In Canada la "questione coyote" è molto sentita, visto che questa specie è presente sul territorio anche molto vicino alle città. In particolare nella zona di Vancouver c'è un parco urbano, lo Stanley Park, della grandezza di 404,9 e i cui confini arrivano fino al centro storico della città. La provincia ha annunciato venerdì 3 settembre 2021 che è sul punto di intrappolare e uccidere 35 coyote che vivono nel parco, che è anche una delle attrazioni turistiche più popolari, e tutto ciò perché negli ultimi nove mesi sono stati segnalati circa 45 attacchi.
Per fermare la strage sono scesi in campo animalisti e associazioni ma anche personaggi pubblici, come il cantante Bryan Adams che attraverso un tweet ha detto il suo "no": «Abbattere i coyote a Stanley Park? Considerate l'effetto a catena rimuovendo una specie dal suo habitat naturale. Guardate cos'è successo quando hanno spazzato via i lupi a Yellowstone. Hanno dovuto ripopolare l'area per bilanciare l'ecosistema».
A gestire la fauna selvatica, in Canada, ci pensa il Ministero delle Foreste che prima di procedere con questo tipo di "approccio" ha dichiarato che tutte le azioni intraprese finora, comprese le chiusure notturne del parco e l'installazione di recinzioni, non sono state sufficienti per porre fine agli attacchi dei coyote. Sono stati presi in considerazione il trasferimento e la rimozione non letale ma secondo l'amministrazione locale il problema più grande è che gli animali sono stati abituati dalle persone a trovare cibo in zona e questo condizionamento ha determinato la loro vicinanza all'abitato urbano.
Gli animalisti da subito hanno espresso le loro preoccupazioni sui metodi attuati, definendo l'idea ora in campo di uccidere gli esemplari come disumana. Una petizione online, chiamata "Save Vancouver's Coyotes", ha raggiunto già più di 12.500 firme e un'attivista locale, Sarah Blyth, ha condiviso online un appuntamento per una "veglia" a favore dei coyote che si svolgerà a Stanley Park mercoledì 15 settembre dalle 10:00 alle 14:00.
I coyote sono classificati tra le specie a rischio minimo di estinzione, poiché sono riusciti a diffondersi dall’America del Nord all’America Centrale e nel 2013 sono stati avvistati anche in Sud America. E' una specie in continua espansione, grazie alla capacità degli individui di adattarsi egregiamente alle modificazioni ambientali dell’uomo. I coyote appartengono a una delle famiglie più importanti di carnivori, quella dei canidi di cui ci sono 36 taxa classificati in 13 generi, diffusi quasi in ogni parte del mondo. Volpi, dingo, lupi, sciacalli, coyote e vari altri cani selvatici occupano tutti i continenti tranne l'Antartide. Come spiegato dall'etologa Federica Pirrone, membro del comitato scientifico di Kodami, la disponibilità di cibo influenza la distribuzione e le dinamiche delle società dei canidi e dunque anche dei coyote.