Fin dai primi giorni della nostra vita iniziamo ad apprendere abilità sia cognitive che emozionali, dal riconoscere i nostri cari a chiamare per nome gli oggetti fino a relazionarci con gli altri. Invecchiando però, può succedere che tutto ciò che abbiamo imparato a poco poco inizi ad appannarsi nella nostra memoria, fino a scordarci addirittura chi siamo.
Si chiama demenza senile ed è una malattia, al momento incurabile, che colpisce non solo gli esseri umani ma anche i cani. Nei nostri fedeli amici tale patologia è nota anche come sindrome da disfunzione cognitiva (CDS) o Alzheimer canino.
Con l'avanzare dell'età anche i cani del resto iniziano ad essere più stanchi, a mangiare meno e a perdere la memoria. Scienziati e veterinari ritengono che questa patologia neurologica non abbia un'unica causa, ma sia da attribuire a diversi fattori. Di conseguenza per il trattamento esistono approcci diversi, nessuno però risolutivo.
Tra gli ultimi in sperimentazione c'è quello di un’azienda britannica che ha ideato un'app videoludica che aiuta i cani a mantenere attivo il proprio stato psicofisico e a contrastare la demenza canina.
L’obiettivo della startup JoiPaw è di contribuire alle ricerche sulla demenza dei cani ma la mission in generale è promuovere una migliore comprensione e inclusione dei cani e degli animali nelle società umane.
Il fondatore Dersim Avdar definisce l’applicazione come la prima app olistica di monitoraggio della salute del cane. La piattaforma, supportata da un decennio di ricerche scientifiche, dovrebbe così aiutare i cani a vivere una vita più lunga, più sana e più felice trasformando attraverso una console dedicata, dei videogiochi e un tracker indossabile, gli allenamenti fisici e mentali quotidiani in uno stile di vita sostenibile.
La demenza senile nel cane e nel gatto, pur essendo una malattia piuttosto frequente spesso non viene riconosciuta perché i pet mate pensano che il cambiamento comportamentale sia del tutto normale con l’avanzare dell’età.
Come dicevamo, poco si può fare, così come per gli esseri umani, una cura non esiste. Detto questo, però, ci sono delle buone pratiche che possono aiutare almeno a non peggiorare troppo rapidamente. Per esempio, di recente è stato dimostrato che l’integrazione della dieta e l’impiego di alcuni farmaci possono ritardare l’evoluzione della disfunzione e che stimolare il comportamento attivo dell’animale durante la sua vita aiuta a limitare il decadimento cognitivo.