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16 Agosto 2021
11:11

Usa: milioni di persone e animali domestici a rischio sfratto e eutanasia

A causa della pandemia in Usa si rischia che milioni di persone perdano la casa in assenza di una moratoria sugli sfratti. Le più importanti associazioni di animali lanciano l'allarme sul destino degli animali domestici: in Usa in molti Stati è ancora praticata l'eutanasia in canili e rifugi dopo un determinato periodo di tempo.

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La Corte d'appello degli Stati Uniti dell Distretto di Columbia dovrebbe pronunciarsi questa settimana sull'eventuale validità di una moratoria contro gli sfratti imposti dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. La Corte ha fissato un programma accelerato a seguito di un appello degli agenti immobiliari dell'Alabama e della Georgia contro una sentenza del giudice distrettuale degli Stati Uniti Dabney Friedrich. Il giudice ha rifiutato la richiesta dei proprietari di sospendere la nuova moratoria sugli sfratti dell'amministrazione Biden, anche se ha stabilito che il congelamento è illegale. Nell'emettere la sua sentenza, la Friedrich ha detto che «ha le mani legate» da una sentenza d'appello precedente.

Questa situazione non ha effetti solo sulle persone che vivono nelle aree interessate negli Stati Uniti ma anche sui loro animali domestici e la questione sta diventando di grande rilievo per l'opinione pubblica. Il Washington Post ha infatti pubblicato un lungo articolo con un focus proprio sulla questione animale.

Se le moratorie degli sfratti non andranno a buon fine, infatti, potenzialmente milioni di persone e famiglie perderanno il loro alloggio e così anche i loro animali domestici che potrebbero andare a riempire canili che sono già iper affollati: molti rifugi sono infatti già pieni. «Se si aggiungono gli sfratti, diventerà rapidamente un'emergenza», ha dichiarato al Washington Post Kristen Hassen, direttrice di American Pets Alive, organizzazione che lavora per impedire che gli animali da compagnia vengano uccisi nei rifugi. Sì, perché in molti Stati, ancora, si pratica l'eutanasia.

La gestione degli animali abbandonati, infatti, negli Usa si basa da sempre su un iter che prevede il recupero dalla strada per i randagi e la cessione di proprietà per i pet. Ma dopo un più o meno breve periodo in rifugio, in mancanza di adozione o del ricongiungimento con il proprio umano di riferimento, ecco che viene praticata la soppressione dell'animale. 

Un sondaggio di Apartments.com del 2014, riportato dal quotidiano newyorkese, aveva analizzato che su oltre 3.000 affittuari oltre il 70% possedeva animali domestici, con cani e gatti che costituivano la maggioranza. Anche se le ripercussioni della fine della moratoria degli sfratti non saranno chiare per mesi, i rifugi in tutta la nazione si stanno preparando per un'inondazione di animali domestici.

Il motivo per cui milioni di persone sono a rischio di sfratto è ancora una volta collegato alla pandemia da Covid-19. La nuova moratoria, che scadrà il 3 ottobre, è stata annunciata questo mese: la variante delta del coronavirus si è diffusa e gli Stati sono stati lenti nel rilasciare gli aiuti federali per l'affitto. Una nuova moratoria  fermerebbe temporaneamente gli sfratti nelle aree con "livelli sostanziali e alti" di trasmissione del virus e permetterebbe alle persone di non dover abbandonare i loro appartamenti e i loro animali.

Human Animal Support Services, un progetto di American Pets Alive, ha calcolato il numero di animali domestici che potrebbero essere colpiti dallo sfratto in ogni contea e secondo la loro analisi se arriva l'afflusso previsto e i rifugi sono ancora pieni, alcuni non avranno altra scelta che l'eutanasia. Sebbene l'American Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ASPCA) abbia affermato che un aumento delle consegne dei proprietari non è "evidente come tendenza nazionale", i rifugi in molti Stati condividono un messaggio identico: i canili sono pieni e le persone dovrebbero prendere in considerazione l'adozione.

Negli ultimi quaranta anni, però, il numero dei cani e gatti uccisi è andato progressivamente riducendosi: un'indagine condotta dal New York Times sui dati provenienti dai rifugi municipali delle principali 20 città del Paese, ha rivelato che nell’ultimo decennio i tassi di eutanasia degli animali domestici negli agglomerati urbani è sceso di oltre il 75%, e che la tendenza si estende, bene o male, all’insieme del Paese.

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