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14 Settembre 2021
13:39

Una vita passata sul ghiaccio: gli animali del Polo sud

Il Polo Sud è il punto più meridionale della superficie terrestre e presenta un clima estremamente rigido con una temperatura annuale di circa -49,5 ° C. Non è facile quindi vivere in questo ambiente, ma ci sono specie che ben sono riuscite ad adattarsi come foche, otarie, uccelli, pinguini e diversi certacei. Vediamo quali sono gli animali che vivono al Polo Sud.

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Il Polo sud è il punto più meridionale della superficie terrestre e si trova proprio al lato opposto rispetto al Polo Nord. È situato nel continente dell'Antartide e presenta uno dei climi più freddi della Terra. Qui infatti la luce del sole non arriva durante l'inverno, che va da marzo a settembre, e d'estate è piuttosto fioca, dato che il sole rimane basso nel cielo. A causa dell'elevata altitudine che può raggiungere inoltre, circa 2.800 metri, il clima è più rigido rispetto al Polo Nord, con una temperatura annuale di circa -49,5 ° C. Non è facile quindi vivere in questo ambiente, dove bisogna costantemente affrontare il freddo e il gelo, ma ci sono degli animali che si sono adattati a vivere in questo ambiente come alcune specie di mammiferi, pesci e uccelli. La penisola antartica e le isole hanno un clima un po' più mite rispetto all'interno, motivo per cui la maggior parte della vita terrestre è concentrata vicino la costa, mentre l'oceano è costantemente coperto dal ghiaccio marino. Ma chi sono gli animali che vivono al Polo Sud?

Gli animali che vivono in Antartide

In Antartide vivono ben otto specie diverse di pinguini, sette di pinnipedi e dieci di cetacei. Le coste rocciose di questo continente e delle isole subantartiche intorno offrono inoltre uno spazio idoneo alla nidificazione per più di 100 milioni di uccelli che giungono ogni anno in primavera. Le strategie utilizzate da questi animali per resistere al freddo sono un lungo periodo di ridotta attività metabolica, un processo noto come letargo, uno spesso strato di gasso sottocutaneo per conservare il calore, una folta pelliccia che funge da isolante termico e di colore bianco per mimetizzarsi con l'ambiente circostante. Vediamo alcuni esempi:

Pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri)

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Il pinguino imperatore è una specie endemica dell'Antartide e l'unica tra i pinguini a riprodursi nel continente durante il freddo inverno. È il più alto e il più pesante tra tutti i pinguini esistenti, arrivando fino a 45 chilogrammi e ben un metro di lunghezza. Si nutre principalmente di pesci, crostacei e cefalopodi, che cattura grazie alla sua spiccata abilità di rimanere sott'acqua anche per 20 minuti consecutivi. Questo comportamento è permesso dalla sua particolare emoglobina, che funzione anche con bassi livelli di ossigeno. Questa specie si riproduce in colonie e ogni anno viene prodotto un solo uovo che viene inizialmente incubato dal maschio mentre la femmina va in acqua a riacquisire le energie e nutrirsi. È classificato dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature) come "quasi minacciato" in quanto si stima che la popolazione diminuirà velocemente a causa dello scioglimento del ghiaccio marino dovuto al cambiamento climatico.

Albatros reale del sud (Diomedea epomophora)

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L'albatros reale del sud è una delle specie più grandi di albatros, con un'apertura alare che può superare i 3 metri. La gran parte della popolazione nidifica sull'isola subantartica Campbell, ma è possibile trovare anche piccole colonie sull'isola di Adams e sulle isole Auckland. Si ciba principalmente di calamari e pesci, ma anche in minor quantità di crostacei. È classificato dalla IUCN come "vulnerabile" a causa del piccolo areale in cui nidifica, composto da sole quattro isole, di cui la maggior parte sull'isola Campbell. Le principali minacce a cui va incontro la specie sono dovute principalmente all'intensificazione delle attività di pesca, dove l'albatros viene spesso catturato accidentalmente. Inoltre, l'importazione e la successiva colonizzazione di specie alloctone invasive, come il coniglio europeo (Oryctolagus cuniculus), il maiale (Sus scrofa domesticus) e il gatto, hanno portato impatti negativi sulla specie.

Petrello mentobianco (Procellaria aequinoctialis)

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Il petrello mentobianco è una specie di berta che si riproduce in colonie principalmente nella Georgia del Sud, sulle isole Kerguelen e sull'isola della Delusione nell'arcipelago delle Auckland. Si nutre principalmente di krill, ma anche in minor quantità di pesce, che cattura in superficie o attraverso piccole immersioni non molto profonde. È classificata dalla IUCN come "vulnerabile" a causa di tassi elevati di mortalità causati dalla pesca accidentale. Inoltre, il degrado dell'habitat fa prevedere un probabile declino della popolazione. Altre minacce che deve affrontare la specie sono l'introduzione di specie alloctone come la renna (Rangifer tarandus) che, nonostante sia ora stata sradicata, ha modificato l'habitat riproduttivo della berta nella Georgia del Sud. Inoltre, anche i ratti domestici (Rattus rattus) e i gatti possono causare problemi alla specie predando i nidi.

Merluzzo dell'Antartico (Dissostichus mawsoni)

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È una specie originaria dell'Oceano Antartico che produce glicoproteine ​​antigelo, che permettono all'animale di sopravvivere e prosperare nelle acque la cui temperatura è sotto lo zero. È un predatore che si nutre principalmente di gamberi e pesci e si pensa che, date le sue grandi dimensioni, ricopra il ruolo ecologico che gli squali svolgono in altri oceani. Vive sia in acque basse che in profondità, fino a circa 3.000 metri, e può arrivare a pesare addirittura 100 chilogrammi. Può vivere fino a 48 anni e viene pescato e commercializzato, motivo per cui in passato la popolazione è stata ridotta.

Aringa antartica (Pleuragramma antarctica)

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L'aringa antartica è l'unico vero pesce pelagico che vive vicino le coste antartiche. È distribuito in tutto l'Antartico, dove svolge un importante ruolo nella rete alimentare dell'ecosistema marino e produce anch'esso glicopeptidi antigelo per resistere al freddo estremo delle acque antartiche. Raggiunge generalmente i 15 centimetri di lunghezza e riesce a vivere fino ai 20 anni. È classificato dalla IUCN come "a minor preoccupazione" in quanto non soffre di particolari minacce e non viene sfruttato commercialmente.

Elefante marino del sud (Mirounga leonina)

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L'elefante marino del sud è il più grande pinnipede esistente e il suo nome deriva dal fatto che i maschi adulti presentano una proboscide che permette loro di emettere dei veri e propri ruggiti utili all'accoppiamento. La riproduzione avviene nelle isole subantartiche e i maschi presentano dei veri e propri harem di femmine che proteggono dai rivali. È classificato dalla IUCN come "a minor preoccupazione" in quanto la popolazione sembra essere stabile e ci sono circa 325.000 individui maturi. Una delle minacce a cui va incontro è la pesca eccessiva, che può portare ad una diminuzione delle prede, ma non solo. Anche il cambiamento climatico globale potrebbe a lungo termine modificare l'habitat marino in cui vive.

Foca di Weddell (Leptonychotes weddellii)

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La foca di Weddell ha una distribuzione circumpolare che circonda l'Antartide e vive generalmente sul ghiaccio mobile o nell'acqua, dove rimane soprattutto d'inverno, fuoriuscendo solo con la testa tra i buchi del ghiaccio. Si può immergere fino ai 600 metri di profondità e per la durata di tempo di un'ora. Sono predatori che si cibano principalmente di pesci, gamberi, cefalopodi e crostacei e utilizzano una gran varietà di vocalizzazioni, importanti soprattutto nelle interazioni madre-figlio. È una specie classificata dalla IUCN come "a minor preoccupazione" in quanto la popolazione è di grandi dimensioni, non soffre di particolari minacce ed è ben diffusa. Si pensa che il cambiamento climatico possa avere un effetto su questa specie che utilizza il ghiaccio per l'allevamento della prole, per riposare, per evitare i predatori e accedere alle aree di alimentazione.

Otaria orsina antartica (Arctocephalus gazella)

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L'otaria orsina antartica vive principalmente sulle isole subantartiche e la maggior parte della popolazione si concentra nella Georgia del Sud. È un predatore che si ciba principalmente di krill atlantico (Euphausia superba) ed è stata storicamente decimata a causa della caccia alla sua pelliccia, arrivando vicino all'estinzione nel XIX secolo. Quando la caccia è stata abolita la popolazione si è ripresa e ad oggi l'otaria è classificata come "a minor preoccupazione" dalla IUCN. La specie è infatti ben diffusa e particolarmente abbondante, anche se la poca diversità genetica potrebbe portare a una forte vulnerabilità verso le malattie e i cambiamenti ambientali. Il riscaldamento globale potrebbe in futuro cambiare la distribuzione e l'abbondanza delle prede, con conseguente declino della popolazione.

Balenottera azzurra (Balaenoptera musculus)

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La balenottera azzurra è il più grande animale conosciuto vissuto sulla Terra, se non si considerano i sauropodi giganti, e si suddivide in tre sottospecie che vivono nell'Oceano Indiano, Pacifico e Atlantico È di colore grigio-blu sul dorso, mentre il ventre presenta una colorazione chiara. Si nutre quasi esclusivamente di krill ed è classificata dalla IUCN come "in pericolo" in quanto la popolazione è stata ridotta dell'89%-97% a causa principalmente della caccia alla balena che iniziò nell'Atlantico settentrionale nel 1868. Dal 1966 sono poi state legalmente protette in tutto il mondo, ma la caccia illegale è continuata, soprattutto ad opera dell'ex URSS fino al 1972. Un'altra minaccia è rappresentata dal traffico navale che provoca contusioni con questi animali che spesso vengono ritrovati spiaggiati sulle coste.

Orca (Orcinus orca)

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L'orca è una specie cosmopolita che può essere trovata anche nelle regioni artiche e antartiche, così come anche nelle zone tropicali. Rappresentano i membri più grandi della famiglia dei delfini e sono predatori all'apice della catena alimentare che si cibano principalmente di 30 specie diverse di pesci, cefalopodi, mammiferi marini, di cui circa trentadue specie di cetacei, uccelli marini e anche tartarughe marine. La IUCN li classifica come "carenti di dati", nonostante si stimi che le popolazioni siano abbondanti e ampiamente distribuite.

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