Una tartaruga liuto ha stabilito un nuovo strabiliante record di immersione. Uke Sasakolo, questo il nome della protagonista di questa storia, è stata monitorata dagli scienziati di The Nature Conservancy, che l'hanno taggata alle Isole Salomone nel dicembre 2023. Durante il suo viaggio verso i luoghi di alimentazione in Nuova Zelanda, il rettile marino ha poi raggiunto la sorprendente profondità di 1.344 metri sotto la superficie dell'oceano, stabilendo così un nuovo record per l'immersione più profonda mai registrata per una tartaruga marina.
Le tartarughe liuto (Dermochelys coriacea) sono già piuttosto note per le loro straordinarie capacità di immersione e spesso raggiungono profondità notevoli in cerca di meduse. Tuttavia, il record precedente riportato dal Guinnes World Record, era "solo" di 1.280 metri, stabilito nel 2006. Questa grande capacità di sopportare le enormi pressioni marine è resa possibile anche grazie anche alla loro particolare corazza, costituita da piccole ossa dermiche interconnesse e tra loro e ricoperte da una pelle spessa e coriacea.
Questi antichi e affascinanti rettili, che possono immergersi anche per circa 70 minuti con una sola boccata di ossigeno, oltre a essere le tartarughe marine viventi più grandi (possono arrivare anche 2,7 m di lunghezza per circa 500 kg di peso), rappresentano anche un'importante sfida per la conservazione a causa delle loro migrazioni su lunghe distanze. Proteggere le tartarughe liuto nei loro siti di nidificazione è sicuramente fondamentale, ma lo è altrettanto salvaguardarle dalle minacce dei pescherecci e delle altre attività umane anche quando si trovano in mare aperto nelle aree di alimentazione.
Considerata fino a non molto tempo in pericolo critico di estinzione, fortunatamente grazie a numerosi progetti di conservazione e a più accurate metodologie di studio e valutazione, la sua categoria di minaccia all'interno della Lista Rossa IUCN delle specie minacciate, è stata recentemente rivalutata in positivo. Oggi la liuto è comunque considerata a rischio e inserita tra le specie "solo" vulnerabili, ma il suo status attuale è sicuramente più incoraggiante per un'ulteriore crescita della popolazione sul lungo termine.
Il lavoro degli scienziati e delle popolazioni locali come quelle delle Isole Salomone, supportato da iniziative internazionali di conservazione, resta comunque indispensabile per garantire la sopravvivenza di queste antichi e magnifici giganti. La storia di Uke Sasakolo non solo ci ispira e ci sorprende grazie a questo nuovo record e alle straordinarie profondità raggiunte, ma ci ricorda anche l'importanza di continuare a proteggere i nostri oceani e i loro abitanti, che hanno ancora tanto da raccontarci e che continueranno a certamente a sorprenderci se sapremo prendercene cura.