Una giornata di DAD con Fiammetta: la bimba “a scuola” sui pascoli in Trentino

Fiammetta è diventata famosa negli ultimi giorni per una foto scattata dal padre che la ritrae mentre segue le lezioni in DAD dai pascoli del Trentino, in Val di Sole. Siamo andati a trovarli proprio lì, dove la foto è stata scattata e la ragazzina ci ha raccontato cosa significa seguire la scuola tra le capre.

23 Marzo 2021
18:44
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Sotto la rocca di Samoclevo c'è silenzio. Si sente solo il rumore dei campanelli delle capre. Dalla strada sta arrivando un pick-up guidato dal pastore del gregge e a bordo c'è anche sua figlia Fiammetta, la bambina diventata famosa per la foto che la ritrae durante le lezioni in DAD sui pascoli del papà Massimiliano Melis, in Val di Sole, nel Trentino occidentale.

Ad accoglierli ci sono le loro capre, i cani che le proteggono da lupi e orsi e il loro cavallo: Hagrid. Fiammetta salta giù dalla macchina e recupera lo zaino: «Si chiama come l'amico di Harry Potter, perché era il più grande della scuderia», spiega e poi subito corre incontro ai cani per salutarli. Subito dopo aver adempiuto al rituale dei saluti, zaino in spalla, la bimba si dirige verso un banco piazzato in mezzo al prato con il computer collegato a Internet: sta per iniziare la lezione. Mentre apre il pc, il papà le chiede: «Hai abbastanza batteria?», e lei risponde: «Si, ho il 90%, mi basta per due ore». Massimiliano sorride e si schernisce: «Io di queste cose non ci capisco niente, per fortuna fa tutto da sola».

L'inizio delle lezioni tra belati e campanellini

Mentre la lezione inizia, Massimiliano Melis, di origine sarda, si siede a terra e racconta: «Vivevo in Sardegna fino a qualche anno fa, poi la situazione economica per i pastori dell’isola mi ha portato a spostarmi verso Nord, qui in Trentino, ed ecco come sono finito in Val di Sole. Mi trovo bene, penso che le nuove generazioni di trentini siano persone molto in gamba. La gente è un po' più chiusa che da noi in Sardegna, ma non si sta male».

Poi guarda la figlia che segue le lezioni e dice: «Lei è felice di venire sui pascoli. Ora sta arrivando la primavera e si sta anche bene, ma questo inverno è stato duro. Continuava a nevicare e bisognava pulire la strada dalla neve tutti i giorni. Fortunatamente le scuole non hanno mai chiuso nei mesi più freddi, quindi Fiammetta ha iniziato a frequentare la scuola dal pascolo solo nelle ultime settimane e siamo riusciti a mandare avanti il lavoro». Massimiliano parla continuando a tenere sotto controllo le capre: «Sono animali straordinari. Io penso davvero che le capre possano insegnarci a vivere. Per fortuna Fiammetta è come me e ama gli animali».

Tra una frase e l’altra il papà allontana gli animali dallo zaino della figlia: «Bisogna stare attenti, altrimenti le rubano la cartella». Sorride guardando poi le più piccole che tentano di slacciare le scarpe della figlia: «Molti pastori non le vogliono, preferiscono le pecore, perché sono più semplici da gestire, ma io non le cambierei con nulla al mondo e sono sicuro che questo valga anche per Fiammetta. Quando era più piccola e correva tra gli animali, le caprette la seguivano già in fila indiana».

«Sto con gli animali da sempre, mi piace fare lezione insieme a loro»

Fiammetta, in mezzo al pascolo, alza la mano per fare una domanda, la maestra la chiama e lei apre il microfono del computer: «Questi sono i compiti per domani?», chiede. L'insegnante le risponde, lei ringrazia e si chiude il collegamento: la lezione è finita. Ripone tutto nello zaino e proprio in quel momento il cane Pastore maremmano che dormiva ai suoi piedi, quasi proteggendola dagli altri animali, si alza anche lui. Fiammetta, senza dire niente, corre verso il cavallo Hagrid e si siede in mezzo alle capre con il più piccolo dei capretti in braccio: «Lui è nato ieri, non ha ancora un nome». Poi continua a saltellare tra i cuccioli e dice: «Mi piace proprio poter fare le lezioni da qui. Sono cresciuta in mezzo agli animali e quando ascolto la maestra non mi disturba il loro rumore. Non li sento nemmeno. L’unica cosa a cui devo stare attenta è che non mi rubino i quaderni, perché altrimenti se li mangiano».

Poi sale fino al recinto superiore del pascolo e spiega: «Vedi? Quella è di razza mochena, perché è bianca e nera, invece l'altro è un becco e si chiama Cicciopanzo perché continua a mangiare e ha la pancia tutta gonfia. Alcune capre stanno sempre distanti dalle altre perché non vogliono essere disturbate, altre invece sono più socievoli e vogliono farsi fare le coccole o farsi grattare tra le corna». Poi si allaccia bene le scarpe e si siede accanto alla capra più grande di tutte, grattandole il mento: «Sono potuta andare a scuola tutto l’inverno e sono felice, perché vado d’accordo con i miei compagni, anche se alcuni mi prendono in giro e parlano dietro le spalle e io non credo sia un comportamento educato. Vengo qui tutti i giorni a parte il venerdì, perché quel giorno la DAD è più lunga e la batteria non dura abbastanza, quindi devo stare a casa».

Il papà la chiama, è ora di andare a mangiare ma lei sorride e ha un'ultima cosa da raccontare: «Sono felice di vivere in Trentino. La Sardegna è bella perché ha il mare e perché trattano bene gli animali, ma mi piace di più stare qui». Poi si gira e corre verso il papà che sta partendo e saluta: «Ciao! Vado che la mamma ci aspetta a casa».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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