È ormai abbastanza evidente che numerosi animali dipendano dai rifiuti umani per la propria sopravvivenza. Basti pensare anche solo alle frequenti occasioni in cui osserviamo i gabbiani che si nutrono di spazzatura tra i cassonetti nelle grandi città. Un nuovo studio ha rivelato però che la più grande discarica del Cile, Loma Los Colorados, costituisce il sito di aggregazione più esteso in assoluto per i gli imponenti e minacciati condor delle Ande (Vultur gryphus). I risultati di questa ricerca sono stati recentemente pubblicati sul Journal of Raptor Research.
Il condor delle Ande (Vultur gryphus) è una specie di avvoltoio che vive tra le maestose catene montuose del Sud America. Caratterizzato dalla sua enorme apertura alare e da una dieta necrofaga, prediligendo soprattutto cadaveri di grandi mammiferi, emerge quindi come elemento cruciale per l'ecosistema andino. La sua abitudine alimentare non solo contribuisce in modo significativo all'equilibrio ecologico, svolgendo un ruolo essenziale nella decomposizione della materia organica, ma sottolinea anche l'adattamento notevole di questa magnifica creatura alla sua specifica nicchia ecologica.
Tuttavia, secondo questo studio, la più grande aggregazione conosciuta di condor delle Ande risiede proprio nella discarica Loma Los Colorados, in Cile. Un gruppo di ricercatori ha dedicato ben 17 anni allo studio di questa popolazione, scoprendo che il fenomeno è attribuibile alla presenza abbondante di cibo nelle vicinanze della discarica, principalmente costituito da cadaveri di bovini e conigli. A conferma di questa teoria, la variabilità del numero di individui nel sito che segue i movimenti del bestiame al pascolo nella regione.
Indubbiamente, la presenza delle discariche offre numerosi benefici per questi uccelli, poiché elimina la necessità di dispendere molta energia nella ricerca del cibo, fornendo loro una fonte sicura, praticamente infinita e facilmente accessibile. Tuttavia, è essenziale tenere presente che ambienti artificiali come le discariche possono arrecare anche danni significativi ai condor, sia a livello individuale che a livello di popolazione.
Durante il corso dello studio, sono stati documentati quattro episodi di avvelenamento, attribuiti all'intossicazione da organofosforici, sebbene le fonti esatte non siano mai state rivelate, che hanno coinvolto 14 condor, di cui otto hanno purtroppo perso la vita. La maggior parte degli individui colpiti era di sesso maschile, probabilmente a causa della dominanza per l'accesso alle risorse alimentari.
Inoltre, tra il 2013 e il 2016, si è verificata una diminuzione del numero di condor nei pressi della discarica, in concomitanza con la diffusa mortalità del bestiame causata dalla siccità e la decimazione dei conigli causata dalla malattia mixomatosi. Tuttavia, dopo il 2019, la frequenza degli episodi di mortalità è diminuita e il numero di condor nella discarica è aumentato nuovamente.
Tutto questo ha permesso di evidenziare come la presenza di condor nelle discariche sia un indicatore, un barometro molto sensibile, di ciò che sta accadendo con l'approvvigionamento alimentare su vasta scala geografica, spiegano i ricercatori. Nonostante ciò, è però fondamentale ricordare che le discariche non costituiscono l'habitat naturale di questa specie. Gli autori sottolineano l'importanza che le società responsabili della gestione delle discariche adottino misure per ridurre la disponibilità di rifiuti a disposizione dei condor, proponendo l'implementazione di stazioni di alimentazione durante i periodi di scarsità di cibo, specialmente durante l'inverno.
È cruciale riconoscere che i condor delle Ande, come gli altri avvoltoi, svolgono un ruolo fondamentale nel riciclaggio del materiale organico in natura. La preservazione della loro esistenza è quindi una priorità di rilevanza globale, non solo nel Cile centrale, ma in tutto il mondo.