In Sudafrica una nuova clinica veterinaria specializzata, il Wildlife Veterinary Hospital di Johannesburg offre nuove speranze per la salvaguardia di alcuni dei mammiferi più "strani" e minacciati del continente, i pangolini del Capo.
I pangolini, i mammiferi più trafficati del pianeta
Si ritiene che le otto specie di pangolini siano i mammiferi più trafficati sulla terra. Si stima che nel periodo 2000-2013 siano stati immessi nel mercato nero globale un milione di esemplari, mentre dal 2010 al 2015 sono state illegalmente commercializzate 120 tonnellate tra scaglie, carne e pellame. Questi animali sono apprezzati per le loro scaglie fatte di cheratina, come le unghie umane, che vengono utilizzate nella medicina tradizionale asiatica per le loro presunte proprietà terapeutiche. La loro carne è considerata una prelibatezza mentre la pelle di pangolino viene trasformata in prodotti in cuoio.
Spesso gli esemplari scampati ai bracconieri vengono rinvenuti in condizioni disastrose e necessitano di urgenti cure mediche, dopo essere stati tenuti in sacchi e casse per settimane senza né cibo né acqua. Dal 2016, molti di loro vengono soccorsi e riabilitati dal Wildlife Veterinary Hospital di Johannesburg che è stato fondato proprio in quest'anno.
Tramite la pagina Facebook ufficiale della clinica i veterinari raccontano le storie dei loro ospiti, come quella del pangolino Lumbi.
Lumbi è in cura per un parassita del sangue dopo essere stato salvato dai trafficanti durante una retata della polizia nella provincia del Limpopo settentrionale, in Sudafrica, alla fine dello scorso anno. Per far adattare gli ospiti e ricreare condizioni simili alle loro tane, le stanze dell'ospedale dedicate a questi mammiferi vengono costantemente raffreddate. Lumbi viene alimentato tramite siringa con un frullato ricco di proteine, gli viene somministrata una dose giornaliera di medicinale e gli vengono controllati i segni vitali.
Sebbene i pangolini esistano sul pianeta da circa 80 milioni di anni, dal punto di vista medico si sa poco su di loro. Per questo motivo i veterinari del centro come Nicci Wright, la specialista in riabilitazione della fauna selvatica che si occupa di Lumbi, possono essere considerati dei "pionieri": «È come un'unità di terapia intensiva per i pangolini».
I pangolini vengono tenuti nella struttura durante il trattamento che richiede da settimane a mesi, prima che possano essere rilasciati di nuovo in natura. «Sono così diversi dagli altri animali – ha sottolineato la dottoressa Wright, che si è specializzata sulla specie dal 2008 – L'effettivo processo di medicina veterinaria e riabilitazione non è stato ben documentato e si sa molto poco sulle specie africane». Per superare alcune situazioni critiche i veterinari somministrano trattamenti standard utilizzati su altri mammiferi come cani e gatti e «fortuna che spesso funzionano».
Il reparto che ora si prende cura di Lumbi in questi sei anni di attività ha ospitato altri pangolini "illustri" come Steve, rilasciato di nuovo in libertà dopo essersi ripreso completamente il mese scorso. Dopo sei ore di auto, Steve è stato liberato nella vasta Manyoni Game Reserve di 23.000 ettari, nella provincia meridionale del KwaZulu-Natal.
Liberarli in natura è un processo cruciale per garantire la sopravvivenza di questi mammiferi in via di estinzione dopo l'enorme investimento per il loro trattamento e riabilitazione.
Conosciamo i pangolini
Il pangolino del Capo o di Temminck (Smutsia temminckii) è un mammifero insettivoro dalle abitudini prevalentemente notturne appartenente alla famiglia Manidae. È una delle quattro specie africane di pangolini. La sua dieta è costituita quasi esclusivamente da formiche e termiti che cattura grazie ad una lunga lingua specializzata, più lunga persino dei loro corpi. La lingua è attaccata nella cavità inferiore del corpo, vicino al bacino e all'ultimo paio di costole, ed è in grado di ritrarsi e riposare nella cavità toracica. I pangolini non hanno orecchie esterne, quindi hanno problemi di udito e vista, sebbene abbiano un forte senso dell'olfatto.
La caratteristica però più vistosa di tutte è la loro "armatura" di scaglie, che li rende simili a dei cavalieri catafratti medievali. Ironia della sorte, questa struttura protettiva, che in un contesto naturale è eccezionale nel difendere questo mammifero da predatori di ogni tipo, è anche la causa principale dell'enorme traffico illegale che lo coinvolge.
Tutte e otto le specie di pangolino africane e asiatiche sono a rischio di estinzione secondo la IUCN. Infine negli ultimi anni questi piccoli mammiferi sono saliti alla cronaca per una presunta (ma non accertata) origine della covid-19.