Aveva circa un'anno di età ed era appena arrivata dalla Lapponia per diventare la "star" dell'Oasi degli Animali di Piane di Mocogno, una frazione del comune di Lama Mocogno, in provincia di Modena. Ma il giovane maschio di renna – ribattezzato Rudolph proprio come la compagna dal naso rosso di Babbo Natale – è stato trovato morto tra i boschi dell'Appennino modenese, ucciso dai lupi o altri predatori, come i cani reinselvatichitichi. Il cervide era scappato dal recinto dell'oasi in tarda serata, facilitato da un varco creato da un albero precipitato sulla recinzione a causa del maltempo.
Inutili sono state le ricerche, i resti della renna sono stati trovati il mattino seguente da alcuni cacciatori, nei boschi a pochi chilometri da Piane. Secondo il veterinario intervenuto sul posto – che ha riconosciuto la renna dai pochi resti rimasti – l'animale è stato certamente predato, ma è difficile stabilire da parte di chi. Potrebbero essere stati i lupi, piuttosto diffusi tra i boschi della zona, oppure dei cani reinselvatichiti.
E la notizia non dovrebbe di certo stupire o sconcertare. Una giovane renna inesperta nata in cattività, sola e in un ambiente totalmente sconosciuto è inevitabile che diventi la preda ideale per un gruppo di predatori affamati alle prese con i rigori dell'inverno. E così il cervide da "attrazione" si è trasformato in pasto, quasi a ricostruire una tipica scena di caccia della tundra artica, dove le renne vivono libere allo stato selvatico. Solamente che ci troviamo a migliaia di chilometri dalla Lapponia.
I lupi diffusi intorno al circolo polare artico – più grossi e resistenti del lupo appenninico – sono infatti tra i principali predatori delle renne, soprattutto in pieno inverno, quando le altre prede scarseggiano. Una famiglia di lupi può letteralmente vivere pedinando le mandrie durante i loro spostamenti per tutto l'anno. All'occorrenza poi, quando il branco è affamato, grazie alla forza del gruppo e a un attacco perfettamente coordinato riescono ad abbattere sia gli esemplari più giovani e deboli che quelli adulti.
Ciò che è accaduto tra i boschi del modenese è stato quindi unicamente un tragico incidente, una fatalità in cui un giovane erbivoro solo e spaesato, lontano migliaia di chilometri dal suo habitat naturale, è stato letteralmente "buttato" in mezzo ai lupi, che hanno fatto semplicemente quello che possono e che sanno fare, i lupi.