Un terzo dei cuccioli acquistati per capriccio si ammala o muore entro il primo anno di vita. Sono i dati raccolti nell'ambito della campagna “Be Puppywise” del Kennel Club inglese. Questo allarmante fenomeno è strettamente collegato alle scelte impulsive e superficiali fatte dagli umani di riferimento, spesso indotti dal fascino degli “occhi da cucciolo” visti sui social media o dalle tendenze guidate dalle celebrità.
L'indagine condotta su 2.610 persone rivela che un quarto di essi ammette di aver acquistato il proprio cucciolo da un allevamento di dubbia qualità e in maniera impulsiva. Il dato diventa ancora più preoccupante quando si considera che quasi un quarto degli acquirenti non si è informato né spostato per prendere il proprio cucciolo, dimostrando una mancanza di attenzione nei confronti della provenienza dell'animale.
La ricerca ha rivelato che il 31% dei cuccioli acquistati con meno di un giorno di ricerca si è ammalato o è morto entro il primo anno di vita. Tra gli umani di riferimento che hanno dedicato meno di un giorno a decidere e a scegliere l'allevatore, quasi due terzi hanno riportato altre complicazioni, tra cui problemi comportamentali imprevisti e costi sanitari elevati. Questi dati evidenziano in nome della comodità si trascurino aspetti importanti come la provenienza dell'animale, il modo in cui è cresciuto e la sua salute.
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dall'indagine riguarda la mancanza di attenzione ai segnali di allarme. Gli animali non andrebbero mai acquistati per motivi etici, perché non si dovrebbe mai dare un valore economico a una vita e a un membro della propria famiglia. Ma acquistare un cucciolo da un allevamento in cui il benessere non è al primo posto espone il cane a futuri e gravi problemi. Lo abbiamo toccato con mano durante la video inchiesta di Kodami "Cuccioli sotto l’albero: la bomba a orologeria di Natale". Durante la nostre indagine sotto copertura è emerso proprio come i market online, e anche quelli fisici, vendano spesso a prezzo ridotto cuccioli di dubbia provenienza spacciandoli per animali di razza.
Il problema non è legato solo all'assenza del pedigree, questo documento fornisce informazioni sulla storia familiare dell’animale, ed è importante perché attesta che non ci sono malattie o malformazioni ereditarie nella sua genealogia. Proprio i cani di razza infatti sono quelli maggiormente soggetti a problemi di natura genetica, molto più dei classici meticci che si trovano in canile. Dare cani di razza senza tutti i documenti e le garanzie aumenta le probabilità di ricevere un cane destinato ad avere una qualità della vita molto bassa o molto breve.
Secondo la ricerca del Kennel Club inglese, inoltre, più della metà delle persone che hanno viaggiato meno di un'ora per prendere il loro cucciolo non lo ha visto interagire con la madre, né ha visitato l'ambiente in cui viveva. Questi fattori sono degli importanti campanelli d'allarme.
C'è poi la questione sanitari: circa due terzi delle persone intervistate non ha visionato i certificati di vaccinazione del cucciolo, un altro indicatore chiave della sua salute e dell'attenzione riservatagli.
Questa superficialità è ulteriormente aggravata dal fatto che oltre tre quarti degli acquirenti non sono stati interrogati dagli allevatori riguardo alla loro idoneità a prendersi cura di un cucciolo. Questo evidenzia una mancanza di responsabilità da parte di chi dovrebbe garantire che i cuccioli vengano affidati a famiglie preparate e consapevoli.
L'impulsività nell'acquisto di cuccioli ha un costo molto alto. Quasi la metà degli acquirenti di cuccioli nel Regno Unito ha dichiarato che la motivazione principale per la scelta del cucciolo è stata l'aspetto dell'animale o l'aver visto quel tipo di cane in televisione, sui social media o con una celebrità. Un problema che in tutto il mondo porta a prendere in casa cani nati malati come i brachicefali, prediletti da tantissime star internazionali.