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8 Febbraio 2024
13:27

Una Pitbull gettata nel cassonetto come spazzatura: salvata dai soccorritori, trova una nuova famiglia

La crudeltà umana non ha limiti e a farne le spese sono sempre gli essere indifesi. Questa è la storia di una femmina di Pit Bull, ritrovata in un cassonetto e salvata dagli angeli del rifugio di Saint Louise nel Missouri.

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Negli Stati Uniti una femmina di Pitbull è stata ritrovata nei cassonetti della spazzatura: gettata come un rifiuto era affamata e spaventata. Le foto del ritrovamento hanno fatto il giro del web e sono state scattate da Donna Lochmann, proprietaria dello "Stray Rescue" di Saint Louise, nel Missouri, un rifugio per cani e gatti abbandonati o che provengono da un passato di abusi e maltrattamenti.

Secondo i media locali un uomo ha chiesto l'intervento di una squadra di soccorso, dopo aver visto una donna lasciare il cane nel cassonetto e andarsene senza pensarci due volte.

Quando i volontari sono arrivati hanno sollevato il coperchio e hanno visto spuntare il volto della cagna che li fissava. La profondità del contenitore la faceva sembrare più piccola di quanto fosse in realtà e quando ha incrociato lo sguardo dei soccorritori la Pit ha iniziato a scodinzolare.

«Faceva così caldo nel cassonetto che è un miracolo che non sia svenuta», ha raccontato su Facebook Marianne Josephine Oran, una delle volontarie del rifugio che si trovava sul posto e, fortunatamente, ha raccontato anche che non presentava segni di maltrattamento.

Dopo un primo momento di commozione i soccorritori sono riusciti a tirarla fuori dal cassonetto e Malea, che così è stata chiamata, è stata portata poi al rifugio. «E' una cagna dolce e sveglia, ha già buone competenze per vivere in casa,  è abituata anche al trasportino e va molto d'accordo con gli altri cani», ha spiegato Marianne che ha lanciato un appello sulla pagina Facebook del rifugio al fine di poter trovare una famiglia. Il post ha riscosso successo e sono state tante le richieste per le adozioni di Malea tanto che il giorno dopo il salvataggio ha trovato una famiglia che l'ha adottata.

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La gestione degli animali abbandonati negli Usa si basa su un iter che prevede il recupero dalla strada per i cani liberi e la cessione di proprietà per i pet. Ma dopo un più o meno breve periodo in rifugio, in mancanza di adozione o del ricongiungimento con il proprio umano di riferimento, in quasi tutti gli Stati viene praticata la soppressione dell'animale.

Negli ultimi quaranta anni, però, il numero dei cani e gatti uccisi è andato progressivamente riducendosi: un'indagine condotta dal New York Times sui dati provenienti dai rifugi municipali delle principali 20 città del Paese, ha rivelato che nell’ultimo decennio i tassi di eutanasia degli animali domestici i è sceso di oltre il 75%, e che la tendenza si estende, bene o male, all’insieme del Paese.

Gli animalisti e le associazioni “no kill” lottano affinché venga abolita l’eutanasia degli animali accolti nei rifugi e grazie alla loro opera di sensibilizzazione, finalizzata a considerare cani e gatti non più come oggetti, il numero di animali che entra in un rifugio è andato progressivamente diminuendo e di conseguenza quello delle eutanasie.

L’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ASPCA) stima che siano circa 3,3 milioni i cani che entrano nei rifugi ogni anno. Di questi, circa 670.000 vengono soppressi, cifra che però, nel 2011 era di 2,6 milioni. Due anni fa, sempre secondo l'ASPCA, sono stati più di 1,6 milioni i cani adottati.

Sebbene negli Stati Uniti non esista un conteggio ufficiale del numero di animali domestici acquistati rispetto a quelli adottati, l'American Veterinary Medical Association ha stimato che la maggior parte degli animali da compagnia, circa 77 milioni, provenga dai rifugi.

L’aumento delle adozioni è dovuto anche a due altri motivi: sicuramente alla politica di sterilizzazione degli animali attuata dai veterinari privati e al fatto che molte amministrazioni locali hanno deciso di differenziare la tassa di possesso tra gli animali sterilizzati, meno onerosa, e quelli no. Intanto, così, il numero delle eutanasie è passato dai 13 milioni all’anno degli anni Settanta agli attuali 2 milioni l’anno.

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