Gli erpetologi di tutto il mondo stanno festeggiando una nuova scoperta: un grande team internazionale formato da specialisti provenienti dalle maggiori università e musei del mondo da anni sta affrontando un grande lavoro per chiarire la tassonomia delle rane del Madagascar. Il risultato dello studio è arrivato qualche settimana fa e gli esperti sono riusciti a nominare e descrivere 20 nuove specie, appartenenti al genere Mantidactylus e al sottogenere Brygoomantis.
L'articolo che hanno pubblicato su Megataxa ha da subito colto l'attenzione di molti naturalisti. Come gran parte degli zoologi del mondo sanno, il Madagascar è una frontiera per questa tipologia di ricerca, in quanto, dopo anni di disboscamento e di guerra civile le foreste che un tempo coprivano l'intera isola e fornivano l'habitat perfetto per milioni di animali, ora si sono ristrette in piccole fasce boschive, separate fra di loro. Riuscire dunque a colmare anni in cui la ricerca sull'isola si è fermata e identificare e scoprire nuove specie, per considerare il loro status di conservazione, è difficile.
Nuove specie in un'isola ricca di vita
Le specie del sottogenere Brygoomantis, che fino ad ora conteneva solo 14 specie, sono minuscoli anfibi marroni, con i maschi che sono noti per attirare le femmine attraverso sottili richiami. Secondo i campionamenti effettuati dagli zoologi sono molto presenti lungo i ruscelli delle umide foreste del Madagascar, o almeno in quelle che si sono salvate dalla deforestazione selvaggia e dalla coltivazione di palma da olio.
«I richiami in genere suonano come una porta che scricchiola o uno stomaco che gorgoglia», ha detto l'autore principale dello studio, Mark D. Scherz, curatore ed erpetologo presso il Museo di storia naturale della Danimarca. «Trovare, registrare e catturare individui che effettuavano questi richiami è una vera sfida, ma si è rivelato di fondamentale importanza per la scoperta e la descrizione di queste numerose nuove specie».
Scherz ha un suo sito personale, che ha aggiornato costantemente nel corso degli anni riguardo al lavoro che svolge come curatore di museo ed erpetologo e qui che sono presenti i migliori commenti sulla scoperta: «Il punto di partenza, come per la maggior parte del lavoro tassonomico, era esaminare le specie che erano già presenti in questo gruppo – afferma Scherz, parlando delle difficoltà iniziali – Fino ad oggi, Brygoomantis aveva 14 specie riconosciute, ma 20 nomi "disponibili". Quindi, abbiamo dovuto esaminare molto del materiale associato a questi vecchi nomi, il più antico dei quali ha più di 140 anni!»
Questo è però un compito il più delle volte difficile nelle rane. Essendo infatti creature difficili da scovare in natura e spesso tenute in pessime condizioni nelle collezioni dei musei. Per questo è molto impegnativo confrontare esemplari dall'aspetto quasi identico che però potrebbero emettere richiami totalmente diversi e rappresentare specie separate.
Gli scienziati dell'equipe internazionale per identificare le specie hanno, dunque, utilizzato la "museomica", ovvero la estrazione e lo studio del DNA dal vecchio materiale museale, per permettere agli studiosi di conoscere il giusto numero di specie già presenti all'interno delle collezioni. Sebbene questo processo sia spesso difficile in quanto il DNA si degrada nel tempo e per quanto fosse comunque più semplice, rispetto alla estrazione del DNA da un organismo vivo da scovare nella foresta malgascia, sfruttando un metodo chiamato "DNA Barcode Fishing" gli scienziati sono riusciti a ottenere sequenze di DNA dalla maggior parte degli esemplari museali conservati, identificando come le diverse specie sono imparentate fra loro.
«Con tutti i 20 vecchi nomi delle specie assegnati, di cui solo 15 erano validi, rimanevano ancora circa 20 specie geneticamente, morfologicamente e/o bioacusticamente distinti. Quindi le abbiamo descritte tutte portando il numero totale di specie a 35» afferma Scherz.
Questo importante passo avanti nella tassonomia delle rane del Madagascar fa parte dello sforzo collettivo che stanno svolgendo gli erpetologi per descrivere tutte le specie che sono note alla scienza ma non ancora nominate. Sperando che molte di queste non facciano una brutta fine entro pochi anni a causa del cambiamento climatico, Scherz e i suoi colleghi ricordano come nel 2009 c'erano "solo" 244 specie di rane conosciute dal Madagascar, quando le stime erano comprese tra 373 e 465 specie in totale. Oggi sappiamo che le stime conducono ad un numero molto maggiore, ovvero 533, e che le specie attualmente descritte sull'isola sono 400.
Queste nuove scoperte incrementano notevolmente il valore di una biodiversità locale già fra le più ricche e apprezzate a livello accademico del mondo. Ci permettono anche però di comprendere quanto altro lavoro bisogna svolgere per avere un quadro complessivo di tutte le forme di vita che sono presenti sul Pianeta.