Adrano, una città siciliana che dista 28 km da Catania, è stata negli ultimi giorni al centro dell’attenzione dei media e di diversi animalisti italiani che hanno segnalato, a distanza di breve tempo, due casi di maltrattamento a danno di alcuni cani del territorio.
Il primo episodio riguarda l’avvelenamento di cinque cani randagi in contrada Pietra bianca, il secondo riguarda invece il ritrovamento di una meticcia con il corpo martoriato che era stata legata con una corda ad un palo della luce e abbandonata nel bel mezzo di una discarica abusiva a cielo aperto.
Antonella Palermo, una volontaria accreditata del comune di Catania ha raccontato a Kodami che «i cani che sono stati avvelenati venivano segnalati sin dall’inizio dell’estate alle autorità preposte». Dal racconto dei volontari si apprende che i cani venivano monitorati da una persona che si occupava di dar loro tutte le cure necessarie e che, alla visione dei loro cadaveri in strada, ha immediatamente segnalato il reato alle autorità locali che sono intervenute sul posto.
«Io sono una volontaria di Catania ma da quest’estate mi sono occupata di questo gruppo di cani in zona Pietra Bianca ad Adrano. Ho cercato di dare una mano, seppur a distanza, con la condivisione dei post sui social affinchè tutti potessero conoscerne la storia e supportando la persona che si occupava fisicamente di seguirli», continua Antonella.
Un evento, quello che ha riguardato la morte dei randagi a seguito di un avvelenamento, che ha preoccupato diversi residenti della zona e allarmato le associazioni animaliste vicine e lontane.
Purtroppo, a distanza di pochi giorni dal ritrovamento dei cadaveri avvelenati, un altro caso di maltrattamento a danno di un cane si è verificato sempre nelle zone di Adrano, stavolta però in via San Paolo dove è stata recuperata una cagnolina di piccola taglia abbandonata tra i rifiuti e con una corda strettissima al collo che la teneva legata ad un palo della luce.
Un gruppo di volontari, tra cui l’Enpa, ha raccontato a Kodami che «la cagnolina è stata palesemente vittima di maltrattamenti e a testimoniarlo sono i segni di violenza su tutto il suo corpo. Accanto a sé aveva solo rifiuti di ogni genere e qualche croccantino».
Due casi, quelli accaduti ad Adrano in questi giorni, che evidenziano la necessità di intervenire con leggi più severe nei confronti di chi maltratta, abbandona e uccide gli animali, soggetti che spesso agiscono indisturbati in zone, come la contrada di Pietra Bianca in cui è avvenuto l’avvelenamento, che sfuggono ad ogni tipo di controllo e che diventano spesso il luogo ideale in cui commettere illeciti di varia natura a danno dei cani che vivono nei dintorni.
«La mamma dei cuccioli che è stata avvelenata vive in quella zona non da ieri, né dalla settimana scorsa ma da tempo ormai. Era necessario intervenire con una sterilizzazione seguita da una reimmissione in territorio controllata. Invece oggi piangiamo la sua morte», conclude Antonella che sottolinea come molti volontari siciliani si trovino ad agire in perfetta solitudine relativamente ai temi delicati del randagismo e dell’abbandono, senza che nessuna istituzione fornisca loro gli strumenti idonei a contrastare tali dilaganti fenomeni.
Il maltrattamento degli animali, oltre ad essere previsto e punito dalle nostre leggi penali, è un chiaro indice di pericolosità sociale che evidenzia una condotta antisociale e criminale da parte di soggetti che andrebbero posti dinanzi alle sanzioni previste dalla legge ma che, purtroppo però, non sono consequenziali alle denunce che restano spesso a carico di ignoti.
A seguito dei due tristi avvenimenti anche il partito animalista italiano è intervenuto e tramite il dirigente regionale Patrick Battipaglia ha dichiarato che «quelli avvenuti sono fatti davvero gravi per i quali il partito animalista ha presentato denuncia. Gli animali vanno amati e non possono essere trattati come oggetti. Chiediamo alla polizia municipale di Adrano di fare il possibile per poter dare un volto a chi ha compiuto un gesto così vergognoso. Il maltrattamento di animali è un reato punito dalla legge, articolo 544 Ter del codice penale. Fatti come questi ci fanno davvero rabbia. Se fosse già in vigore la nostra legge Angelo, con pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali, sicuramente ci sarebbero meno casi come questo da dover commentare».
In attesa di ulteriori risvolti per entrambi i reati commessi a danno degli animali in questione, la cagnolina che è stata ritrovata legata al palo della luce è stata immediatamente messa in salvo dai volontari che adesso cercano per lei un'adozione seria e sicura (in foto la cagnolina che adesso sta bene), «in contrada Pietra Bianca, invece – conclude Antonella – so che ci sono altri cuccioli e cani sopravvissuti all’avvelenamento ed è per questo che non ci stancheremo di chiedere degli interventi mirati a tutelarli».