Un furto da più di 1.000 euro, il danno subito per lo scasso e il dubbio di essere stato raggirato con la partecipazione involontaria di un insolito complice: un gatto. È quanto accaduto lo scorso sabato a Brindisi, dove il titolare di un negozio di videogiochi, il “Game Time” di via Cicerone, è stato vittima di un’incursione da parte dei ladri. Uno schema abbastanza comune, quello dei furti nelle attività commerciali, solo che questa volta a essere mandato in avanscoperta sarebbe stato un povero micio.
Si sospetta, infatti, che l’animale sia stato introdotto nel negozio poco prima della chiusura, forse con l’intento di verificare l’assenza di un impianto di allarme: «Poco prima del furto è capitata questa stranissima coincidenza – ha raccontato a Kodami Paolo Solimini, titolare di “Game Time” – alla chiusura mi sono ritrovato questo gatto all’interno. L’animale era malconcio, è difficile pensare che sia entrato nel locale da solo. È possibile che qualcuno lo abbia fatto entrare a negozio aperto».
Una ricostruzione rispetto alla quale non vi è certezza, in assenza di immagini a supporto, ma che comunque appare più che plausibile e rispetto alla quale stanno facendo le loro indagini anche i Carabinieri, presso i quali è stata sporta denuncia su quanto accaduto. Fatto sta che, proprio il giorno successivo, è arrivata l’amara sorpresa per il titolare del negozio: furto con scasso, con un bottino per i criminali di tre console, un monitor e tutti i contanti presenti in cassa.
L’episodio ha lasciato ovviamente l’amaro in bocca al malcapitato, che si è visto sottrarre con tanta codardia il frutto del proprio lavoro: «Siamo lasciati soli dalle istituzioni – ha aggiunto il titolare del negozio – viviamo in una città in cui si crede che rubare a persone oneste che lavorano dalla mattina alla sera sia la soluzione a tutti i mali».
In compenso il gattino ha trovato una nuova famiglia. In un primo momento Paolo aveva provato a segnalarne il ritrovamento attraverso degli annunci ma poi ha deciso di prenderlo con sé: «L’ho chiamato Ninja perché si nascondeva dentro – ha concluso – solo che in negozio non poteva stare. L’ho portato a casa con me». In fin dei conti, se è pur vero che l’animale non potrà aiutare a tracciare un identikit dei ladri, vale comunque il famoso detto: chi trova un amico trova un tesoro. Almeno una consolazione dopo questo spiacevole episodio.