Tra tutti gli animali esistenti sono davvero pochissime le specie in grado di padroneggiare il concetto di "permanenza degli oggetti", ovvero la capacità di rappresentare mentalmente l'esistenza un oggetto anche quando è fuori dal campo visivo.
Tra questi ci sono diverse specie di primati – essere umano incluso – ma anche pappagalli e corvidi, tra gli uccelli dotati delle più sofisticate capacità cognitive. Ora uno studio recentemente pubblicato su Biology Letters ha permesso di aggiungere a quest'elenco esclusivo una nuova e insospettabile specie: il bucero bianco e nero orientale (Anthracoceros albirostris).
Avete presente quando con i bambini si gioca a fare bubù-settete? Quando infatti si nasconde il proprio viso con le mani alla vista di un neonato, l'effetto sorpresa funziona proprio perché i piccolissimi umani ancora non padroneggiano il concetto di permanenza di un oggetto che non è chiaramente visibile ai loro occhi.
Il gioco del cucù viene per questo molto studiato dagli psicologi dello sviluppo e uno dei primi ad effettuare test con i neonati fu lo psicologo svizzero Jean Piaget, che ideò un test a 6 livelli che porta ancora oggi il suo nome.
Gli psicologi della National University of Singapore, Ruitong Yao ed Elias Garcia-Pelegrin, hanno così deciso di sottoporre questo test anche ai buceri, per approfondire quanto e in che misura questi uccelli padroneggino il concetto di permanenza di un oggetto. Sapere che esistono oggetti, cibo e altri animali anche quando non si vedono o si percepiscono chiaramente è sicuramente un vantaggio notevole per qualsiasi specie vivente. Tuttavia studi precedenti non avevano chiarito del tutto quanto questa capacità fosse diffusa tra gli uccelli diversi dai pappagalli e dai corvi.
In questo studio, i ricercatori hanno quindi messo alla prova sei buceri, sottoponendoli a una serie di test di Piaget che prevedevano attività come nascondere alla loro vista un premio in cibo: tutti e sei gli uccelli hanno brillantemente dimostrato di comprendere quando un oggetto viene visibilmente spostato e poi nascosto, indicando correttamente la sua posizione con il becco e raggiungendo il livello 5 del test. E tre di loro sono riusciti persino a superare il livello finale, il sesto, dimostrando di comprendere persino lo spostamento coperto, e quindi invisibile, di un oggetto.
Il motivo di questa eccezionale abilità, secondo gli autori, è presto spiegato: i buceri sono noti per il loro curioso e particolare comportamento riproduttivo. Quando una coppia nidifica all'interno di una cavità di un albero le femmine, per proteggere uova e piccoli, si murano letteralmente all'interno del nido, sigillando l'apertura del foro con un tappo fatto con fango, feci, saliva e materiale vegetale. Lasciano aperta solo una piccolissima fessura dove passa solo il becco per permettere al maschio di portare loro del cibo.
Affinché la femmina e i piccoli murati all'interno del nido possano sopravvivere, i maschi devono quindi comprendere necessariamente che le loro compagne esistono ancora, anche quando non possono vederle direttamente. Questa nuova scoperta getta quindi una nuova luce sull'intelligenza dei buceri e più in generale degli uccelli, ma solleva nuovi e interessanti interrogativi sulla profondità delle loro capacità cognitive. Secondo gli autori, infatti, quasi certamente questi uccelli sono molto più intelligenti di quanto crediamo e le loro capacità sono state notevolmente sottovalutate.
Studi futuri approfondiranno ulteriormente le abilità cognitive di questa e altre specie di buceri (oltre 50 specie diffuse in Africa e soprattutto in Sud-est asiatico), che saranno poi confrontate anche con quelle di altri uccelli famosi per la loro intelligenza, ovvero pappagalli e corvidi. La capacità del bucero bianco e nero orientale di comprendere che esistono oggetti anche quando non sono chiaramente visibili, dimostra ancora una volta quanto siano varie e complesse le altre intelligenze animali.
Lo studio e la ricerca continuano a rivelare nuovi e sorprendenti segreti sulle capacità cognitive degli altri animali, sottolineando necessità di approcciarsi a ogni specie con il rispetto che merita. Ciascun animale possiede infatti capacità intellettive diverse e non ci sono mai davvero vinti o vincitori. Le abilità cognitive di ogni specie vivente non saranno mai univoche o universali e non è possibile paragonarle tra loro, ma al contrario ogni animale ha una sua propria intelligenza, unica e coerente con il suo stile di vita e con la sua storia evolutiva. E la permanenza degli oggetti padroneggiata dai buceri lo dimostra perfettamente.