Le cronache internazionali la stanno definendo come una delle specie più pericolose ed invasive del mondo. Una creatura limacciosa, che dopo essersi espansa in Francia e in Europa, ha cominciato anche a devastare e invadere buona parte degli ecosistemi degli Stati Uniti, espandendosi in ben 30 diversi Stati, dalle Hawaii fino al Mississippi.
È il verme martello: una specie in grado di riprodursi dividendosi in due, come le planarie, e in grado di secernere un veleno simile alle tossine utilizzate dai pesce palla, per rendersi indigesti ai predatori. Un animale molto complicato da gestire, insomma, che si rende ancora più raccapricciante agli occhi degli umani assumendo dimensioni notevoli (oltre i 30 cm) e producendo talvolta dei grovigli in cui diversi esemplari si radunano per effettuare l'accoppiamento.
La sua espansione sembra impossibile da controllare. Non esistono infatti predatori naturali in grado di arginare la sua avanzata e spesso arriva in nuovi territori tramite la terra delle piante che vengono asportate in natura per essere inseriti in giardini o campagne.
«Sentir parlare dei vermi piatti con testa a martello e poi vederne uno nella propria tenuta genera una reazione viscerale – ha spiegato l’entomologo Matt Bertone, direttore della Plant Disease and Insect Clinic dell’Università statale della Carolina del Nord – I vermi martello sono particolarmente diffusi e comuni in tutti gli Stati Uniti, ma hanno un aspetto così estraneo che la gente tende a reagire alla loro vista in modo molto violento».
Gli esperti ci tengono a sottolineare però che per la maggior parte delle persone questo verme non risulta essere pericoloso poiché la tossina non riesce a passare tramite la pelle umana. Esso risulta tossico solo se l'animale viene ingerito. E anche qualora accidentalmente questo verme dovesse finire fra i nostri piatti, Bertone ha calcolato che bisognerebbe ingerirne parecchi, per cominciare a subire i sintomi dell'avvelenamento.
Se però questa tossina risulta così blanda, per dei vertebrati della nostra dimensione, perché nessun predatore cerca di nutrirsene? La ragione è semplice: questo verme si è adattato principalmente per difendersi nei confronti dei predatori di piccole e medie dimensioni, evolvendo una tossina che risulta essere più efficace nei confronti degli uccelli e dei piccoli mammiferi. Se questi infatti cominciassero a nutrirsi dei vermi, si sentirebbero male nell'arco di pochi minuti, mentre i predatori più grandi, come cani, gatti, vengono indotti ad allontanarsi dai vermi grazie ai colori e alla consistenza della sua superficie, viscida e appiccicosa.
Un sistema di difesa particolarmente efficace, soprattutto nel luogo di origine del verme martello, abitato da moltissime specie di piccoli e medi predatori. «I vermi dalla testa a martello sono nativi delle regioni tropicali del vecchio mondo, comprese Africa e Asia- ha spiegato Bertone, facendo riferimento alle specie aliene che stanno avanzando in particolar modo negli Stati Uniti – Questi vermi piatti, appartenenti al genere Bipalium, vivono infatti in ambienti umidi: si trovano spesso sotto sassi e tronchi, dove l’umidità è relativamente alta e non sopravvivono in habitat aridi».
Come vivono però questi animali e perché vengono considerati altamente nocivi per il suolo?
Innanzitutto eliminano parte della fauna locale, andando ad alterare pesantemente l'ecosistema del suolo, entrando in pesante competizione con la microfauna presente in un bosco o nei giardini. Per esempio, essendo i lombrichi, le lumache, le limacce e i pesciolini d'argento suoi diretti contendenti per il controllo del suolo, quando ne incontrano uno producono una schiuma formata dalla loro bava, ricca di tetrodotossina, con cui immobilizzano l'avversario e cominciano a divorarlo, partendo dall'addome. L'animale catturato quindi muore lentamente, mentre viene mangiato dal verme martello che, dopo essersi saziato, va a riposarsi sotto un cumulo di suolo fresco.
Uccidendo inoltre molti animali che hanno il compito ecologico di arieggiare il terreno, formando dei cunicoli interni al suolo, possono anche lentamente trasformare la natura fisica dello stesso terreno in cui sono presenti, andando a cambiare letteralmente la conformazione fisica e chimica di alcuni luoghi, partendo proprio dalla superficie.
Questi animali, tuttavia, essendo carnivori, non possono essere legalmente considerati dei parassiti delle piante, quindi l'USDA, ovvero il Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti d'America, non può pianificare un piano di controllo.
Gli esperti stanno cominciando comunque per attivarsi, per monitorare le loro specie in tutto il mondo. Michael Raupp, professore emerito di entomologia presso l’Università del Maryland, sta per esempio pensando di iniziare a studiare gli effetti di questi animali sulle isole, dove i predatori potrebbero risultare più sensibili alla loro espansione. Inoltre chiede alle persone di non toccarli a mani nude in quanto quando cominciano a emettere la loro bava aderiscono perfettamente alle dita e c'è il rischio di spezzarli, una condizione che permette all'animale di dare vita a due nuovi esemplari, perfettamente speculari.
La comunità scientifica è però ancora indecisa se considerare l'avanzata dei vermi martello come una minaccia per la biodiversità o meno. Raupp per esempio si dichiara preoccupato per l'espansione di queste specie aliene, affermando che ci sono troppe poche informazioni per restare tranquilli, mentre Bertone è molto più morigerato nelle sue dichiarazioni che trattano questi animali. Di certo la ricerca molto presto dovrà cominciare ad interessarsi di più sugli effetti legati alla loro presenza in ecosistemi molti diversi rispetto al loro luogo d'origine, prima di decidere come rispondere alla loro espansione esplosiva.