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9 Maggio 2024
16:27

Una nuova specie aliena minaccia la biodiversità della Laguna veneta: è la noce di mare

La "noce di mare" è arrivata nel Mar Adriatico intorno al 2010, aiutata dai cambiamenti climatici. Oggi questa specie aliena, che somiglia a una medusa, si sta diffondendo nelle acque della Laguna veneta. Non è pericolosa per l'uomo, ma mette a rischio la preziosa biodiversità di questo ecosistema.

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Una minaccia invisibile ma invasiva si sta diffondendo nelle acque della Laguna veneta, mettendo a rischio la preziosa biodiversità di questo ecosistema. Si tratta della "noce di mare" scientificamente nota come (Mnemiopsis leidyi), una specie aliena di giunta nel Mar Adriatico intorno al 2010 e in aumento anche a causa dei cambiamenti climatici. Nonostante la sua somiglianza con le meduse, la noce di mare è in realtà uno ctenoforo privo di cellule urticanti. Non è quindi pericolosa per gli esseri umani, ma è un vorace predatore di zooplancton, con una dieta che include anche larve di numerosi pesci autoctoni.

Questo comporta uno squilibrio critico negli ecosistemi lagunari, limitando la riproduzione e la proliferazione delle specie locali. Secondo il Museo di Storia Naturale di Venezia, questa specie era originariamente diffusa lungo le coste dell'Atlantico americano. Si ritiene che sia arrivata probabilmente attraverso le acque di zavorra delle navi da carico nel Mar Nero alla fine degli anni 80 del secolo scorso, dove è diventata invasiva e ha causato una significativa riduzione di numerose specie ittiche anche di interesse commerciale. Successivamente, si è espansa nel Mar di Azov, nel Mar Caspio e nel Mediterraneo nord-orientale, raggiungendo il Mar Egeo e le coste turche.

Nei primi anni del 2000, è stata avvistata nel Mar Baltico, mentre nel 2005 alcuni individui sono stati segnalati a Pirano al largo delle coste croate del Golfo di Venezia e nell'estate del 2009 nel Tirreno, nello Ionio e lungo le coste liguri. Tra la fine di luglio e l'inizio di agosto del 2016, si è verificato un notevole aumento della presenza di questa specie lungo le coste del Veneziano. Sono stati avvistati sia in prossimità delle spiagge che al largo, penetrando con la marea anche nelle zone più interne della laguna fino ai principali canali della città.

Uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Padova e dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, ha evidenziato come la presenza di questa specie sia aumentata a partire dal 2014, principalmente a causa dell'incremento della temperatura delle acque.

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Le soluzioni per contrastare questa invasione sono limitate: i pescatori hanno proposto di incrementare la pesca come nel caso del granchio blu, ma per le noci di mare la situazione è più complessa. La loro proliferazione è limitata soprattutto dalle temperature del mare, che devono però essere vicine ai 3 gradi per contrastarne la riproduzione. Ciò però si contrappone agli effetti dei cambiamenti climatici del riscaldamento globale. Tuttavia, c'è una speranza: la noce di mare ha un predatore naturale, lo ctenoforo autoctono Beroe ovata, ma la sua efficacia potrebbe non bastare a causa dell'ambiente in continuo cambiamento.

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Giovanna Scozzese
Video editor
Fotografa e Videomaker di formazione, ho avuto da sempre la necessità di legarmi al reale, a tutto ciò che mi circonda, vivendo in simbiosi con il mondo esterno. La natura fa parte di me, sin da bambina ho avuto modo di conoscerla, scoprirla e viverla. Mi sforzo ogni giorno di fortificare il mio interesse su ciò che potremmo creare e cambiare nei confronti del nostro Pianeta, un luogo in cui noi siamo solo di passaggio.
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