Da alcune settimane in Messico è stata lanciata una campagna di raccolta fondi a favore dell'axolotl (Ambystoma mexicanum), uno degli anfibi più famosi ed apprezzati del mondo. Lo scopo è di trovare nuovi finanziamenti con cui proteggere l'animale, visto che nell'arco degli ultimi due decenni la densità di popolazione è crollata del 99,5%, tanto che ora è necessario l'urgente intervento dei conservazionisti e di nuove politiche ambientali, utili soprattutto per contrastare l'inquinamento che sta devastando fiumi e i laghi che un tempo costituivano l'areale della specie.
Protagonisti principali di questa operazione sono alcuni docenti di scienze naturali dell’Università Nazionale Autonoma di Città del Messico che hanno aperto la campagna di donazioni anche agli ambientalisti in modo tale da incentivare altri scienziati e persone di tutto il mondo a partecipare al progetto di conservazione "Adoptaxolotl" che da molti viene considerato l'ultimo tentativo per salvare la specie.
Al progetto è stato dato questo nome facendo riferimento alle modalità con cui gli esperti hanno richiesto agli utenti del web di partecipare alla campagna. Con un minimo di 600 pesos (circa 35 dollari americani), qualsiasi messicano può infatti adottare virtualmente uno dei piccoli axolotl censiti, mentre gli stranieri possono ricevere aggiornamenti costanti tramite mail sugli esemplari che hanno scelto da una lunga lista di soggetti che si trovano attualmente nei rifugi. Le persone interessate possono persino acquistare magliette, tazze, bande sportive e costumi per donare altri fondi al progetto, tramite un sito web in cui è possibile anche ottenere molte altre informazioni relative alle campagne di monitoraggio e alle aree già sotto protezione.
Il progetto, nato sul finire del 2022, grazie a queste campagne nell'arco di un anno è riuscito a raccogliere circa 26.300 dollari. Presto inizierà anche un programma sperimentale di riproduzione in cui gli axolotl più in salute presenti nei rifugi e nei centri di recupero verranno fatti incontrare in cattività. I loro figli saranno poi liberati all'interno di alcuni antichi canali aztechi, posti dentro uno dei quartieri periferici di Città del Messico, un tempo circondata da un grande lago.
L'axolotl è noto per essere incapace di metamorfosare e per avere la forma di un grosso girino. La sua popolarità l'ha anche portato a essere d'ispirazione per diversi personaggi dei cartoni e dei videogiochi, come i Pokemon. Negli ultimi tempi però è divenuto uno dei papabili protagonisti delle future estinzioni, visto che secondo i dati forniti dall'IUCN rischia seriamente di scomparire in natura entro questo decennio a causa dei vari problemi ambientali che sono presenti nel suo territorio.
Luis Zambrano González, uno degli scienziati che hanno annunciato la raccolta fondi, ha però chiarito che il lavoro dei volontari non è finito. Infatti è ora urgente effettuare nuove spedizioni di monitoraggio, soprattutto nei corsi d'acqua del Messico, prima di iniziare a portare i nuovi nati all'interno dei canali. «Quello che so è che dobbiamo lavorare con urgenza – ha chiarito l'esperto sui media locali – Non c’è più molto tempo per decidere cosa fare. L’inquinamento nei laghi e nei fiumi messicani è molto diffuso e per decidere dove rilasciare gli axolotl, dobbiamo comprendere dove l'acqua presenta le giuste condizioni ambientali».
Per quanto la necessità di studiare i fiumi sia fondamentale per capire dove rilasciare questi animali, secondo Alejandro Calzada, ecologista che studia le specie meno conosciute di axolotl per il governo messicano, questa campagna fondi dimostra quanto la situazione sia più grave del previsto, visto che le istituzioni sono state costrette a chiedere l'aiuto dei cittadini e dei volontari per compiere il proprio lavoro. Gli scienziati infatti non ottengono più la precedente quantità di fondi statali che un tempo venivano stanziati per conservare questa specie, un fenomeno che si è aggravato a partire dall'ultima presidenza di Andrés Manuel López Obrador. «Per uno stato così grande come il Messico non è sufficiente richiedere l'intervento di pochi esperti e fare una raccolta fondi – ha sottolineato – In queste condizioni è grave che il governo abbia tagliato dell'11% i finanziamenti che un tempo provenivano dal Ministero dell'ambiente».
Calzada tra l'altro ha anche detto che il suo team di lavoro ultimamente sta trovando sempre più axolotl morti a causa del fungo chitride, un patogeno che sta sterminando un gran numero di anfibi in tutto il mondo. Anche lui però confida che con l'aiuto internazionale gli axolotl possano ottenere un futuro migliore, come successo a metà anni Cinquanta con i panda.