Vega era un Galgo, usata prima per la caccia alla lepre e poi come fattrice. Ha passato ben 6 anni di vita senza sapere cosa significasse essere "solo un cane", finché non sono arrivate Barbara e sua figlia Cecilia a donarle tutto l'amore di cui aveva bisogno. A raccontarci la sua storia è proprio Barbara, una nostra lettrice.
«È iniziato tutto nel 2014, quando il mio vicino di casa adottò un Greyhound. Ho compilato il modulo di richiesta d'adozione e l'ho tenuto sul desktop del mio computer per qualche mese. Poi mi sono decisa e l'ho inviato». Una scelta di adozione consapevole, perché scegliere di vivere con un cane cambia la vita e Barbara lo immaginava, anche se non avrebbe potuto ancora sapere quanto.
«Il 28 novembre del 2015 siamo partite io e mia figlia per Modena, dove sarebbe arrivata Vega. Un nome illuminante! Piango ancora oggi se ripenso all'emozione di quel momento − racconta Barbara − Scesa dal camion si è subito diretta verso noi: una meraviglia tigrata di 6 anni e qualcosa. Da lì è stato un crescendo di esperienze fatte insieme. Il parco di Monza è diventata la sua seconda casa e poi ogni weekend la portavamo con noi a fare lunghissime passeggiate in montagna. Un'anima dolce, splendida, rispettosa, un po' timida e riservata, ma più per le paure del passato che per carattere perché col tempo abbiamo scoperto anche la buffona che c'era in lei».
Le cicatrici dei traumi vissuti da Vega non si sono mai rimarginate del tutto, ma grazie all'amore e alla pazienza della sua famiglia la cagnolina è pian piano uscita dal suo guscio: «Non ha mai imparato a giocare come fanno gli altri cani e sinceramente poco ci importava, avevamo i nostri giochi», spiega ancora Barbara.
«L'ho amata tanto. L'abbiamo portata al mare e la prima volta è rimasta estasiata alla vista dell'alba, seguendo con lo sguardo il sorgere del sole e chiudendo quasi gli occhi per la troppa luce. Quante emozioni aveva perso in quella vita squallida cacciando la lepre, prendendo botte e facendo cuccioli su cuccioli? Ma il passato era passato e si doveva guardare al presente. Le corse sulla spiaggia, le carezze da tutti, i bambini che facevano a gara per fare un giro con lei e lei, che capiva, camminava piano guardandosi indietro per vedere se tutto fosse a posto e se io non l'avessi abbandonata!», ricorda commossa Barbara.
«È stato un Galgo straordinario, diversa da tutti. Dicono che i rescue non si possono liberare ed è vero, ma la fiducia e il lavoro fatto con lei mi hanno ripagata e siamo arrivati anche a questo».
Lo scorso anno Vega si è improvvisamente ammalata, continuava a inciampare, non riusciva più a fare le scale. La diagnosi è stata nefasta: artrosi degenerativa alle anche. Barbara e sua figlia Cecilia hanno immediatamente deciso di sottoporla alle terapie consigliate dal veterinario: «Abbiamo fatto di tutto per lei. A settembre del 2021 ha cominciato la cura con il cortisone, le abbiamo somministrato integratori, fatto massaggi, coccolata. L'ho presa in braccio per otto mesi, sei volte al giorno per fare quei maledetti sei scalini di ingresso − ricorda commossa Barbara − L'amore per lei mi ha dato una forza che non credevo di avere. Nell'ultimo mese di vita di Vega abbiamo vissuto le emozioni più intense. C'era una simbiosi pazzesca. Se n'è andata il 20 aprile lasciando un vuoto catastrofico, ma la consapevolezza di aver fatto di tutto per lei e di averle dato quei 7 anni in più che con tutta probabilità in Spagna non avrebbe avuto».