Alcuni pulcini di barbagianni cadono dal loro nido sul campanile di una chiesa del pistoiese. Due muoiono ma gli altri sono tornati tra le ali della mamma. Il soccorso è partito dopo una segnalazione arrivata al Cetras di Empoli e sul posto sono giunti i volontari della Liv, la Lega internazionale vigilanza tutela animali e ambiente.
Uno dei pulcini è stato subito trovato morto, fuori dal nido. Poi è iniziata la ricerca di tutti gli altri. Due sono stati trovati sani, insieme alla mamma. Per un quarto, invece, le sue condizioni sono state subito critiche. Nonostante questo è stato fatto il tutto e per tutto per aiutarlo. Il pulcino era «freddissimo», racconta Giulia Fiori, presidente della Liv, in un post su Facebook. Appena lo ha preso tra le mani ha iniziato a muoversi, ma il Cras, il Centro di recupero degli animali selvatici, è stato fin troppo chiaro: «Non c'è tempo da perdere», le hanno detto gli esperti.
Bisognava tenerlo al caldo e dargli qualche goccia d'acqua con lo zucchero prima di partire e portarlo in clinica. A quel punto il parroco ha fatto entrare Giulia con il pulcino dentro la sagrestia. Nel cortile della Chiesa c'erano alcuni parrocchiani che stavanp abbellendo l'atrio per un incontro che si sarebbe tenuto la sera stessa. Ma tutto si ferma. Il sacerdote e la perpetua vanno a prendere l’acqua. Tornano poco dopo con un'ampolla riempita e un contenitore d'argento con dentro lo zucchero. «Mescolo e con il dito lascio scivolare ai lati del becco qualche goccia. La ingoia. Apre gli occhi: deglutisce e ingoia. Ancora un'altra goccia e ancora lui che deglutisce – dice la presidente della Lav in questo suo racconto – A toccarlo è di nuovo caldo. Ma le sue condizioni non sono buone per nulla. Ci guardiamo negli occhi, con il parroco, Sappiamo entrambi che nessuna corsa a Empoli potrà salvarlo, è troppo lontano il Cras. Difatti, il piccolo se ne va lungo il tragitto».
«La vita di un volontario è complessa e sono più i sensi di colpa per quello che non si riesce a fare che la soddisfazione per quello che si fa – aggiunge Giulia Fiori – Purtroppo risorse di tempo, economiche e strumenti sono limitate e nel nostro caso, alcune assenti, poichè non abbiamo ancora una struttura, e questo porta alla morte dell'animale segnalato, con frustrazione da parte di chi lo segnala. Questo è da evitare, perché non c'è cosa più brutta che deludere un cittadino che si accorge di qualcuno in difficoltà, che si ferma, chiama e vede poi il suo impegno nell'essere un buon cittadino, cadere nel nulla».
La storia dei cuccioli di barbagianni apre un nuovo scenario per i volontari della Liv: l'opportunità di costituire un Cras nella Valdinievole, area con 11 Comuni, tra cui Monsummano Terme, Montecatini e Pescia. «Per quanto si possa fare in fretta, portare dalla Valdinievole o da Pistoia un animale moribondo a Firenze o Empoli, o peggio, aspettare che da Firenze partano, arrivino, prelevino l'animale e lo portino a Firenze, significa condannarlo inevitabilmente a morte perchè la distanza è palesemente, troppa», conclude.