giorni successivi alla pubblicazione, i fenicotteri non si bucano la testa né danno da mangiare ai loro piccoli il loro sangue, che tra l'altro non è così scuro.

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Inoltre, per quanto sia difficile spiegare l'origine di questa foto e cos'abbia portato i due esemplari a mettersi in questa posa, non è neppure vero che il maschio picchietti la testa della femmina per far sgorgare il sangue, come suggerito da altri utenti sempre in quei giorni.

In verità il liquido dal coloro rosso che sembra sgorgare dalla testa del fenicottero è il latte del gozzo, una secrezione prodotta da questi uccelli, molto ricca di proteine, che usano per nutrire i loro piccoli. Come è possibile notare nell'immagine allargata, entrambi gli esemplari stanno inoltre compiendo la stessa operazione. Peccato che uno dei due genitori ha mal riposto la sua attenzione, sbagliando dove riversare il latte e mancando completamente la bocca del piccolo (nutrito dall'altro esemplare).

Nei prossimi paragrafi spiegheremo meglio da cosa è composta questa sostanza e come mai risulta un adattamento efficiente contro uno dei problemi più gravi che colpiscono gli ambienti in cui vivono questi splendidi uccelli: la salinità.

Il latte del gozzo

Fenicotteri rosa all'oasi Lipu di Ostia
Fenicotteri rosa all’oasi Lipu di Ostia (foto di Nicola Protani)

Gli ambienti in cui abitano i fenicotteri sono generalmente salmastri e ricchi di sali. Gli adulti riescono a resistere a questa salinità, sviluppando un sistema escretore molto efficiente che gli consente di eliminare i sali in eccesso e di continuare a cibarsi delle colonie di gamberetti che proliferano nell'aree umide da loro visitate. I piccoli tuttavia non possono cibarsi come gli adulti, non solo perché devono ancora imparare a riconoscere le prede e a filtrare l'acqua mentre l'inghiottano, ma anche perché il loro corpo non è ancora pronto per eliminare grandi concentrazioni di sali.

Per quanto siano capaci di muoversi qualche giorno dopo la nascita, quindi, i pulcini di fenicottero dipendono dai genitori per quanto riguarda il nutrimento composto però da cibi molto salati. Per ovviare a questo problema l'evoluzione li ha portati ad introdurre un'innovazione: visto che i genitori non possono semplicemente rigurgitare come fanno altri uccelli il contenuto del loro stomaco all'interno della bocca dei loro pulcini, producono il latte del gozzo, un composto da ricche sostanze nutritive e povero di sali.

Il latte del gozzo è composto principalmente dalle cellule epiteliali della gola del fenicottero che una volta stimolati dalla prolattina – lo stesso ormone che induce nei mammiferi di produrre il latte – crescono di dimensioni e di numero, staccandosi dalla parete del gozzo. Le cellule epiteliali del gozzo di solito formano uno strato sottile di una decina di cellule di spessore, sopra lo strato basale. Man mano che le cellule maturano, si allontanano in direzione verso il lume, subendo un processo di alterazione che li porta ad arricchirsi di ferro, lipidi, proteine e di altri elementi.

A differenza del latte dei mammiferi, il latte di questi uccelli è privo di zuccheri e ha la consistenza del formaggio fuso, per via dell'alta concentrazione di prolattina e ha questo colore per via dei pigmenti che i fenicotteri assumono mangiando costantemente gamberetti ricchi di carotenoidi, i quali si concentrano sull'intera superficie dell'animale, anche interna (di natura i fenicotteri dovrebbero essere bianchi). Entrambi i sessi possono produrlo e, secondo alcuni studi, il latte del gozzo è costituito per il 60% da proteine e per il 40% da lipidi durante i primi giorni di sviluppo del pulcino, per poi variare leggermente nei giorni seguenti.

Anche i piccioni, con cui sono imparentati i fenicotteri, producono una sostanza simile, che sembra essere divenuta un importante vantaggio evolutivo per il loro gruppo, consentendo a tutti i genitori di nutrire i loro piccoli anche nelle condizioni ambientali più disperate.

Anche i fenicotteri allattano i piccoli?

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Compreso cos'è il latte del gozzo e come fanno questi animali a produrlo, bisogna ora capire come fanno gli adulti a darlo ai loro figli.

I pulcini di fenicotteri sono istintivamente attratti dal becco dei loro genitori e l'adattamento li ha portati a picchiettarne la punta quando hanno fame. Per tutta risposta i genitori, che producono costantemente il latte finché i piccoli non vengono svezzati, hanno l'istinto di abbassare la testa e versare delicatamente questa sostanza dentro la bocca dei figli, in modo analogo a quanto visto in diversi altri uccelli.

Considerando però che in questo caso "il cibo" è prodotto da loro, molti scienziati hanno cominciato a considerare i fenicotteri (e diverse specie di piccioni) come degli uccelli in grado di allattare e svezzare i loro piccoli, in maniera simile a quanto visto con i mammiferi e la nostra specie.

Dopo le prime settimane di vita, i fenicotteri vengono solitamente alimentati con una miscela mista di latte e di semi, per poi essere abituati a cominciare a mangiare gamberetti, tra cui l'Artemia salina, dall'età di 18 giorni.

Probabilmente, nella foto che ha suscitato lo stupore tra gli utenti dei social, uno dei due genitori era intenzionato a nutrire il proprio piccolo, prima di essere interrotto o sostituito dal partner, mentre ancora aveva un po' di latte da versare dentro il becco.

Grazie a questo gesto, i pulcini di fenicottero si sviluppano velocemente, maturano i loro organi interni così che possano resistere alla salinità delle acque in cui andranno a cacciare le prede, e crescono in fretta, abbandonando la tutela dei genitori entro i primi mesi di vita per far parte della colonia.

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Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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