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17 Giugno 2023
10:30

Verme marino australiano trovato nel porto di Civitavecchia: è la prima volta in Italia

Nove esemplari di Laonome triangularis sono stati raccolti nelle acqua antistanti lo scalo, considerato un hotspot di bioinvasione: questi vermi erano stati documentati soltanto in Turchia, nel 2009.

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Un esemplare di verme marino originario dell’Australia è stato individuato per la prima volta in Italia in un’area adiacente al canale d’ingresso del porto commerciale di Civitavecchia. A fare la scoperta, a inizio maggio, gli operatori di Arpa Lazio nell’ambito del progetto SeAlien, iniziativa finalizzata a individuare e identificare specie aliene e microplastiche lungo le coste del Lazio per comprenderne l’impatto sulle risorse biologiche e la biodiversità.

Gli operatori hanno raccolto, nello specifico, 9 esemplari di Laonome triangularis, un polichete appartenente alla famiglia dei sabellidi che nel Mediterraneo è considerata specie alloctona o aliena, e specie invasiva vista la capacità di adattarsi ai nuovi habitat. E che, come tutte le specie aliene, pone diversi rischi a carico della biodiversità, dall’alterazione degli ecosistemi marini alla modifica della struttura degli habitat costieri.

Come detto, l’osservazione da parte dei tecnici di Arpa Lazio rappresenta la prima segnalazione in Italia di questa specie, che aveva fatto la sua apparizione nel Mediterraneo nel 2009, in Turchia, ed è attualmente considerata invasiva lungo le coste orientali, ma non era mai stata riscontrata nella parte occidentale del bacino. Gli esemplari di Civitavecchia, di lunghezza variabile tra 16 e 18 millimetri, sono stati raccolti in un’area a fondale fangoso/sabbioso a circa 22 metri di profondità, lo stesso tipo di habitat che questa specie di vermi marini ha dimostrato di prediligere anche in Australia e Turchia.

Il ritrovamento è stato documentato in modo approfondito anche sulla rivista Diversity, dove si sottolinea come il Mediterraneo sia una delle aree più colpite dalle invasioni biologiche in cui il numero di specie alloctone segnalate è costantemente aumentato negli ultimi anni. La principale causa di questi arrivi è il traffico marittimo, sia tramite il biofouling, ovvero organismi incrostanti rimasti attaccati allo scafo o ad altre parti delle imbarcazioni, sia tramite le acque di zavorra, in cui sono presenti organismi (batteri, alghe, piccoli invertebrati, uova e larve) che possono quindi essere introdotti in un nuovo ambiente, nel porto recettore o in acque limitrofe.

Negli ultimi anni molte specie aliene e invasive sono state segnalate nel porto di Civitavecchia, considerato, come altri porti, hotspot di bioinvasione, costituendo l'area iniziale di insediamento di specie aliene e invasive. È anche per questo che è stato avviato il progetto SeAlien, promosso dall’Istituto per lo Studio Degli Impatti Antropici e Sostenibilità in Ambiente marino del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAS CNR) e finanziato dalla Regione Lazio attraverso la Misura 1.40 del FEAMP Lazio 2014/2020.

Obiettivo generale del SeAlien, provare a colmare un’importante lacuna conoscitiva lungo le coste laziali in merito a due problematiche emergenti, le microplastiche e le specie aliene, che possono avere serie ripercussioni in termini ecologici, economici e sociali, e anche di promuovere una maggiore consapevolezza del problema, estesa anche a diverse realtà legate all’economia del mare, che rischiano di esserne le prime vittime.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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