Una task-force di esperti per scongiurare l'abbattimento dei mufloni dell'Isola del Giglio. È la proposta del presidente dell'Ordine dei Biologi, Vincenzo D'Anna, per fermare l'uccisione dei circa 40 esemplari presenti sull'isola dell'Arcipelago Toscano. «L'Ordine dei Biologi – spiega D'Anna – è pronto a mettere in campo una "task-force" di esperti per contribuire a trovare una soluzione alternativa a quella che si preannuncia, a tutti gli effetti, come una vera e propria choccante mattanza». Per il numero uno dei Biologi «sarebbe meglio procedere, ad esempio, con campagne di sterilizzazione mirate o con l'istituzione di riserve protette in cui lasciare vivere liberamente ed in pace questi animali».
L'eradicazione del muflone, che avrà luogo nella giornata di oggi, rientra nel progetto Letsgo Giglio, adottato dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano allo scopo dichiarato di «eliminare l’impatto di questa specie negli habitat e nell’intero ecosistema dell’isola e prevenire un aumento dell’impatto stesso dovuto a il graduale aumento della popolazione». Oggi sbarcheranno al Giglio un gruppo di cacciatori che avranno il compito di abbattere gli animali ma anche i catturarne altri per contrassegnarli con radiocollari e successivamente rilasciarli per facilitare l’individuazione degli altri esemplari.
Una iniziativa cruenta che sarebbe giustificata dall'impatto di questa specie "aliena invasiva" ritenuta dal Parco dannosa per la biodiversità del Giglio e per le colture degli agricoltori. I mufloni vennero introdotti sull'Isola perché ritenuti prossimi all'estinzione in natura, ma quella che è nata come un'azione di conservazione di una specie a rischio, si risolve oggi con una battuta di caccia votata allo sterminio totale. Per fermare questo progetto sono scese in campo associazioni animaliste come la Lav e Vita da cani. Quest'ultima è arrivata a diffidare il Parco nel tentativo «di bloccare le uccisioni e indicare strade etiche e civili», ma senza sortire alcun effetto.
L'abbattimento è un atto ingiustificato anche dal punto di vista dei danni che sarebbero stati causati dai mufloni alle coltivazioni agricole. «Quest'accusa – spiega il senatore D'Anna – è stata in gran parte smentita dagli stessi agricoltori dell'isola in provincia di Grosseto, i quali lamenterebbero danni esigui (e ristori ancora più bassi) a causa dei mufloni». Ai Biologi fa eco la Lav che recentemente ha sottolineato le «motivazioni perlopiù irrilevanti» alla base dell'abbattimento dato che «i danni all'agricoltura causati dagli animali, nonostante siano stati definiti "ingenti", in realtà nel corso di 19 anni hanno determinato richieste di indennizzo per soli 1.200 euro totali, praticamente irrilevanti».
I Biologi si sono quindi uniti all'appello rivolto dalle associazioni alle istituzioni: «Il governo ed il ministero della Transizione ecologica intervengano per impedire l'assurda strage dei mufloni dell'isola del Giglio», chiede il senatore. «Come biologi – rincara la dose D'Anna – stentiamo a comprendere la ratio di una soluzione così dura e cruenta, contro la quale si sono già mobilitati la Lav ed il mondo dell'associazionismo. La ricchezza della biodiversità, infatti, va sempre tutelata e curata, a prescindere dalla provenienza della specie».