Alla fine del 1800, la spedizione oceanica Valdivia, guidata dal famoso naturalista tedesco Carl Chun, svelò per la prima volta al mondo uno dei più "inquietanti" e iconici abitanti degli abissi: il calamaro vampiro, il cui nome scientifico è Vampyroteuthis infernalis, letteralmente "calamaro vampiro dell'inferno". Fino a oggi, si pensava però esistesse solo una specie di calamaro vampiro, ma dopo oltre un secolo dagli abissi ne è appena emersa una seconda, Vampyroteuthis pseudoinfernalis, scoperta nel Mar Cinese Meridionale.
Come descritto nello studio recentemente pubblicato su Zoological Systematics, a prima vista V. pseudoinfernalis potrebbe sembrare quasi identico al suo parente più conosciuto, ma le differenze tra le due specie ci sono. La più evidente di tutte è la presenza di una "coda" sulla parte terminale del mantello, assente invece in V. infernalis. Inoltre, i fotofori – ovvero gli organi luminosi presenti lungo il corpo – sono situati in posizioni diverse. La nuova specie è stata scoperta nei pressi dell'isola di Hainan, nel nord-ovest del Mar Cinese Meridionale, a settembre del 2016, a una profondità di 800-1.000 metri.
Dopo essere stato fotografato e misurato, è stato anche estratto il DNA per confrontarlo con altre specie di calamari. In passato, altri individui trovati qua e là erano stati inizialmente classificati come specie nuove, ma si rivelarono poi essere semplicemente giovani esemplari di V. infernalis. Tuttavia, anche grazie al DNA e ai confronti morfologici, è stato possibile finalmente confermare che questa volta si trattava davvero di una nuova specie di calamaro vampiro. Gli autori la descrivono come "estremamente gelatinosa" e tra le altre caratteristiche tipiche segnalano anche pinne e becco leggermente diversi.
Nonostante il loro nome suggestivo, i calamari vampiri non sono però spietati predatori succhia-sangue. Anzi, sono più che altro spazzini degli abissi e si nutrono soprattutto di detriti e "neve marina", una pioggia continua di materiale organico che cade dalle acque superficiali. Questi animali non appartengono nemmeno propriamente alla famiglia dei calamari, ma costituiscono una famiglia a sé stante: Vampyroteuthidae. Quando V. infernalis fu descritto ufficialmente per la prima volta nel 1903, si pensava addirittura fosse una strana specie di polpo, ma successivamente venne poi riclassificato.
Questa nuova scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione sulla biodiversità degli abissi marini, ma solleva anche nuove domande sull'evoluzione e l'adattamento di queste enigmatiche creature alla vita in profondità. I calamari vampiri, con la loro misteriosa ed eccezionale bellezza e adattabilità, continuano a stupire e a ispirare i ricercatori di tutto il mondo, regalandoci ora una seconda iconica specie di uno dei gruppi di cefalopodi più affascinanti e particolari del nostro Pianeta.