Forse un gioco finito male o un’inaspettata aggressività da parte di una scimmia hanno causato la morte di un bambino di soli dieci anni in India, nel Gujarat. Dipak Thakor, secondo quanto riportato dai media indiani che hanno dato molto risalto alla notizia, stava giocando con un gruppo di coetanei nel villaggio di Salki a Dehgam taluka, nei pressi di un tempio.
Qui sarebbe avvenuta la violentissima aggressione da parte di una scimmia langur che lo avrebbe colpito e ferito gravemente «Il suo intestino è stato squarciato durante l'attacco – hanno dichiarato la polizia e i funzionari forestali alla stampa, sottolineando la gravità dell’aggressione – È corso a casa ed è stato portato in un ospedale dove i medici lo hanno dichiarato morto all'arrivo».
Non si tratta del primo attacco di scimmie all’uomo. Gli stessi giornali locali hanno infatti sottolineato che all'inizio di quest'anno una scimmia che in un paio di settimane aveva attaccato e ferito una ventina di persone nella città di Rajgarh nel Madhya Pradesh, è stata catturata e costretta in gabbia, grazie ad una taglia di 21.000 dollari e all'uso di un drone.
Secondo un funzionario, anche in questo caso la morte del bambino arriverebbe dopo tre attacchi di altrettante scimmie soltanto nell’ultima settimana. «Abbiamo salvato due langur nell'ultima settimana e allestito gabbie per intrappolare un altro langur – ha spiegato il funzionario forestale Vishal Chaudhary che ha aggiunto – c'è un gruppo di scimmie nel villaggio, inclusi quattro adulti che sono stati coinvolti in attacchi nella scorsa settimana. Due di loro sono stati portati in salvo e ora stiamo cercando di catturarne un altro».
In realtà le modalità dell’aggressione non sono proprio chiarissime. Non si capisce per quale motivo la scimmia e il bambino siano venuti in contatto e neanche se il bambino abbia involontariamente messo in atto degli atteggiamenti che possano aver provocato l’aggressività della scimmia. «L'aggressività nei primati non umani può avere diverse motivazioni, tra cui la competizione per il cibo o per la femmina, il possesso del territorio o la difesa del piccolo da parte della madre – spiega Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami – In realtà parlare di scimmie generalizzando ha poco senso, perché dipende davvero dalla specie. Nel caso in questione, ad esempio, trattandosi di langur sorprende abbastanza, perché si tratta di animali di solito poco aggressivi».
Secondo l’esperta sarebbe assolutamente determinante stabilire la vera dinamica dell’incidente per poter capire cosa è realmente successo tra la scimmia e il bambino. «Da quanto riportato sembrerebbe anche che in quell’area si è insidiata una sorta di "banda" di soli maschi e questo può aver innalzato un po' l'asticella dell'aggressività. Senza generalizzare potrebbe semplicemente essere che gli individui più tesi, abbiano diretto i maggiori livelli di tensione anche verso altri target. Poi bisogna capire anche che tipo di comportamento aveva tenuto il bambino, se questo può aver scatenato la reazione. In realtà mancano troppe informazioni per tirare conclusioni senza rischiare di cadere nella generalizzazione semplicistica»