Un'altra femmina di orso è stata catturata e radiocollarata in Trentino. L'orsa è stata munita di radiocollare la notte del 4 agosto, nelle vicinanze della località Nembia, nel Comune di San Lorenzo Dorsino. Lo comunica il Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento.
L’animale è stato catturato dal Corpo forestale trentino con una trappola a tubo posizionata nei pressi di un’isola ecologica con cassonetti anti-orso, che era stata visitata da plantigradi nelle settimane precedenti. La trappola a tubo è una struttura in acciaio, solitamente del diametro di 1,20 metri, che con uno scatto consente di rinchiudere l’animale. Si tratta di una metodologia di cattura diffusa in nord-America per gli orsi, applicata per la prima volta in Italia proprio in Trentino nel 2011 per catturare l'orsa DJ3.
Questo stesso strumento è stato usato per tutte le catture, comprese quelle di JJ4, sia nel 2020 finalizzata all'applicazione del radiocollare, che 2023 per il trasporto al Centro Faunistico del Casteller, dove si trova ancora adesso in attesa del trasferimento nell'Alternativer Wolf and Bear Park della Foresta Nera, in Germania.
L'ingresso nella trappola a tubo consente anche agli operatori di recuperare alcuni campioni genetici finalizzati all'identificazione dell'orsa. Il materiale si trova già nelle mani degli esperti della Fondazione Edmund Mach.
La cattura e l'applicazione del radiocollare hanno destato le preoccupazioni degli attivisti per i diritti del Trentino, tra questi la LEAL che teme che questo modus operandi sia «finalizzato più che per la gestione dei plantigradi a renderli un più facile bersaglio al primo pretesto». Il riferimento è alla vicenda dell'orsa KJ1, abbattuta una settimana fa a pochi giorni di distanza dall'applicazione del radiocollare.
Gian Marco Prampolini presidente dell'associazione ha dichiarato: «LEAL esprime da molto tempo preoccupazione riguardo alla gestione degli orsi in Trentino perché le pratiche della Provincia di Trento sono più orientate a rendere gli orsi bersagli facili piuttosto che a garantire una gestione adeguata della specie. Una gestione irresponsabile che favorisce l'abbattimento degli animali piuttosto che la loro protezione e coesistenza con l'uomo».
L'abbattimento dell'orsa KJ1, la femmina più anziana della regione, non è infatti un episodio isolato, ma l'ultimo di una serie di interventi controversi che hanno caratterizzato la politica di gestione dei grandi carnivori in Trentino, cominciata con l'abbattimento lampo di M90 e rafforzato dalla legge provinciale "Ammazza-orsi" che consente l'abbattimento fino a 8 orsi all'anno considerati problematici dall'amministrazione provinciale.