Gli erpetologi l'hanno scovato mentre li fissava completamente immobile, aggrappato alle pareti di alcune grotte sacre utilizzate da secoli dai monaci buddisti per compiere la loro meditazione. Invece però di fuggire di fronte alla loro presenza, il geco ha mantenuto la propria in posa, come se si aspettasse di essere notato dopo chissà quanto tempo dall'ultima volta che è stato avvistato da un essere umano.
Questo evento è accaduto nell'autunno del 2021 in India, all'interno delle grotte Gandharpale nella regione del Maharashtra, e per quanto sembra passato poco tempo da allora, sono numerose le scoperte effettuate dal team di ricercatori che si sono trovati di fronte a questa nuova specie di geco sconosciuta alla scienza. Il team era guidato da Amit Sayyed, biologo della Wildlife Protection and Research Society (WLPRS), che quasi per caso ha avuto la possibilità di entrare dentro le grotte Gandharpale per effettuare un sopralluogo.
Come infatti è possibile leggere nello studio pubblicato su Taprobanica: The Journal of Asian Biodiversity, Sayyed si trovava all'interno della grotta solo per effettuare una visita personale e non era lì per scoprire una nuova specie, finché non si è accorto di quella strana lucertola che sporgeva dal soffitto, che ha prontamente fotografato, pur non potendola prelevare.
Fortunatamente, tornando una seconda volta nella grotta qualche tempo dopo con dei colleghi al seguito, è riuscito a ritrovarne altri tre esemplari, tra cui una femmina in procinto di deporre le uova. Studiandoli, si è così reso conto che le sue supposizioni erano corrette e che questa tipologia di geco era totalmente nuova rispetto alle altre specie conosciute della regione. Insieme al resto del team, ha così deciso di chiamarla Cnemaspis fortis, riferendosi al suo coraggio di fronte ai visitatori.
Per quanto si tratti infatti di una specie selvatica, questo geco infatti ha costantemente dimostrato ai biologi di non avere timore degli esseri umani e di essere probabilmente abituato alla loro presenza, seppur sia stato ignorato per anni dai ricercatori come dagli stessi visitatori delle grotte. Secondo la ricostruzione fornita dai biologi all'interno dell'articolo, questo geco sarebbe anche il secondo più piccolo dell'intero subcontinente indiano, misurando meno di 6 cm di lunghezza. Ed è paradossale constatare il fatto come fino a questo momento nessun ricercatore sia stato in grado di scoprire questa specie in un luogo così tanto frequentato come un santuario religioso.
Rispetto inoltre molte altre specie che è possibile trovare nelle regioni occidentali dell'India, il Cnemaspis fortis dispone di un corpo marrone senape, leggermente punteggiato di giallo al livello del dorso. I suoi occhi particolarmente espressivi hanno invece una pupilla molto scura, tendente al nero, che in alcuni casi sembrano quasi finti come quelli utilizzati dai tassidermisti. L'analisi del suo DNA ha inoltre rilevato come questa nuova specie disponga di una divergenza genetica compresa tra il 4% e l'8% rispetto alle altre specie di gechi nani che abitano la stessa regione. Questo vuol dire che la sua origine è piuttosto recente.
È molto probabile che questo geco si sia insediato all'interno delle grotte visitate dai monaci buddhisti, affermano i ricercatori, in parte perché questi rettili sono abituati a visitare quei luoghi utilizzandoli come rifugio, ma dall'altra parte il calore emanato dalle candele e la presenza umana ha fatto sì anche che questi ambienti probabilmente più comodi rispetto ad altre grotte.