Alcuni ricercatori hanno dimostrato che una specie endemica di mosca australiana (Drosophila pseudotakahashii) ha apportato delle modifiche al proprio genoma per contrastare gli effetti nocivi dovuti a un batterio endosimbionte noto come Wolbachia, che viene trasmesso dalla madre alla prole. Tale batterio vive nel microbioma dell'animale ed è uno splendido esempio di coevoluzione fra organismi viventi.
Per microbioma si intende l'insieme di batteri, virus e funghi presente nell'intestino degli esseri viventi. E' presente anche nell'uomo e costituisce una parte fondamentale del nostro organismo: basti pensare che le cellule batteriche sono 10 volte maggiori di quelle umane e che il solo microbiota intestinale umano è costituito da oltre 1000 specie diverse che codificano per circa 5 milioni di geni coinvolti in diverse funzioni.
La maggior parte dei batteri non nuoce alla salute, anzi, compie azioni essenziali per la nostra sopravvivenza: digerisce il cibo e utilizza i nutrienti che ne ricava per alimentare le nostre cellule, sintetizza vitamine, metabolizza i farmaci, detossifica le molecole cancerogene, stimola il rinnovo cellulare dell’intestino e attiva e supporta il sistema immunitario.
In alcuni casi, come accade per gli insetti ad esempio, questi microrganismi possono vivere anche all'interno delle cellule dell'ospite ed essere trasmetti dalla madre alla prole. Si parla di batteri endosimbionti che talvolta possono essere dannosi per l'ospite stesso inducendo quest'ultimo ad apportare modifiche al proprio genoma per difendersi.
Lo studio pubblicato su PLOS Biology ha dimostrato che gli esemplari di Drosophila pseudotakahashii sono portatori del batterio Wolbachia, un patogeno che generalmente porterebbe alla morte del proprio ospite. Come è possibile che le mosche sopravvivano ugualmente? Un ulteriore problema è costituita dal fatto che nel caso femmina dovesse debellare il patogeno, un accoppiamento tra maschi infetti e femmine guarite dall'infezione porterebbe addirittura alla morte della prole.
Come se non bastasse l'intera situazione è resa più complicata dal fatto che esiste un secondo ceppo di Wolbachia che può infettare le mosche insieme al primo ceppo. In presenza del secondo ceppo, le femmine producono solo altre femminile, conseguenza che può portare all'estinzione della specie a causa della mancanza di individui di sesso maschile con cui accoppiarsi.
Proprio in questo contesto così complesso Drosophila pseudotakahashii ha sviluppato una strategia biologica unica nel suo genere: riesce a cambiare una regione specifica del proprio genoma, azione che permette nel giro di qualche settimana di stabilizzare nuovamente la popolazione. Tale modifica, infatti, soppreime l'azione del secondo ceppo permettendo alle mosche infettate da entrambi i batteri di ricominciare a produrre maschi.
E' affascinante notare come in così poco tempo animali del genere siano in grado di apportare modifiche importanti al proprio DNA. Ancora più sorprendente è il fatto che solitamente sono processi evolutivi che possono avvenire anche nel corso di millenni, che in questo caso avvengono nel giro di poche settimane. Questo rappresenta un chiaro esempio di quanto complicate siano le interazioni tra i vari esseri viventi e di come quest'ultime possano variare nel corso del tempo.