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4 Aprile 2023
17:49

Una cuccia per sempre, il progetto LAV per non lasciarlo solo quando non ci saremo più

Si tratta di un progetto che la LAV è in grado di offrire grazie ai lasciti solidali fatti dagli associati e non, risorse che vengono messe a disposizione solo ed esclusivamente per il benessere degli animali. Compresa la realizzazione del santuario e Centro Recupero Terra LAV in provincia di Grosseto.

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Dodici bovini salvati da una vita di maltrattamenti, l’iniziativa “Una cuccia per sempre” che permette di lasciare in mani sicure i nostri amici qualora ci sopravvivano. E ancora il santuario e Centro Recupero Terra LAV a Semproniano, in provincia di Grosseto dove gli animali ritrovano la possibilità di una nuova vita.

Tutti queste realtà sono state possibili grazie al progetto dei lasciti solidali voluto dalla LAV, la Lega Antivivisezione, risorse straordinarie che arrivano dalle disposizioni testamentarie di associati e non, che permettono all’Associazione di portare avanti attività moltissime attività.

Ma di cosa si tratta esattamente? «Fare un lascito solidale alla LAV significa farlo in favore degli animali, avendo la certezza che quelle risorse saranno utilizzate solo per fare del bene a loro e per costruire un rapporto migliore con l’essere umano», spiega a Kodami Ilaria Tordone, Responsabile del Programma Lasciti.

«Abbiamo appena organizzato un evento, uno dei tanti che facciamo periodicamente, proprio per far avvicinare le persone al tema. Ovvero alla possibilità che ha ognuno di noi di dedicare una parte della propria eredità agli animali attraverso la nostra associazione. Durante l’incontro abbiamo così parlato di alcuni progetti che abbiamo potuto realizzare proprio grazie alle risorse che sono arrivate dai lasciti».

L'ultimo è “Una cuccia per sempre”: «Attraverso le disposizioni testamentarie le persone che hanno un animale possono affidare a noi la loro cura qualora dovessero morire prima dell’amico. Un modo per far sentire i pet mate, magari rimasti soli, più tranquilli visto che i loro compagni non finiranno in un rifugio, ma in buone mani, le nostre, che cercheremo per lui una nuova famiglia che possa continuare a dargli l’amore di cui ha bisogno».

Tra le altre iniziative importanti, c'è n'è una però che vale davvero molto per la LAV, il centro di recupero per animali, Terra LAV a Semproniano in provincia di Grosseto: «Il nostro sogno è liberare tutti gli animali esotici dalla loro prigionia, che sia un circo o un acquario o qualsiasi altro luogo non adatto. Per questo abbiamo costruito un luogo di accoglienza per animali sottoposti a diverse forme di sfruttamento e maltrattamento che stiamo ampliando proprio adesso. Intendiamo, infatti, realizzare nuove aree per poter accogliere diverse specie salvate da condizioni precarie tra cui mufloni, primati, tigri, leoni, piccoli felini, erbivori e scoiattoli grigi».

Una grande casa degli animali in mezzo alla Maremma, che LAV ha potuto costruire e può mantenere, proprio grazie a un lascito importante fatto qualche anno fa da parte di una sostenitrice.

«Si chiamava Maurizia. Una gentile signora bolognese che ha deciso di nominare la LAV erede universale dei suoi beni, lasciandoci dunque tutte le sue risorse. È grazie a lei  se il santuario è diventato realtà. Ma c'è una cosa che voglio sottolineare: il lascito non rappresenta un’opportunità straordinaria solo per noi. Per Maurizia, infatti, è stata la concretizzazione di un grande desiderio che aveva in vita, ovvero che il mondo dopo di lei potesse essere libero da qualunque tipo di maltrattamento sugli animali».

Il valore del lascito per chi lo fa, ha molta importanza per LAV: «Non si tratta solo di un’allocazione di beni, ma dell’espressione di una volontà di portare avanti un amore eterno per gli animali, una scelta che guarda al futuro dopo di noi e che realizza dei valori che abbiamo coltivato durante la nostra vita».

Anche la liberazione dei bovini è stata un’operazione resa possibile dai lasciti. «Non tanto il sequestro di quei poveri animali trovati in condizioni drammatiche e inenarrabili, ma quanto il loro mantenimento che sarà comunque lungo vista l’aspettativa di vita di una mucca che supera i trent’anni. Senza quelle risorse non avremmo mai potuto prenderci cura di loro».

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Simona Sirianni
Giornalista
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