Un operaio edile di nome Ned sta effettuando dei lavori in una casa, in Australia, quando intravede qualcosa muoversi nei tubi: un animale nero e peloso si sta muovendo. Allarmato, guarda più attentamente e vede due piccoli occhi neri che lo fissano.
Molto probabilmente il piccolo intruso è entrato durante la notte in cerca di cibo, rimanendo poi bloccato. Ned prova a inserire la mano nel tubo per tirarlo fuori, ma senza successo. Così decide così di rivolgersi a un centro di soccorso per la fauna selvatica, il WIRES wildlife Rescue.
Il piccolo visitatore è un giovane esemplare di diavolo della Tasmania. All'arrivo dei soccorsi, i volontari inseriscono un asciugamano nel tubo, così che il cucciolo possa aggrapparcisi per essere poi tirato fuori. Il "diavoletto" quindi addenta l'asciugamano e con cautela riesce a uscire fuori.
Non c'erano tracce della madre nelle vicinanze, così i soccorritori lo hanno tenuto per qualche giorno per effettuare le cure necessarie prima del rilascio in natura.
Il diavolo della Tasmania appartiene alla famiglia dei Dasiuridi ed è un mammifero marsupiale: praticamente è un cugino alla lontana del canguro. Poiché per secoli è stato considerato un animale diabolico e dannoso, ci sono voluti tanti anni per far sì che si arrivasse a una classificazione scientifica. Il primo a farlo fu il naturalista inglese George Harris, che nel 1807 lo descrisse paragonandolo a un piccolo orso per via della loro somiglianza, da cui anche il nome di diavolo orsino. Poi nel tempo gli sono stati diversi altri nomi, finché nel 1841 Pierre Boitard non lo definì Sarcophilus harrisii, che letteralmente significa "amante della carne” e poi harrisii, “di Harris” in onore del naturalista citato prima.