Le vite si incontrano mentre seguono percorsi diversi che si incrociano improvvisamente, quasi ci fosse qualcosa di magico. O forse si tratta di una combinazione tra ciò che realmente desideriamo e quel "caso" che si manifesta al momento giusto. Vale tra noi umani quando nascono rapporti importanti, vale quando inizia una relazione tra un animale domestico e una persona.
Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli hanno da poco incontrato per la prima volta Mia nel cuore di Napoli. La giornalista e il cuoco sono giunti in treno nel capoluogo campano per adottare una gatta adulta che era stata recuperata da una situazione di difficoltà da Carmen Izzo e Annamaria Capuozzo, volontarie del rifugio "L'emozione non ha voce" fondato da Luigi Carrozzo che ha un'area dedicata proprio all'accudimento dei gatti in difficoltà.
In una casa abbandonata a Napoli, dopo che un anziano era stato ritrovato in fin di vita, era rimasta solo Mia che vagava per le stanze ormai disabitate di quello che fino al giorno prima era stato il suo luogo del cuore. Il suo nome, sospirato dalla persona con cui condivideva la vita nelle poche ore in cui era ancora cosciente in ospedale, è stata l'unica parola che ha ripetuto. Quell'ultimo messaggio "Qualcuno si prenda cura di Mia" è arrivato alle orecchie di Luigi che insieme a Carmen non si sono fatti attendere ulteriormente dalla gatta e sono andati a prenderla per cercarle una famiglia che potesse restituirle l'amore e il rispetto che merita.
Intanto Selvaggia e Lorenzo, già durante il loro viaggio estivo in Corea, stavano pensando di adottare un altro micio che si unisse alla famiglia composta da Leon, figlio della giornalista, il papà della Lucarelli che attualmente vive con loro e Coraggio e Evangelion, gli altri due felini del gruppo. «Il nuovo membro doveva avere solo due caratteristiche e di certo non legate all'estetica: provenire dal sud Italia e essere un gatto adulto. Per noi era importante andare a conoscerlo di persona, non farlo arrivare in un ambiente nuovo con un viaggio che a volte può essere traumatico: le persone devono capire che l'incontro è un momento importante e che adottare un animale è un atto di responsabilità. Raggiungerlo è il primo passo per la costruzione di una relazione sana, una forma di rispetto per chi diverrà parte integrante della famiglia», spiega Selvaggia mentre Lorenzo non stacca lo sguardo dalla gatta che in silenzio osserva il mondo intorno a sé e scruta con attenzione questi due umani con cui passerà il resto della sua vita.
«Seguo Selvaggia su Instagram e apprezzo tantissimo l'impegno che si è presa nel dare spazio agli appelli dei volontari per far sì che si possano diffondere le storie dei gatti in cerca di adozione», spiega Annamaria, visibilmente emozionata e commossa per qualcosa che non immaginava potesse filare così liscio. Di fronte a lei ci sono i due adottanti che sorridono ogni volta che rivolgono lo sguardo alla gatta e la volontaria sa che Mia è una gatta straordinaria, dal carattere dolce e allo stesso tempo assertivo. «Ho inviato le foto di Mia a Selvaggia e lei mi ha risposto praticamente subito. Dovendo andare a vivere in una famiglia dove ci sono già due gatti era importante fare tutte le analisi, soprattutto per escludere Fiv (l'immunodeficienza felina ndr) e Felv che sono trasmissibili. Una volta che abbiamo avuto la certezza che fosse in piena forma, sebbene un po' denutrita per il periodo di permanenza in solitudine nella casa, Selvaggia subito mi ha confermato che nel weekend sarebbero venuti con Lorenzo a prenderla».
E così è stato. Mentre Selvaggia e Lorenzo si organizzavano per raggiungere Napoli in treno da Milano, Carmen e Annamaria dopo la visita gratuita dal veterinario Luca Gianfrancesco che sostiene le attività degli "Amici di Mao" (la piccola associazione che fa capo sempre all'oasi di Luigi Carozzo) hanno preparato un kit di benvenuto per la coppia con tanto di copertina di lana. «E' un lavoro fatto a maglia da "Una coperta per micio" – spiega Carmen ai due – E' un gruppo di persone che regala a chi si prende cura dei mici questi lavoretti e ci tenevamo che anche Mia ne avesse una sua da portare con voi nella nuova casa».
Il destino ha giocato a carte scoperte questa volta per un incontro tra persone che ha dato il via a una nuova relazione. Ma c'è da dire che fondamentale è stata la prontezza di Annamaria e Selvaggia di "riconoscersi" subito nell'intento comune di realizzare un'adozione che avesse alla base una scelta consapevole. «Di cuccioli ce ne sono tanti ma volevo davvero che questa volta fosse chiaro quanto sia importante dare un'opportunità ai soggetti adulti e anche provenienti da regioni in cui ancora c'è tanto da fare in termini di randagismo – sottolinea Selvaggia – Ci sono persone come Annamaria e Carmen e luoghi come il rifugio dove operano come volontarie che sono una garanzia di correttezza e soprattutto di attenzione sia nei confronti dell'animale che delle famiglie con cui andranno a convivere».
E la famiglia di cui Mia è stata subito parte già solo dal momento in cui Lorenzo e Selvaggia le hanno detto "ciao" è un esempio di come si cresce e si cambia entrando in relazione davvero con un animale domestico. «Devo tutto a Godzilla, il nostro Cavalier King che da poco è morto – ricorda Lorenzo – Prima non è che non amavo gli animali, proprio non avevo mai avuto contatti con loro né desideravo farlo. Arrivato il periodo del lockdown, però, con Godzilla si è creato un rapporto unico, ho visto le cose in maniera diversa: mi ha fatto scoprire un mondo nuovo e averlo perso per noi è un dolore ancora enorme. Oggi i nostri gatti sono membri a tutti gli effetti della famiglia, sono parte integrante della nostra quotidianità… Se solo penso a quando abbiamo adottato Giuliano (il secondo nome di Evangelion ndr) questo viaggio a Napoli per venire a prendere Mia mi sembra una passeggiata!».
Seduti intorno a un tavolino, Selvaggia e Lorenzo si lasciano serenamente andare alla condivisione dei ricordi in compagnia di Annamaria e Carmen con cui si è instaurato subito quel feeling che si crea quando si ha una visione del rapporto con gli animali simile, ovvero basata sull'affetto e sul rispetto. «Eravamo in Sicilia – racconta Selvaggia – ed era la giornata più calda non d'Italia ma d'Europa. Leon voleva un gattino e noi siamo andati in un piccolo paese vicino a quello in cui eravamo in vacanza per andarlo a prendere. Ecco, sin da quel momento abbiamo capito che quel micetto, del resto come tutti, aveva una sua personalità ben definita… ovvero farsi i fatti suoi e non rivolgere attenzione ad altri se non a mio figlio».
In realtà Evangelion dimostrerà pure un altro interesse "particolare": «Impazzisce per gli elastici che uso per i capelli – aggiunge Lorenzo – E' capace di rimanere ore a fissarmi la testa fin quando non ne ottiene uno. Poi lo perde (non lo mangia, stiamo attenti e infatti ogni tanto li ritroviamo sparsi per la casa) ed ecco che torna a "stalkerarmi"».
Selvaggia riprende il discorso sull'importanza di saper distinguere la personalità che caratterizza ogni essere vivente descrivendo Coraggio, secondo nome Bruno, come il "re della casa" grazie alla sua socievolezza: «Lui fa lunghi discorsi, sa come ricevere coccole e attenzioni ma fuori dal suo ambiente è timido e riservato. E' un gatto simpatico e che ha scelto me come punto di riferimento. Evangelion è il suo "schiavo" ma nel senso che Coraggio anche quando lo abbiamo portato in pensione era adorato da tutti gli altri ospiti: è proprio un bel tipo, fondamentalmente».
E ora i due incontreranno Mia che, come da tradizione nella famiglia Lucarelli-Biagiarelli, avrà un nuovo nome associato a quello che ha fino ad oggi portato: «In onore del viaggio che abbiamo fatto, dove abbiamo maturato l'idea di procedere con la terza adozione, la chiameremo Seoul», conclude Selvaggia.
La sera cala su Partenope e volontarie e adottanti si salutano in un abbraccio. Selvaggia, Lorenzo e Seoul si allontanano per la loro prima notte insieme. E la fine di questo incontro si trasforma nell'inizio di una nuova, bellissima storia.