Tre cani, Megan, Perla e Maya. Un percorso di 20 sedute che ha guardato ai progressi del malato umano senza dimenticare il benessere degli amici a quattro zampe. Si chiama Attività Assistita con gli Animali ed è una delle ramificazioni di quella che, ai più, è nota come Pet Therapy. Accanto all’utilizzo a scopo terapeutico dell’interazione uomo – animale, infatti, esiste anche una specifica modalità che si estrinseca in attività prettamente ludico ricreative. Una tipologia di intervento che può portare comunque dei benefici al malato ma che ha come obiettivo ultimo quello di far passare, a queste persone affette da patologie ben individuate, un po’ di tempo divertendosi. Con l’animale e per l’animale.
A spiegarlo è Teodoro Semeraro, professionista del centro “Vir Labor” di Carovigno, in provincia di Brindisi che, assieme alla collega Alessandra Cretì ha portato in clinica due Labrador Retriever e una Bouledogue Francese specificatamente formati per partecipare a queste attività accanto ai pazienti: «Portiamo avanti questa iniziativa dal 2015 – spiega a Kodami – A seconda del set valutiamo quale cane si addice di più ad una tipologia di utente. Ogni animale ha il suo modo di interagire da cui ne deriva un comportamento o un’emozione».
A ospitare un progetto specifico di questo tipo è stata una Rsa di Torricella, vicino Taranto. La cooperativa sociale “Nuova Luce” ha attivato in questa struttura diretta dal dottor Vincenzo Maisto un progetto di Interventi Assistiti con gli animali realizzato da una equipe multidisciplinare composta dai due coadiutori di cani ed educatori cinofili del centro “Vir Labor”, dal dottor Carlo Ciceroni, medico veterinario esperto in questa disciplina, in collaborazione con la psicologa, la dottoressa Simona Perrucci, la coordinatrice infermieristica, dottoressa Miriam Latorre e le educatrici, le dottoresse Silvana Viola Savino e Giusy Morrone, facenti parte del team della struttura.
Sebbene l’obiettivo che ci si pone sia principalmente il miglioramento della qualità di vita dell’utente, attraverso queste attività ludico ricreative, non si può negare che si determini anche un effetto positivo anche da un punto di vista psicologico. «Ci è capitato – continua a spiegare Semeraro – che soggetti che camminano con il girello, demotivati di solito a compiere azioni in autonomia, pur di fare attività ludico ricreativa con il cane, lo lasciavano per interagire con lui. Altri, sulla sedia a rotelle, compivano attività motorie con la parte superiore. Chiaramente non è un qualcosa che ha valenze terapeutiche come la fisioterapia». Cionondimeno non si può non apprezzare la valenza positiva di questo tipo di pratiche per i pazienti. Anche, per esempio, con malati delicati come quelli colpiti da Alzheimer: «In questi casi si tratta di attività in cui i soggetti lavorano tanto nel ricordare ciò che hanno fatto con il cane. Probabilmente ci si potrebbe spingere ancora più in là ma cambierebbe poi la tipologia di intervento. Siamo comunque contenti che i pazienti si ricordino di noi come coaudiutori del cane. O che attendano la giornata delle attività».
È fondamentale, però, che questo tipo di attività siano fatte rispettando il benessere dell’animale stesso. Anche per lui deve essere un gioco: «Il cane deve sempre avere il piacere di farlo perché altrimenti non sarebbe idoneo – aggiunge Semeraro – i cani vengono formati per questo tipo di sedute, in modo tale che non si spaventino anche di fronti a comportamenti che potrebbero essere sopra le righe. Gli animali vengono valutati preliminarmente da un medico veterinario che ne certifichi l’idoneità rispetto agli stimoli che si prevedono nella seduta. Da questo punto di vista è importante la figura del coadiutore. Tra lui e il cane c’è una fiducia biunivoca. Bisogna riconoscere se qualcosa non va, per esempio se il cane ha paura o avverte un disagio. Dobbiamo sempre ricordarci che il cane deve conservare uno stato di benessere e non deve mai sentirsi costretto, il coadiutore ha la formazione per rendersi conto se qualcosa non va nel verso giusto».
Ad oggi si sta lavorando per ripetere progetti di questo tipo. È importante, però, che lo si faccia nel rispetto di tutte le normative che, per le ragioni di cui sopra, richiedono che queste attività siano portate avanti sempre da soggetti specificatamente qualificati. A garanzia dell’incolumità e del benessere del paziente e dell’animale. Il risultato, infatti, può andare ben oltre ogni più rosea aspettativa iniziale: «Molto spesso in questi progetti vai per dare – conclude Semeraro – in realtà ricevi tantissimo. Quando vai via, gli utenti ti entrano nel cuore». E probabilmente, in qualche modo, entrano anche nel cuore di questi animali.