Una rarissima e minacciata foca monaca è stata avvistata e filmata nelle acque del golfo Catania. L'eccezionale osservazione è merito di Enzo Viola, Giuseppe Catania e Umberto Fasone, che hanno immediatamente segnalato l'avvistamento all'associazione Marecamp che ha condiviso il video. Il mammifero si trovava a largo della località Brucoli, ed è stato visto più volte immergersi ed emergere dall'acqua.
Si tratta di un'avvistamento importante, poiché la foca monaca è tra i mammiferi marini più minacciati di estinzione al mondo. Un tempo piuttosto comune nelle acque italiane, la foca monaca mediterranea (Monachus monachus) è scomparsa rapidamente dalle nostre coste a partire dalla seconda metà del Novecento, fino a estinguersi completamente dal nostro Paese nel giro di qualche decennio. Il rapido declino è avvenuto soprattutto a causa della forte urbanizzazione dei litorali, delle catture accidentali nelle reti, il cosiddetto bycatch, e della persecuzione diretta.
Tuttavia, negli ultimi anni gli avvistamenti stanno diventando fortunatamente sempre più numerosi, a testimoniare una lenta – e si spera definitiva – ripresa. Appena ad aprile scorso un altro avvistamento era infatti avvenuto nelle acque di Capo Rizzuto, in Calabria, un gradito ritorno tra le acque italiane sancito di recente anche da uno studio condotto dai ricercatori dell'Università Milano Bicocca grazie alle analisi del DNA ambientale raccolto in mare.
Oggi esistono pochissimi e isolati nuclei riproduttivi nel Mediterraneo, con la popolazione principale localizzata soprattutto nel Mar Egeo, tra Grecia, Turchia e Cipro. Le colonie più vicine alle nostre acque sono invece quelle delle costa ionica tra Grecia e Albania e quelle presenti in Croazia. Le ultime stime parlano di una popolazione in lenta ripresa tra Mediterraneo e costa atlantica nordafricana che conta, però, a malapena 700 individui in totale.
Queste segnalazioni, seppur ancora sporadiche e isolate, fanno ben sperare per una futura ricolonizzazione delle nostre coste. È molto importante però segnalare tutte le osservazioni alla Guardia Costiera, alla Capitaneria di Porto e alle associazioni o gruppi di ricerca locale che si occupano di studiare e monitorare la specie. Ma soprattutto, in caso di avvistamento in mare, è fondamentale spegnere eventuali motori, non avvicinarsi e ridurre al minimo il disturbo.