Nell’oceano aperto anche i giganti al vertice della catena alimentare non sono mai davvero al sicuro e lo abbiamo scoperto in un modo davvero bizzarro, grazie a un povero squalo smeriglio (Lamna nasus), un predatore che può raggiungere anche oltre 3,5 metri di lunghezza, che è stato localizzato grazie al suo GPS all'interno dello stomaco di un animale ancora più grosso.
Nel 2020, un team di scienziati aveva infatti taggato una femmina gravida di squalo smeriglio vicino a Cape Cod, in Massachusetts. Utilizzando un sofisticato trasmettitore satellitare, il loro obiettivo era quello di monitorare i suoi movimenti, la profondità a cui nuotava e il suo range geografico. Il dispositivo, progettato per staccarsi da solo dopo un anno, avrebbe dovuto fornire dati preziosi sulle abitudini migratorie della specie.
Per mesi, lo squalo ha seguito un percorso costante, muovendosi tra la superficie e una profondità di circa 100 metri. Durante il giorno, si immergeva fino a 800 metri, per poi risalire a 200 metri durante la notte, spostandosi lentamente tra gli Stati Uniti e le acque vicino alle Bermuda. Ma il 24 marzo 2021, i dati hanno improvvisamente rivelato qualcosa di molto strano: un cambiamento repentino delle temperature registrate.
Mentre prima il tag aveva monitorato temperature costanti e tipiche delle profondità marine, quella data ha mostrato un aumento significativo delle temperature registrate, suggerendo che il tag si trovasse improvvisamente all'interno dello stomaco di un altro animale. Ma chi potrebbe essere abbastanza grande e forte da divorare un squalo smeriglio?
Secondo i ricercatori che hanno approfondito il mistero in uno studio su Frontiers in Marine Science, il predatore era probabilmente un grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) o un mako (Isurus oxyrhinchus). Tuttavia, il comportamento registrato dal trasmettitore – che ha mantenuto una profondità costante dopo l'ingestione – punta più verso il primo, per via delle sue abitudini di rimanere a profondità molto più stabili.
Questo evento sfortunato rappresenta però il primo caso documentato di predazione tra squali di grandi dimensioni e rivela quanto possano essere complesse le interazioni tra predatori negli oceani. Inoltre, la scoperta solleva importanti riflessioni anche per la conservazione di questa specie. Lo squalo smeriglio, già classificato come vulnerabile dall'IUCN a causa della pesca eccessiva, si trova ora a dover affrontare ulteriori sfide nei suoi habitat naturali.
In un ecosistema marino dove il confine tra predatore e preda si fa sempre più sfumato, questo evento ci ricorda quanto sia ancora più complesso e sorprendente il mondo degli oceani. Anche per un predatore come lo smeriglio, l'oceano nasconde sempre nuove insidie, e forse, nuovi giganti pronti a mettere in atto il proverbiale "pesce grande mangia pesce piccolo".