Una ventina di avannotti sono stati salvati e rimessi in libertà dopo essere stati estratti dal ventre di un verdesca ormai morta sulla spiaggia di Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco in Sardegna. Protagonista della vicenda un veterinario della zona, Giuliano Rovere, che dopo aver recuperato i piccoli li ha subito rimessi in mare, assicurando così la loro sopravvivenza.
Conosciuto anche come squalo azzurro, la verdesca appartiene al genere Prionace (Prionace glauca) e abita in acque profonde temperate e tropicali in tutto il mondo. Qualche esemplare non disdegna di avvicinarsi sotto costa anche in Sardegna ed è una specie non considerata pericolosa per l’uomo.
«Sono state fatte ricostruzioni non corrette della vicenda. La verità è che la mattina del primo maggio sono arrivato sul posto incuriosito da una foto inviatami da alcuni amici- racconta a Kodami il veterinario protagonista del salvataggio – Nell’immagine appariva una verdesca spiaggiata, circondata da una piccola folla. Mi sono avvicinato a lei e, guardandola bene, mi sono accorto che era incinta, perché avevo visto una codina spuntare dal suo ventre. La verdesca era già morta, penso da tempo, perché i suoi occhi erano bianchi, ormai. Così, istintivamente, ho iniziato ad afferrare ogni piccolo dalla coda ed estrarlo. Pensavo fossero morti, invece erano tutti vivi. Uno di loro, posto in posizione di uscita frontale, mi ha anche dato un bel morsetto… del resto è nella loro natura!».
L’esperienza è intensa e il veterinario spiega il tipo di intervento che ha dovuto affrontare: «Gli avannotti saranno stati circa una ventina in tutto. Man mano che li estraevo, li gettavo in mare per ossigenarli. Ho visto che piano piano, dopo qualche incertezza, i piccoli pesci riprendevano vitalità in acqua, e si avviavano verso il mare aperto».
La femmina di verdesca era di circa due metri di lunghezza. «Aveva lo stomaco estroflesso – racconta Rovere – Sulla sua morte posso fare solo qualche ipotesi, come quella che possa essere finito in qualche spadara». Si tratta di reti ancora utilizzate per la pesca del pesce spada, presente tra le isole di Sant’Antioco e Carlo Forte, molto pericolose anche per altre specie marine protette come le tartarughe e i cetacei.
Il veterinario sottolinea anche che, nonostante la madre fosse deceduta da diverso tempo, i piccoli sono sopravvissuti in quanto «la sua camera gestazionale contiene un liquido che permette una certa autonomia di vita, anche di 24 ore». Non essendo la verdesca un mammifero, inoltre, i piccoli non hanno bisogno di essere nutriti dalla madre e possono contare sin da subito sul plancton marino per la loro sopravvivenza.
Dopo il salvataggio degli avannotti sono arrivati sul posto anche i rappresentanti del Corpo forestale dell’Ispettorato di Iglesias. Diverse testate hanno ripreso solo il comunicato dei militari e il veterinario intervenuto ha dunque voluto parlare con Kodami per spiegare meglio il contesto in cui si è ritrovato ad agire prima, appunto, dell'intervento poi dei forestali.