È ormai nota l'espansione dello sciacallo dorato (Canis aureus) in Italia, ma per la prima volta è stato avvistato anche nella Penisola Iberica. La scoperta è dovuta ad un triste evento: un animale inizialmente non riconoscibile in quanto investito a gennaio nel Nord-est della Spagna, ad Álava, è stato successivamente identificato come sciacallo dorato grazie all'autopsia. Continua quindi senza sosta l'espansione della specie in Europa, che si appresta a conquistare ora anche la penisola iberica.
Lo sciacallo dorato è un carnivoro di medie dimensioni diffuso nell'Eurasia meridionale e nell'Africa settentrionale. Dopo un declino avvenuto negli anni 60, la specie è riuscita a riprendersi e non solo a ricolonizzare il suo precedente areale, ma anche ad espandersi in nuove aree. In Italia, infatti, è ormai nota la sua presenza sull'arco alpino, anche se la sua diffusione sta raggiungendo la pianura ed è sempre più diretta verso Sud. Gli sciacalli prosperano nei paesaggi dominati dagli umani, motivo per il quale questa specie sta sta avanzando rapidamente attraverso l'Europa.
Si tratta di un predatore opportunista, considerato onnivoro. La sua dieta è composta da piccoli mammiferi, uccelli terricoli (e le loro uova), resti abbandonati di prede di altri animali, insetti, invertebrati e alcuni vegetali. Non è in grado di cacciare grandi animali per via della sua piccola taglia, infatti non rappresenta un pericolo per il bestiame.
Quando il corpo dell'esemplare investito è stato ritrovato, era stato inizialmente scambiato per un lupo iberico, specie presente sia in Spagna che in Portogallo. Sebbene gli assomigli, lo sciacallo dorato differisce dal lupo per il colore del mantello (dal quale prende il nome), dalle dimensioni inferiori e dalla coda leggermente più corta. È un animale non esageratamente grande: il peso dei maschi adulti si aggira attorno ai 12-15 kg, mentre quello delle femmine arriva a circa 10 kg. Potrebbe essere confuso anche con una volpe, specie con la quale talvolta condivide l'habitat, tuttavia, anche in questo caso sono presenti differenze di dimensioni.
Il corpo dell'animale investito era irriconoscibile. Basandosi sulle caratteristiche di quest'ultimo e dei dati biometrici relativi alle caratteristiche fisiche e fisiologiche, il Centro Recupero Martioda ha evidenziato la possibilità che potesse trattarsi di uno sciacallo. Era necessario verificare tale ipotesi per la novità che questa scoperta avrebbe comportato. Per questa motivazione, sono state condotte analisi genetiche attraverso l'utilizzo di campioni del corpo dell'animale, analizzati dal Dipartimento di Zoologia della Facoltà di Farmacia di Vitoria (Università dei Paesi Baschi). I risultati del DNA hanno concluso che si trattava di un esemplare della specie Canis aureus, a dimostrazione che lo sciacallo sta continuando a espandersi in tutt'Europa.
Scoprirne la presenza in un nuovo paese è un’ulteriore testimonianza dell’elusività di questi carnivori-onnivori di medie dimensioni, in grado di restare quasi invisibili e spostarsi indisturbati anche in territori fortemente antropizzati, motivo per il quale vengono definiti “fantasmi delle foreste”.