Nei pressi di Harrismith, una grande città nella provincia del Free State in Sudafrica, si trova un santuario vasto quasi mille ettari che sta ribaltando il tradizionale concetto di zoo. Al Glen Garriff Conservation, che ospita circa 77 leoni africani nella sua riserva, sono infatti gli umani che vengono chiusi in gabbie per entrare nell'habitat dove i grandi felini vivono. In questo noto parco faunistico sudafricano i visitatori possono osservare i predatori solo attraverso delle strutture in plexiglass posizionate tra le praterie della riserva.
«Proponiamo questa esperienza da quasi due anni – ha dichiarato la direttrice del parco Suzanne Scott – La sicurezza sia dei nostri ospiti che dei grandi felini è la massima priorità». Con questo innovativo metodo di fruizione gli animali sono così liberi di scegliere se e quando avvicinarsi ai visitatori, che in cambio ricevono un'esperienza sicuramente unica e immersiva, ma che riduce allo stesso tempo lo stress e il disturbo per gli animali.
In questo modo gli ospiti umani appassionati di fotografia avranno anche la possibilità di scattare foto di rara bellezza, che possono valere per l'organizzazione senza scopo di lucro che gestisce il parco fino a quasi 200 dollari americani. Gli obiettivi della famiglia Shannon che gestisce il santuario vanno infatti ben oltre la gestione di un'impresa turistica di successo e consapevole. La loro mission infatti è quella di migliorare la conservazione, lo studio e la comprensione delle popolazioni di leoni in Sudafrica.
Essendo un santuario senza scopo di lucro finanziato esclusivamente grazie alle donazioni, con questo metodo alternativo i visitatori possono contribuire a sostenere l'enormi spese necessarie a mantenere tutti i leoni ospiti della riserva. La struttura ospita infatti felini provenienti da zoo e altri parchi faunistici che non possono più ospitarli e che necessitano di aiuto, e garantisce loro una nuova vita dignitosa in semilibertà. «Le gabbie coi visitatori offrono ai leoni un arricchimento sotto forma di stimolazione mentale e fisica, il che è molto positivo per tutti gli animali in cattività» ha dichiarato Suzanne Scott.
I primi leoni sono arrivati a Glen Garriff nel 2002, ben 100 anni dopo che gli ultimi due leoni selvatici sono stati uccisi a Platberg Mountain nel 1902. Ora grazie allo sforzo dello staff l'organizzazione è stata riconosciuta a partire dal 2015 come una società impegnata nella salvaguardia dei leoni in Sudafrica e presto ne ospiterà altri 17 che sono stati recentemente salvati da uno zoo che ha chiuso i battenti in Medio Oriente.
Questa nuova idea di "zoo al contrario" consente quindi sia di offrire a turisti e ai visitatori la possibilità di poter osservare gli animali da vicino, sia di portare avanti importanti attività di tutela e ricerca sui grandi felini senza comprometterne il benessere. Una strategia vincente e sicura per tutti, umani e leoni.