Un pitone birmano ha mangiato vivo un pitone reticolato. È la prima volta che questo comportamento viene osservato e attestato attraverso foto di Adnan Azad, esperto dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Reptiles and Amphibians. L'episodio è avvenuto nel 2020 all'interno dell'Akiz Wildlife Farm, a Chittagong in Bangladesh, e non è un caso che sia stato ripreso proprio qui: sono gli unici pitoni presenti nel Paese e la zona è una delle poche in cui i loro areali si sovrappongono.
Dalle immagini raccolte dagli studiosi si può osservare chiaramente il momento in cui il pitone birmano (Python bivittatus) inizia a mangiare dalla coda il pitone reticolato (Malayopython reticulatus), mentre questo è ancora vivo. Il reticolato tenta di opporre resistenza, ma dura poco: il birmano ha quasi subito la meglio. Il pasto dura circa due ore.
I protagonisti di questa ricerca sono costantemente nelle classifiche dei i serpenti più grandi del mondo grazie alla loro mole fuori dal comune. Il serpente più lungo mai registrato è proprio un reticolato, la stessa specie della vittima. Nel 2011 una femmina è entrata nel Guinness dei primati con una misura strabiliante di 7,67 metri.
Ma un pitone reticolato, sull'isola di Sumatra in Indonesia, è anche il protagonista di un'altra scoperta che ha cambiato la percezione di questa specie all'interno dell'opinione pubblica. Il corpo di una donna di 54 anni scomparsa dal suo villaggio è stata trovata all'interno di un pitone reticolato, che l'aveva inghiottita con i vestiti. Si tratta dell'unica attestazione di un fenomeno del genere, come spieghiamo nel video approfondimento di Kodami.
Anche il pitone birmano rientra tra le specie di serpenti più grandi del mondo, ma la lunghezza media si aggira intorno ai 4 metri. Anche in questo caso il dimorfismo sessuale è presente: le femmine sono infatti leggermente più lunghe dei maschi, ma molto più pesanti e voluminose. Il peso è molto variabile, si va dai 29 chili fino ai 36, anche se uno degli esemplari più lunghi mai registrati, lungo circa 7 metri, era arrivato a pesare anche 75 chili.
L'Unione internazionale per la conservazione della natura lo inserisce nell'elenco delle specie vulnerabili della regione e fino al 2009 era considerata una sottospecie del pitone indiano, motivo per cui le informazioni scientifiche sul suo conto fino a quell'anno sono piuttosto approssimative.