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20 Febbraio 2023
11:56

Un’antica glaciazione è la causa della ricchezza di specie che vivono ai tropici

Un nuovo articolo pubblicato su Nature afferma che la ricchezza di biodiversità dei tropici sarebbe dovuta a un'improvvisa glaciazione, che indusse a migliaia di specie nel migrare verso sud.

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L'abbondanza d'acqua dolce delle piogge tropicali e l'alternanza costante delle ore di luce e di buio erano ritenuti i principali fattori che garantiscono un'incredibile ricchezza di specie nei tropici, fino ad oggi. Secondo un nuovo studio, infatti, si aggiunge un nuovo elemento: una piccola glaciazione avvenuta 15 milioni di anni fa che spinse gli animali a migrare verso i tropici.

La scoperta non è per nulla banale: è dai tempi delle prime esplorazioni geografiche degli europei che gli studiosi di scienza e filosofia naturale si domandano come e perché in questi territori è presente una così ricca diversità di specie. È solo da circa duecento anni, ovvero dal termine delle esplorazioni in Sud America di Alexander von Humboldt, naturalista, geografo e botanico tedesco di fine 700, che la scienza ha tentato veramente di dare una spiegazione plausibile.

Fino ad oggi si è ritenuto che fossero le condizioni ambientali i principali fattori a permettere la ricchezza di questi "scrigni di biodiversità", insieme all'elevata competitività delle specie, che avrebbe favorito il propagarsi di un maggior numero di forme e di esseri viventi.

Secondo lo studio dell'università di Oxford, pubblicato su Nature qualche giorno fa , l'incredibile presenza di migliaia di specie animali e vegetali nei tropici si spiega con un un evento di raffreddamento, simile ad una piccola glaciazione, che colpì l'emisfero boreale circa 15 milioni di anni fa, verso la metà del Miocene.

A portare avanti questa teoria sono paleontologi e zoologi dell'ateneo inglese che hanno usato diversi fossili tra cui i foraminiferi planctonici, ovvero resti di protozoi, piccoli organismi molto utili per comprendere le variazioni di clima e di temperatura che ha subito il nostro pianeta. Constatando la diversa abbondanza di questi particolari fossili a differenti latitudini, gli scienziati hanno accertato che vi era una forte abbondanza di foraminiferi nelle regioni a nord del mondo prima della metà del Miocene, distribuzione che variò profondamente successivamente.

15 milioni di anni fa circa, infatti, la Terra subì un abbassamento termico di svariati gradi che portò al cambiamento del flusso delle correnti oceaniche che, conseguentemente, non riuscirono più a trasferire calore dalla zona equatoriale a quelle continentali.

Il risultato di questo raffreddamento fu che l'abbassamento termico restrinse notevolmente il numero e le dimensioni delle nicchie ecologiche disponibili nelle regioni settentrionali, fenomeno che spinse moltissime specie a migrare verso sud, attraversando i ponti di terra che all'epoca erano già presenti.

Ed ecco che, per esempio, tramite dei ponti di isole del Centro America la fauna nordamericana si spinse verso la regione settentrionale dell'attuale Brasile. Anche in Europa accadde la stessa cosa: parte della fauna europea si spinse verso sud, raggiungendo le attuali zone tropicali centroafricane e la perduta e antica foresta di mangrovie che un tempo fioriva rigogliosa dove oggi è presente il Sahara. Infine, così si spiegherebbe anche la migrazione di massa dall"Eurasia delle specie che si precipitarono ad occupare le attuali foreste tropicali del Borneo, dell'Indonesia e del Sud est asiatico.

Questa ricerca in breve illustra la formazione del gradiente di diversità latitudinale, che ancora oggi ci permette di osservare una differente distribuzione degli organismi sul pianeta, con una ricchezza di specie che aumenta avvicinandosi all'equatore e diminuisce andando verso i poli.

Gli scienziati tendono comunque a sottolineare come durante la storia evolutiva della vita sulla Terra i tropici hanno rappresentato sempre una regione importante per la formazione di nuove specie. L'evento miocenico fu solo un'eccezione, che accrebbe ancora di più il numero di specie. Già nel 1993, l’ecologo David Jablonski su un articolo su Nature aveva infatti dimostrato – facendo ricorso alla documentazione fossile di invertebrati marini provenienti 225 milioni di anni fa – come anche in epoche geologiche passate la comparsa di nuove specie era avvenuta ai tropici.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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