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23 Febbraio 2021
17:40

Una marea nera di petrolio invade Libano e Israele: vittime pesci e balene

Pesci, tartarughe marine e un cucciolo di balenottera: sono loro le prime vittime di un disastro ambientale che sta toccando le coste del Medio Oriente. Una marea nera di petrolio proveniente dal mare aperto ha raggiunto le coste di Israele e del Libano. Il forte vento e le onde stanno infatti spargendo le chiazze in un'area di circa 180 chilometri di lungomare.

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Pesci, tartarughe marine e un cucciolo di balenottera: sono loro le prime vittime di un disastro ambientale che sta toccando le coste del Medio Oriente. Una marea nera di petrolio proveniente dal mare aperto ha raggiunto le coste di Israele e del Libano. Il forte vento e le onde stanno infatti spargendo le chiazze in un'area di circa 180 chilometri di lungomare.

I media e gli esperti israeliani parlano del "peggiore disastro ecologico" che ha coinvolto il Paese. Il premier Benyamin Netanyahu ha proclamato la chiusura di tutta la costa, vietando bagni e campeggi. Anche il primo ministro libanese, Hassan Diab, ha chiesto ai suoi ministri l'attuazione di provvedimenti per contenere i danni.

Il cucciolo di balenottera è stato trovato senza vita sulla spiaggia della Riserva di Nitzanim. Ma su tutta la costa è partita la macchina del volontariato, con migliaia di persone che stanno cercando di ripulire la spiaggia dal catrame. Non c’è però solo l'emergenza costiera: la preoccupazione va anche per il fondale marino, per i pesci, i cetacei e gli organismi che lo abitano.

Notevoli sarebbero anche gli effetti anche per le città: la catastrofe potrebbe danneggiare l’opera fatta da Israele nel corso degli anni e che è legata alla desalinizzazione delle acque marine per renderle potabili. Infatti, dall’acqua del Mediterraneo viene garantito circa il 70% delle risorse idriche.

I sospetti israeliani puntano il dito su una nave in transito

Stando alle prime valutazioni del Ministero dell’Ambiente israeliano la causa sarebbe da ritrovare in una fuoruscita di greggio da parte di una nave che si trovava al di fuori delle acque territoriali dello Stato e che sarebbe avvenuta circa una settimana fa. Sono state chieste informazioni all’Ente europeo per il traffico marino per cercare di capire chi abbia compiuto lo sversamento di queste decine di tonnellate di greggio. Israele sospetta della nave Minerva Helen, passata dal Canale di Suez e che ora si trova in Spagna, a Cartagena. La proprietà, greca, nega però qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.

Gli ambientalisti israeliani si sono subito schierati contro il Governo, visto che lo scorso anno si erano opposti alla rampa per l’estrazione di gas naturale realizzata vicino alla costa e al progetto del corridoio Europa-Asia per far transitare elevate quantità di petrolio: una investimento da 700 milioni di dollari che potrebbe, a loro dire, causare danni irreparabili alla barriera corallina di Eliat. Israele non è comunque nuovo a catastrofi simili: nel 2014 ci fu una fuga di greggio dalla pipeline di Katza’a che causò un disastro ambientale nella Riserva del Neghev.

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