Walldorf è una piccola cittadina di poco meno di 15.000 abitanti che si trova nel sud-ovest della Germania, nello stato federale Baden-Württemberg. E qui, tra le sue campagne e i suoi campi, come è già successo lo scorso anno, i gatti domestici non se ne potranno più andare in giro liberamente, per ben cinque mesi, da aprile a fine agosto, pena salatissime multe per gli umani che non rispettano il divieto. Il motivo di questo lockdown felino è presto spiegato: proteggere la riproduzione delle ultime coppie rimaste di cappellaccia, un uccello tipico degli ambienti agricoli e recentemente inserito nella Lista Rossa degli uccelli in via d'estinzione in Germania e non solo.
Secondo le autorità distrettuali del circondario del Reno-Neckar, infatti, nelle aree circostanti restano appena tre coppie riproduttive di cappellaccia, e perciò la sopravvivenza di ogni singolo giovane uccello è molto importante. Com'è noto, infatti, i gatti sono predatori eccezionali e se lasciati liberi possono predare senza troppi problemi lucertole, piccoli mammiferi e uccelli, soprattutto quando si tratta di giovani inesperti che hanno appena lasciato il loro nido.
La cappellaccia (Galerida cristata), inoltre, costruisce il suo nido a terra, tra i prati aridi e i campi coltivati, ed è perciò maggiormente esposta al rischio predazione. E dato che la popolazione è notevolmente diminuita negli ultimi decenni nell’Europa occidentale, l'amministrazione di Walldorf ha deciso di prendere questa decisione drastica per tutelarla e che sarà valida fino al 2025. La misura di emergenza è molto simile a quella presa in Australia, dove i gatti, insieme alle volpi, sono responsabili dell'uccisione di 2,6 miliardi di animali all'anno, alcuni anche a rischio d'estinzione.
L’ordinanza ha disposto anche una multa salata per i pet mate che violeranno la norma: 500 euro se l'animale esce di casa da solo e fino a 50mila nel caso dovesse uccidere uno degli uccelli protetti. Il lockdown non è però completo: fino allo scorso febbraio, infatti, poteva essere richiesto un permesso speciale che consentiva la libera uscita e che imponeva solamente di far indossare al proprio gatto un localizzatore GPS.
Se però il gatto, tracciato e seguito dalle autorità, si avvicina troppo alle zone di nidificazione, delimitate e protette anche con recinzioni, l'esenzione per il felino decade e il resto del periodo dovrà passarlo tra le mura domestiche. In alternativa, tutti i gatti potranno comunque uscire fuori insieme ai loro umani se dotati di guinzaglio e pettorina. Chiaramente non tutti sono d'accordo con l'idea di dover tenere chiuso in casa per mesi il proprio gatto e i malumori e le proteste si stanno facendo sentire, anche perché limitare il girovagare del gatto può avere serie ripercussioni sul suo benessere e quasi mai i felini si trovano a loro agio al guinzaglio.
Secondo però l'amministratore distrettuale Stefan Dallinger, la misura funziona ed è efficace. Lo scorso anno, infatti, durante il periodo riproduttivo della cappellaccia l'area è stata per buona parte libera dai gatti e otto pulli nati nel 2022 sono sopravvissuti alla fase più critica riuscendo a involarsi con successo. Chiaramente, le cappellacce – così come tante altre specie tipiche di ambienti aperti e agricoli – non sono in declino in tutta Europa per colpa dei gatti.
Gli habitat in cui vivono questi uccelli sono infatti sempre più rari e compromessi, per via soprattutto della scarsità di cibo, dell'uso di pesticidi, e per via dell'intensificazione delle pratiche agricole e dell'avanzamento delle aree urbane a discapito di quelle rurali. Per invertire il declino in Germania e non solo, non basterà quindi chiuderà in casa i gatti, ma servirà ripensare il maniera profonda il modo in cui gestiamo l'agricoltura e gli ecosistemi agricoli, ripristinando gli habitat naturali e lasciando più spazio anche alle altre specie, sempre più in affanno e soffocate dalle attività umane.