«Bene l’inserimento dello sviluppo sostenibile in Costituzione, ma è importante cogliere questa occasione storica per includere anche gli animali». Il mondo animalista si unisce, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, per chiedere che gli animali, una volta per tutte «vengano riconosciuti nella Carta come esseri senzienti, recependo l'accresciuta sensibilità della popolazione nei confronti del loro benessere».
Perché è un'occasione storica
«Sarebbe davvero stupido perdere quella che è un'opportunità unica. L’occasione è adesso», ci spiega Alessandro Ricciuti presidente di Animal Law Italia, promotore della lettera. «Le modifiche alla Carta non vengono fatte in ogni momento, soprattutto sulle stesse tematiche. Quindi, visto che il premier Draghi nel suo discorso programmatico ha confermato l’impegno a portare avanti il progetto di legge costituzionale per introdurre il concetto di sviluppo sostenibile nella Carta, questo è il momento per far rientrare nelle modifiche anche il tema degli animali».
L'appello è scaturito dalle associazioni animaliste più grandi e rilanciato dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, comprese le realtà più piccole che si occupano quotidianamente del volontariato: «La nostra Costituzione parla di tutela del paesaggio, un termine ottocentesco, pittorico quasi», sottolinea la presidente di Enpa Carla Rocchi. «Ma dal nostro punto di vista non è sufficiente. L’ambiente è danneggiato anche per la mancata attenzione e cura di chi nell’ambiente ci vive e quindi, ecosistemi, biodiversità e animali. Noi chiediamo, semplicemente, che quell’attenzione in più, non ci sia solo per far vivere meglio noi, ma per tutelare anche gli equilibri degli altri viventi che ne fanno parte. Non sfugge a nessuno che Draghi abbia il suo bel da fare in questo momento, ma immaginiamo anche che essendo un uomo molto intelligente e molto attento, sappia sentire con orecchie che altri non hanno avuto».
Codice civile: gli animali sono ancora considerati come "res"
Nella legislazione italiana, infatti, gli animali sono considerati ancora come “res”, oggetti, quindi privi di quelle tutele specifiche che riguardano gli esseri senzienti, nonostante sia ormai appurato che essi provino dei sentimenti a tutti gli effetti e, nel caso degli animali da compagnia, siano parte integrante delle famiglie che li accolgono.
«Questa definizione non sta più al passo con i tempi» prosegue ancora Ricciuti. «Ben interpretando quella che è l’evoluzione della sensibilità nei confronti degli animali, che vede oltre un milione di cittadini che, in prima persona, prestano la propria attività di volontariato in questo ambito, è legittimo richiedere di dare rilievo costituzionale a questa tematica e recepire l’Art. 13 del Trattato di Lisbona come hanno fatto altre Costituzioni».
Inoltre, prosegue ancora Ricciuti «scrivere tra i principi fondamentali all’Art. 9 che la “Repubblica Italiana promuove e sostiene la tutela degli animali” darebbe loro piena dignità in quanto esseri viventi e darebbe una forza maggiore anche all’azione delle forze dell’ordine e della magistratura nel salvaguardarli. Chiaro che se poi venisse inserito il termine “senzienti” sarebbe il massimo. Non credo però che l’Italia sia ancora pronta».
Molto soddisfatta anche Sara Turetta, presidente di Save the Dogs: «Abbiamo accolto con grande favore l’annuncio di Mario Draghi di voler inserire la tutela dell'ambiente nella Costituzione, ma noi associazioni ci siamo dette “perché lasciar fuori gli animali, che dell'ambiente sono parte integrante?". La Germania, sempre avanti in ciò che concerne i diritti animali, ha inserito gli animali nella Costituzione nel 2002, prima in Europa. Sono passati 18 anni, è venuto il momento anche per l'Italia di compiere questo passo, che consentirà maggiori tutele nel nostro ordinamento giuridico».