Non c'è firma e forse nelle intenzioni di chi lo ha scritto è una sorta di ammissione di consapevolezza di star facendo tutto fuorché del corretto giornalismo. L'articolo sull'edizione bolognese di Repubblica.it in cui viene riportata la notizia di una donna aggredita dal suo cane mentre erano in passeggiata è, insieme a quello de Il Corriere – che scrive le stesse parole nella piena espressione della tecnica del copia e incolla ma pure con tanto di firma – la summa non solo della non conoscenza del tema di cui si scrive ma soprattutto del rispetto delle regole più basilari del giornalismo.
C'è da dire subito che questa notizia viene distribuita in questi giorni perché quanto riportato é avvenuto a poca distanza dal terribile episodio che ha portato alla morte di una persona proprio in Emilia Romagna. Non è l'unica su aggressioni di cani a danno di persone negli ultimi giorni: ne sono uscite una dopo l'altra subito dopo la terribile scomparsa di Iolanda Besutti. E' un grande classico del giornalismo, questo: proporre notizie simili nel momento in cui l'attenzione pubblica è su un determinato argomento e questo a prescindere dall'argomento cane – uomo.
Questi due esempi, però, possono almeno servire a qualcosa di buono piuttosto che a rimanere solo nella memoria eterna del Web come ennesima prova di scorretta informazione. Potranno magari essere utili per fare un punto insieme ai lettori che finiranno su questa pagina, a cui porgiamo le nostre scuse per quello che ogni giorno devono affrontare nel mare della Rete in cui si getta l'amo per andare a pesca di clic. Sono ancora troppi, infatti, gli articoli in cui non si fornisce a chi è interessato – e succede su tanti temi non certo solo quello degli animali – ciò che un buon cronista dovrebbe dare: fatti noti e verificati a cui aggiungere eventuali dichiarazioni prese direttamente dai protagonisti della vicenda e non considerazioni estemporanee di chi scrive. Il ruolo di chi veste i panni del cronista, ricordiamolo, è quello di narrare l'accaduto senza esprimere parere in merito.
Facendo un minimo di ricerca online, così, si scopre da dove è partita la catena del copia e incolla a cui sono stati poi aggiunti elementi inutili e opinioni. Tutto parte da un articolo pubblicato su Teleromagna24 che ci teniamo a linkare, perché contiene la cronaca, spuria, senza commento in cui viene riportato quanto la giornalista ha ricostruito.
Aggredita e morsa dal suo cane durante una passeggiata sull'Appennino bolognese, una donna è riuscita a mettersi in salvo fuggendo a casa dei suoi vicini, che hanno chiamato i carabinieri, per poi essere portata d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna dove si trova tuttora ricoverata. È successo lunedì mattina a Vergato, nel Bolognese. La vittima, una cinquantenne, aveva preso il cane in affido pochi mesi fa, dopo la morte del precedente padrone. Si tratta di un cane pastore di sei anni. Alle prime luci del 2 gennaio, è uscita con l'animale per una passeggiata tra i monti e durante il tragitto si sono imbattuti nella carcassa di una bestia selvatica. Ed è stato a quel punto che, mentre la donna cercava di impedirgli di mangiare, l'animale le si è rivoltato contro e l'ha aggredita mordendola. Il cane è stato avvicinato dai militari, assicurato con il guinzaglio e portato in una clinica veterinaria di Calderara di Reno, nel Bolognese, dove sarà sottoposto a un periodo di osservazione.
Ma quando questa notizia arriva al desk di altre testate, ecco che prima Repubblica e poi in modalità "copia e incolla" Corriere aggiungono particolari inutili. Entrambi infatti riportano pari pari ciò che è scritto su Teleromagna, ma Corriere ad esempio sottolinea la nazionalità italiana della signora. Che importanza ha? Cosa aggiunge? Perché per il lettore dovrebbe essere un elemento importante da conoscere? Queste sono le domande che un giornalista sa bene di doversi fare ogni volta che scrive di qualsiasi argomento.
Repubblica:
La vittima, una cinquantenne, aveva preso il cane in affido pochi mesi fa, dopo la morte del precedente padrone.
Corriere:
La vittima, una cinquantenne italiana, aveva preso il cane in affido pochi mesi fa, dopo la morte del precedente padrone.
Ma ecco poi che arriva la frase che mostra l'espressione di un giudizio e necessariamente comporta una lettura diversa nella mente del lettore, con l'espressione di una valutazione oltremodo sbagliata del contesto e della relazione e che si esprime nell'antropocentrismo esasperato in cui si mette in evidenza, in buona sostanza, il "buon comportamento" umano e il "cattivo comportamento" del cane. E' tutto nel passaggio praticamente identico, in cui prima Repubblica e poi Corriere (abbiamo analizzato gli orari di pubblicazione) riportano quanto potete leggere in neretto:
Repubblica:
Alle prime luci del 2 gennaio, è uscita con l'animale per una passeggiata tra i monti e durante il tragitto si sono imbattuti nella carcassa di una bestia selvatica. Probabilmente attirato dall'odore, il cane si è subito avventato sui resti per assaggiarli. Ed è stato a quel punto che, mentre la donna cercava di impedirgli di mangiare una carne probabilmente dannosa per l'organismo, l'animale le si è rivoltato contro e l'ha aggredita mordendola.
Corriere:
Alle prime luci del 2 gennaio, è uscita con l’animale per una passeggiata tra i monti e durante il tragitto i due si sono imbattuti nella carcassa di una bestia selvatica. Probabilmente attirato dall’odore, il cane si è subito avventato sui resti per assaggiarli. Ed è stato a quel punto che, mentre la donna cercava di impedirgli di mangiare una carne probabilmente dannosa per l’organismo, l’animale le si è rivoltato contro e l’ha aggredita mordendola.
Il bias che si crea in chi legge una notizia data così sta nel far arrivare il messaggio che l'intervento della donna sia stato corretto e che il cane non è invece stato in grado di comprendere la premura di quest'ultima nel non volergli far mangiare quella che stesso chi ha scritto la notizia definisce poi «carne probabilmente dannosa per l'organismo». Ma per l'organismo di chi? Di una persona, forse?
Emerge da questo passaggio la mancanza di correttezza nella prima stesura nell'indurre a un ragionamento scorretto, nella seconda nell'aver copiato pari pari una valutazione appunto priva di conoscenza. Queste modalità non fanno altro poi che aumentare la disinformazione e si vede un'assenza di ragionamento, anche: entrambi gli articoli (ma del resto abbiamo capito che sono uguali) chiudono ancora una volta copiando e incollando la notizia di Teleromagna in cui si descrive un cane assolutamente tranquillo all'arrivo dei soccorsi, banalmente perché vi era stata una situazione di conflitto su ciò che per lui era giustamente una risorsa (la carcassa) e avendo anche una relazione giovane con la sua pet mate ("La vittima, una cinquantenne, aveva preso il cane in affido pochi mesi fa") il rapporto di fiducia è ancora tutto da costruire.
A chiusura, dunque, una sola riflessione: come scrivevo non è una questione di cani, gatti o altri animali e il loro rapporto con noi ma una valutazione di come oggi ancora manchi e sempre di più peggiori l'attenzione alla qualità dei contenuti che vengono prodotti da chi lo fa di mestiere. E quanto questo influisca poi, nell'epoca della condivisione di massa, a creare disinformazione, disaffezione da parte delle persone verso i media riconosciuti e stigmatizzazione di "categorie" di soggetti.
Un loop che si ripete da tempo ormai, senza soluzione di continuità: ancora una volta lo abbiamo visto con questa notizia. Ma oggi sono i cani, domani saranno i lupi e dopodomani sarà qualcuno di noi umani ad essere puntualmente messo facilmente alla mercè della "regola del copia e incolla".