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25 Gennaio 2024
16:49

Una mosca succhiasangue mette a dura prova la sopravvivenza dei fringuelli di Darwin

I fringuelli di Darwin nelle Galápagos sono minacciati da una mosca succhiasangue che li sta decimando, ma uno studio rivela che quelli nati in ambienti urbani hanno maggiori probabilità di sopravvivenza.

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I fringuelli di Darwin, gruppo di uccelli originari delle isole Galápagos particolarmente noti poiché hanno svolto un ruolo chiave per spiegare la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, purtroppo sono minacciati da una mosca succhiasangue invasiva che sta decimando le loro popolazioni. Tuttavia, una recente ricerca suggerisce che gli individui che vivono e frequentano gli ambienti urbani potrebbero avere maggiori possibilità di sopravvivere a questo parassita. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Global Change Biology.

Ma chi è questa mosca e perché è così pericolosa? La specie è questione si chiama Philornis downsi, conosciuta però comunemente come mosca vampira avaria. Originaria del Sud America continentale, è stata trovata per la prima volta alle Galápagos negli anni 50 e riconosciuta come un problema importante nel 1997. La pericolosità di questa specie non è legata agli individui adulti, ma bensì alle sue uova. Queste vengono deposte nei nidi degli uccelli, e una volta schiuse, le larve si nutrono del sangue dei piccoli uccellini indifesi, causando spesso danni gravi. Sfortunatamente, la presenza di questa specie è ormai segnalata in quasi tutte le isole dell'arcipelago. Di conseguenza, gli scienziati stanno attivamente cercando di comprendere gli effetti a lungo termine sulle popolazioni di uccelli autoctoni, tra cui i celebri fringuelli delle Galápagos.

Sarah Knutie, coautrice dello studio e professoressa associata di ecologia e biologia evolutiva della University of Connecticut ha spiegato che non tutti gli uccelli autoctoni sono colpiti allo stesso modo da questo parassita e, basandosi anche su studi precedenti, ha ipotizzato che le specie che vivono in contesti urbani sembrano essere più protette. «Sappiamo che esiste una diversa disponibilità di cibo per gli animali nelle aree urbane, quindi ho iniziato a chiedermi se i fringuelli urbani fossero colpiti in modo diverso o forse si difendessero meglio dalle mosche perché avevano accesso a cibo diverso».

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Per verificare le sue ipotesi, quindi, è stato condotto uno studio sull'isola di San Cristobal, a Puerto Baquerizo Moreno, città con circa 8.000 abitanti. Qui il team di ricercatori ha compiuto delle ricerche sui fringuelli per capire come reagissero alla mosca parassita. I risultati dello studio sono a dir poco sbalorditivi. «Abbiamo scoperto che quando i nidi non erano parassitati, la sopravvivenza degli uccelli non differiva tra le aree urbane e quelle non urbane, quindi l'urbanizzazione in sé non influiva sulla sopravvivenza. Quando però i nidi erano parassitati, la sopravvivenza era oltre sei volte maggiore per i nidiacei urbani rispetto a quelli non urbani, la cui sopravvivenza era quasi pari a zero», ha affermato Knutie. È chiaro, quindi, che vi sono delle differenze notevoli, ma a cosa sono dovute?

Per rispondere a questa domanda, il team ha compiuto delle analisi genetiche specifiche per comprendere i meccanismi molecolari alla base del modo in cui il parassitismo e l'urbanizzazione influenzano la sopravvivenza dei fringuelli. È emerso che gli uccelli nati in ambienti urbani mostrano una risposta difensiva più efficace contro i parassiti rispetto a quelli nati in aree non urbane. Gli uccelli provenienti da contesti non urbani attivano comunque vie immunitarie, ma sembra che questo rappresenti un tentativo finale di difesa, spesso risultando inefficace e portando alla morte della maggior parte dei pulli.

I risultati suggeriscono che ci sia qualcosa nella popolazione di fringuelli urbani che sta migliorando la sopravvivenza della specie. «Se riusciamo a capire se si tratta dell'evoluzione delle difese, o se c'è un fattore ambientale che aiuta, questo potrà aiutarci a definire migliori strategie di conservazione o gestione anche per altre popolazioni, in modo che gli uccelli non diminuiscano o si estinguano», ha sostenuto Knutie.

In conclusione, possiamo ancora sperare che il futuro di questi splendidi uccelli non sia compromesso del tutto. I ricercatori hanno spiegato però che il prossimo passo sarà quello di ampliare lo studio a tutte le altre isole per verificare se gli effetti dell’urbanizzazione varino sull'interazione uccelli/parassita.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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