La lumaca arborea polinesiana era scomparsa su tutte le isole della Polinesia francese circa trent'anni fa, quando altre specie più grosse e aggressive introdotte dall'uomo, l'avevano spodestata da gran parte del suo territorio originale. Nel corso degli anni Novanta, la specie Partula nodosa era stata così dichiarata estinta in natura. Fortunatamente, però, all'interno degli zoo e di diversi terrari sparsi per il globo alcuni scienziati erano riusciti a dare un po' di speranza a questa specie, riuscendo a creare alcune piccole popolazioni in cattività in attesa di un eventuale piano di conservazione. Oggi, dopo due decenni di preparazione, i biologi sono riusciti finalmente a reintrodurre la specie in Polinesia grazie agli esemplari allevati dagli zoo di Londra, di Whipsnade, di Saint Louis e dalla Royal Zoological Society of Scotland, che sono stati trasportati a ben 15.000 chilometri di distanza.
«Nonostante le loro piccole dimensioni, queste lumache sono di grande importanza culturale, ecologica e scientifica – ha affermato il coordinatore del progetto Partula Conservation, Paul Pearce-Kelly, che è anche curatore degli invertebrati della Zoological Society of London – Sono i fringuelli di Darwin del mondo delle lumache e, anche semplicemente a livello scientifico, sono state molto ricercate in natura a causa del loro habitat isolato che fornisce le condizioni perfette per studiare l’evoluzione». Lo scienziato ha poi aggiunto che questa iniziativa di collaborazione tra diverse realtà scientifiche inglesi sta, senza dubbio, «aiutando a riportare indietro queste specie dall’orlo dell’estinzione e mostra tutto il potenziale per la conservazione che la riproduzione in cattività può esprimere per invertire la perdita di biodiversità».
In quella che viene da alcuni considerata come una delle più grandi reintroduzione di animali della storia, gli scienziati a fine aprile 2023 hanno infatti già reintrodotto sull'isole di Moorea e Tahiti migliaia di esemplari di Partula nodosa, arrivando arrivando a un totale di ben 5.522 lumache.«Se però vi sembrano troppo poche, considerate che queste lumache pioniere sono solo un parte della popolazione che presto verrà trasferita dall'Inghilterra», chiariscono gli scienziati. Basti pensare che il Partula Conservation ha iniziato a rimettere in libertà anche altre specie del genere Partula circa 9 anni fa e che da allora hanno reintrodotto nelle diverse isole oltre 21.000 lumache di 8 specie diverse. Le lumache liberate lo scorso aprile, quindi, sono solo la prima parte di un percorso più lungo e che porterà alla liberazione di tanti altri individui.
Justin Gerlach, biologo dell’università di Cambridge, ha commentato il successo dell'intera operazione, affermando che «questi rilasci hanno dimostrato come le lumache Partula tenute in cattività negli zoo per generazioni ora si sono adattate molto bene a tornare nelle foreste dove vivevano i loro antenati». Come è stato possibile, però, che una specie che prima contava migliaia di esemplari potesse estinguersi nell'arco di appena 15 anni? Sono gli stessi ideatori di questa reintroduzione a spiegarcelo.
Queste chiocciole si sono estinte in Polinesia dopo che la lumaca lupo rosa (Euglandina rosea), vorace predatrice, era stata introdotta nella regione intorno al 1982 per combattere un’altra specie aliena: la chiocciola gigante africana (Lissachatina fulica), che consumava troppe risorse e tendeva ad espandersi rapidamente sulle isole principali. Purtroppo per la Partula nodosa, la lumaca lupo rosa preferì però predare non solo gli invasori africani, ma anche i molluschi autoctoni. E così, in poco tempo, la chiocciola gigante africana si ritrovò a dominare il territorio a discapito delle specie native, scomparse alla fine per colpa degli esseri umani.
Fortunatamente, la situazione oggi sembra essere però decisamente cambiata. Sia E. rosea che L. fulica non sembrano godere di buona salute all'interno del territorio polinesiani e sono in corso inoltri progetti locali che cercano di limitare l'avanzata di questi invasori, favorendo così il ritorno delle specie endemiche. Ciò sta avvenendo anche per colpa dell'estinzione della Partula nodosa, che ha causato sulle isole diversi problemi a livello ecologico. Le lumache appartenenti al genere Partula sono infatti dei detritivori e mangiano moltissimi resti vegetali in decomposizione. Senza il loro contributo, gli ecosistemi polinesiani hanno avuto molte difficoltà per mantenersi in salute e in alcuni casi questo a favorito l'aumento di piccoli incendi causati proprio per l‘eccessiva presenza di materiale decomposto e di funghi all'altezza del suolo. Restituire quindi queste specie allo stato selvatico, consentirà anche di ripristinare un maggior controllo sul territorio, favorendo così il ritorno dell'equilibrio ecologico che ha permesso a queste isole e ai suoi abitanti di sopravvivere per millenni.