Associazione a delinquere, maltrattamento di animali e organizzazione di combattimenti tra cani. Questo il fulcro di un’articolata inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Imperia nel 2015 di cui oggi si è tenuta nel tribunale di Imperia l’udienza preliminare a carico di 18 persone accusate a vario titolo, 11 delle quali sono state rinviate a giudizio. Tra questi ci sono 5 imputati accusati di associazione a delinquere, finalizzata al maltrattamento degli animali, in particolare ai combattimenti clandestini, e aggravata per l’appoggio a un gruppo criminale organizzato, sono: Maurizio Accardo, Maurizio Vicinanza, Stefano Bassanese, Alessandro Accardo e Domenico Luigi Surace. Tra le sette posizioni stralciate quella di un veterinario, che era stato accusato di falso, prosciolto per intervenuta prescrizione.
«È forse la prima volta che in Italia c'è un'inchiesta di questo livello sui combattimenti tra cani ma il processo purtroppo è arrivato molto tardi e soltanto una parte dei reati finiranno per non essere prescritti», spiega l'avvocata Piera Poillucci a Kodami. «Ci sono dei video raccapriccianti in cui si vedono i cani che vengono sgozzati e davanti a loro degli uomini che sventolano mazzette di soldi, c'è chi faceva allevare i cani per lucro ma anche chi cedeva il proprio per la bramosia di denaro. Non solo, intorno al processo abbiamo figure prosciolte per intervenuta prescrizione, come un veterinario che ha fornito 86 schede anagrafiche agli Accardo e che continua a svolgere la libera professione; per questo caso invieremo una lettera all'associazione nazionale dei veterinari contando che prenda provvedimenti».
Sono soltanto alcuni dei particolari che emergono dal maxi processo ligure che vede un procedimento gemello anche a Pavia: «Siamo di fronte a dei veri e propri criminali con precedenti in reati di sangue, spaccio di droga, lesioni aggravate – continua l'avvocata Poillucci – uno degli indagati anche per tentato omicidio, si tratta dunque di delinquenti organizzati in associazione. Le indagini hanno riguardato tutta Italia con intercettazioni, rilievi gps delle auto e pedinamenti, il confronto in aula inizierà il prossimo sei giugno con la prima udienza dibattimentale».
Lav, parte civile con l’avvocata Piera Poillucci, è stata rappresentata in udienza da Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia. E questa volta non è il sud ad essere scenario di uno dei crimini più violenti nei confronti dei cani, quello dei combattimenti clandestini.
«Si tratta di una delle inchieste sui combattimenti più importanti e complesse fatte nel nostro Paese, sviluppata sia sul territorio nazionale che all’estero, che avrebbe svelato, secondo l’accusa, una rete di individui dedita all’organizzazione di lotte tra animali e alla gestione delle altre attività illegali connesse – afferma Troiano – Anche in questo caso, ci preme ricordare come ribadiamo da tempo, che occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali, in particolare per i reati zoomafiosi».
Un giro di scommesse clandestine e compravendita o scambio di cani. Al centro un allevamento di cani destinati, secondo l’accusa, ai combattimenti. Sarebbe partita da qui l’indagine del Commissariato di Ventimiglia e della Squadra Mobile di Imperia che vedrebbero reati consumati tra le province di Imperia, Milano e Torino, oltre che in Serbia.
«Al di là di quello che sarà l’esito giudiziario, e ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, c’è da sottolineare l’alta professionalità e le profonde conoscenze tecniche degli investigatori che hanno seguito l’articolata inchiesta, con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci – dichiara Ciro Troiano -. Anche se sono preoccupanti lo scenario e i particolari emersi, purtroppo si tratta di condotte comuni in contesti di questo tipo. È una illegalità, quella dei combattimenti, come altre inchieste hanno dimostrato, violenta, pericolosa e con un forte potenziale criminale, che non deve essere sottovalutata».