Il video inizia in maniera angosciante e termina in modo raccapricciante, con un lungo e affilato coltello conficcato alla base della testa, mentre lo squalo si dimena negli ultimi spasmi di vita. Non ve lo mostreremo, come abbiamo scelto di non mostrare ieri il video del capriolo rincorso da due giovani incoscienti incapaci di capire quello che stavano facendo, per rispetto degli animali maltrattati e uccisi e per evitare in qualsiasi modo di contribuire a quel fenomeno di emulazione che tanto condiziona i fedelissimi dei social mal utilizzati.
Il video postato (nascosto come contenuto sensibile) sulla pagina Instagram del noto presentatore televisivo americano, Louis Aguirre, è davvero sconcertante e va molto al di là del deprecabile "maltrattamento animale". Una violenza inaudita sulle spiagge della Florida, come sembra indicare uno degli hashtag confermato dal fatto che Aguirre è nato e lavora in Florida, che vede due uomini trascinare prima per la coda un esemplare spiaggiato di squalo dalla punta nera, per poi finirlo senza nessuna pietà e senza nessun motivo apparente, mentre una terza persona riprende la scena.
Crudeltà gratuita e senza scopo, ma se gli squali muoiono, gli oceani muoiono
«Il peggio dell'umanità in piena mostra, gente – commenta l’anchorman nel testo del post – Sono senza parole… questo è il mondo in cui viviamo. Molto triste c'è chi prova piacere nel vedere un'altra creatura vivente soffrire così. Questo era uno squalo dalla punta nera. Completamente legale e raccolto. Follia. Stiamo uccidendo oltre 70 milioni di squali all'anno in tutto il mondo. La nostra popolazione globale di squali non avrà alcuna possibilità se continua così. Un oceano sano ha bisogno di una popolazione sana di squali. Se gli squali muoiono, gli oceani muoiono. Chiaro e semplice. Abbiamo bisogno di più consapevolezza e educazione degli squali, e leggi migliori per proteggere i nostri squali. Essendo un amante degli squali, sento di aver appena visto qualcuno uccidere una creatura fantastica senza alcun motivo. Condividete per favore».
Correttissimo il commento dell’americano che sottolinea la violenza gratuita ai danni di altro essere vivente; la mattanza di squali che ogni anno insanguina tutti i mari e gli oceani del mondo portando all’uccisione di milioni di esemplari; la necessità di salvaguardare gli squali per salvaguardare la salute degli oceani stessi e infine la tristezza per aver assistito impotenti alla morte di una creatura così straordinaria.
Settanta milioni gli squali uccisi ogni anno in tutto il mondo
Ben oltre il maltrattamento animale, in questo caso si può parlare a ragione di crudeltà fine a se stessa: non si tratta di pesca, non si tiene conto della sofferenza inflitta allo squalo che annaspa ferito fuori dall’acqua, non gli si concede neanche una morte veloce, ma si indugia prima di trafiggerlo a morte con il coltello affilato. Senza tener conto che lo squalo è un animale marino in grande pericolo. Secondo l’Iucn, l’Unione mondiale per la conservazione della natura il 37% delle specie di squali e razze è a rischio estinzione a causa della pesca, del degrado degli habitat marini e del riscaldamento globale, con la popolazione degli squali che vivono in mare aperto che si è ridotta di più del 70% negli ultimi 50 anni.
Secondo il dossier “Domanda e offerta, il ruolo dell’Ue nel commercio globale di squali” realizzato dall’Ifaw <international Fund for Animal Walfare due anni fa gli stati europei sono stati la fonte del 45% dei prodotti derivati dalle pinne di squalo importati in Asia. L’Italia, con 28,77 tonnellate, è nella classifica dei primi 5 esportatori europei di pinne insieme a Portogallo, Olanda, Francia con la Spagna al primo posto. Proprio per questo motivo a gennaio la campagna di sensibilizzazione e di raccolta firme contro l’uccisione degli squali per il commercio delle loro pinne, Stop Finning Eu, ha raggiunto il numero di adesioni necessario per presentare alla Commissione Europea la richiesta di intervenire sul commercio di pinne di squalo che, con oltre 70 milioni di esemplari massacrati ogni anno, sta portando all’estinzione della specie.