Una nuova petizione per fermare gli abbattimenti selettivi di cervo sardo promossa da Grig, Gruppo d'Intervento Giuridico, ha raggiunto in poche settimane le 30mila firme. Un traguardo importantissimo come sottolinea Stefano Deliperi, presidente del Grig, che ha recentemente dichiarato che decine di migliaia di cittadini rifiutano gli abbattimenti selettivi come metodo di risoluzione dei problemi ambientali legati al sovrannumero degli esemplari.
Secondo Deliperi infatti, gli abbattimenti di uno dei simboli della fauna sarda e del Mediterraneo sarebbero frutto più di una mossa elettorale per accontentare i cacciatori che una vera azione volta alla tutela dell'ambiente. In attesa di raggiungere le 35mila firme, la petizione è ancora attiva su Change.org.
Il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) è una sottospecie endemica di Corsica e Sardegna, cioè presente solo su queste due isole, di Cervo nobile (Cervus elaphus), un mammifero ruminante diffuso in Europa ed Asia.
Cosa differenzia gli "isolani" dagli individui nativi del continente? Zampe più corte per arrampicarsi meglio sui fianchi delle montagne, una coda più lunga, un bramito più "cupo" ed un ciclo riproduttivo leggermente anticipato, tutte caratteristiche acquisite in migliaia di anni di isolamento.
Fino all'Ottocento questo animale era piuttosto comune su entrambe le isole quando, nonostante un regio divieto di caccia all'animale, iniziò un lento declino delle popolazioni, dovuto agli estesi abbattimenti forestali e ad un aumento di incendi e territori destinati all'allevamento.
Durante gli anni sessanta la popolazione corsa si estinse completamente e rimanevano solo poche centinaia di esemplari in tutta la Sardegna. I decenni successivi hanno però segnato un punto di svolta, con efficaci programmi di recupero e di reintroduzione, che hanno visto la rinascita della popolazione corsa ed una forte ripresa di quella sarda. L'ultimo censimento risalente al 2018 ha stimato un totale di 13mila esemplari.
Per alcuni politici sardi questo animale sarebbe quindi fuori pericolo, ed anzi, negli ultimi anni sarebbe addirittura diventato una minaccia per l'agricoltura locale: l'assessore della difesa dell'ambiente della Regione autonoma della Sardegna Gianni Lampis ha pubblicamente dichiarato di voler riaprire la caccia al Cervo attraverso piani di abbattimento.
I portavoce di Grig hanno invece proposto di "sfruttare" questa naturale espansione per favorire la colonizzazione di altre aree della Sardegna, come Arbus e Laconi, o della Corsica non ancora raggiunte dalla specie.
In copertina, foto di Domenico Ruiu