Lo scorso anno alcuni scienziati in Australia hanno scoperto che un piccolo marsupiale morfologicamente simile a un topolino, l'antechino scuro (Antechinus mimetes), mostra un comportamento inedito e abbastanza violento dopo essersi accoppiato, praticando quello che gli zoologi definiscono un vero e proprio "cannibalismo sessuale".
La scoperta è avvenuta quando uno degli scienziati, Elliot Bowerman, iscritto al Sunshine Coast Council, stava trascorrendo due notti all'interno del Parco nazionale del New England, una delle aree naturali più belle e visitate dell'Australia. Bowerman stava ispezionando nella mattina del secondo giorno alcuni arbusti alla ricerca di semi, nei pressi di Point Lookout, quando un fulmineo movimento nel terreno ha attratto la sua attenzione, lasciandolo sconvolto per la sorpresa.
Come raccontò infatti più tardi ai suoi amici e ai colleghi, all'interno dell'arbusto un piccolo antechino stava trasportando il cadavere di un altro individuo della sua stessa specie, trascinandolo violentemente per i genitali, con l'intento palese di portarlo nella sua tana. In apparenza, questo comportamento può sembrare anche normale, in un territorio così ostile come l'Australia. Sono infatti molti i mammiferi che praticano cannibalismo. Tuttavia, sono pochi i casi di cannibalismo tra i marsupiali, soprattutto considerando che l'antechino in questione trascinava il corpo della sua vittima nella piena luce del giorno, mentre in genere questi animali sono praticamente notturni.
Incuriosito da questo strambo comportamento, Bowerman decise allora di filmare l'evento, promettendosi di rivedere il video insieme ad altri zoologi. Solo però diversi giorni dopo, esaminando il filmato, il neonato gruppo di ricerca si è reso conto della straordinarietà di quello che era accaduto. L'antechino scuro è principalmente conosciuto dagli scienziati per mostrare la semelparità, ovvero si riproducono una sola volta e poi muoiono.
Ogni anno, tutti i maschi adulti muoiono infatti alla fine della loro stagione riproduttiva, per via dello stress che hanno accumulato durante le tre settimane precedenti. Nello specifico, durante il periodo riproduttivo, i maschi si accoppiano frequentemente con tutte le femmine che gli capitano a tiro, producendo una quantità esorbitante di cortisolo, l'ormone dello stress. L'aumento del testosterone indotto dall'accoppiamento provoca inoltre un blocco nel meccanismo biologico che assorbe l'ormone dello stress, con il conseguente collasso degli organi che deperiscono inevitabilmente uno dietro l'altro, per l'accumulo di cortisolo. «La scoperta agghiacciante effettuata da Bowerman supera però la fine tragica, seppur già nota, dei maschi del genere Antechinus», ha affermato Andrew M. Baker, uno degli autori dello studio che è stato pubblicato sulle pagine di Australian Mammalogy.
Nel video realizzato dal biologo australiano, è stato infatti possibile determinare il sesso sia del cadavere che dell'individuo che se ne stava nutrendo ed è da questo confronto che la scoperta si è resa interessante.
Il cannibalismo sessuale
A trascinare il corpo del maschio era infatti una femmina, probabilmente già incinta, che stava perpetuando quello che in gergo scientifico si definisce cannibalismo sessuale. Questo comportamento ha lo scopo di fornire alle femmine che si sono appena accoppiate diversi nutrienti necessari allo sviluppo dei propri piccoli, così da avere una maggior chance di di farli sopravvivere. È un fenomeno molto raro tra i mammiferi, che però è globalmente riconosciuto come una delle strategie riproduttive più utilizzate per esempio dai ragni e dalle mantidi.
Gli scienziati australiani sono quindi convinti che l'antechino sia fra le specie che praticano il cannibalismo riproduttivo, poiché il periodo in cui Bowerman ha visitato l'areale della specie era la fine di agosto, quando gli ultimi maschi rimasti muoiono in massa dopo frenetiche maratone di accoppiamento, che possono durare anche 14 ore. Il comportamento frenetico di questa specie permette inoltre alla quasi totalità delle femmine riproduttive di riprodursi, tanto che ogni anno nascono lo stesso numero di maschi andati perduti con la fine della stagione riproduttiva.
Considerando queste premesse e il fatto che il maschio veniva trascinato dall'addome e dai suoi genitali, «a quel punto punto la vera questione era capire se la femmina avesse da poco ucciso il maschio, dopo che questi aveva dato il suo ultimo contributo riproduttivo, donandogli l'ultimo pacchetto di sperma che era riuscito a produrre», hanno dichiarato i ricercatori. Visto però che la stagione riproduttiva dell'antechino scuro era già conclusa, per gli scienziati era inutile ritornare all'interno del parco per andare alla ricerca di altri maschi.
Per ovviare a questo problema, hanno così deciso di cercare le coppie di altre specie simili che potessero aver sviluppato lo stesso comportamento, considerando che il New England presenta ben 15 specie diverse che si riproducono in periodi diversi per tutto l'inverno australe (la nostra estate). I risultati di questa ricerca non sono stati entusiasmanti come previsto all'inizio, ma hanno permesso agli scienziati di ipotizzare la seria possibilità che l'antechino scuro non sia l'unico del suo genere a praticare il cannibalismo sessuale e che anche i maschi stessi possono beneficiare della morte dei loro conspecifici.
I maschi più giovani o quelli che si sono riprodotto di meno, per esempio, possono infatti cibarsi dei cadaveri di altri maschi che si sono riprodotti precedentemente, andando a riciclare le risorse in un contesto dove raramente questi marsupiali hanno tempo di mangiare. Secondo alcuni calcoli, questi animali spendono infatti la maggioranza del loro tempo per andare alla ricerca di nuove femmine con cui riprodursi, oltre ad accoppiarsi freneticamente a ritmi sbalorditi, senza mangiare, senza riposare o fare altro che non sia collegato alla riproduzione. «Ad un certo punto però lo stomaco pretende di assumere del cibo, per far sì che questi comportamenti continuino – chiariscono gli scienziati. – Giunti quindi quasi al limite, anche i maschi meno propensi a nutrirsi ricominciano a cercare del cibo, andando a cercare spuntini nutrienti di natura proteica, che possano rivitalizzarli un pochino».
Fra questi potenziali pasti possono trovare anche altri individui deceduti, che possono essere talmente numerosi che gli scienziati ritengono sia possibile immaginare uno scenario in cui tutti gli individui di una specie (maschi e femmine) possono cibarsi non solo dei conspecifici, ma anche di quelle delle altre specie. D'altronde, ciascuna tipologia di antechino può trarre benefici energetici nel mangiare i maschi morti di un'altra specie, andando così anche a "ripulire" il territorio dai corpi senza vita.
Questa scelta potrebbe risultare ripugnante per la nostra specie, in quanto non siamo abituati a considerare il cannibalismo sessuale come un'opzione. Come suggeriscono però i biologi, forse dovremmo immedesimarci di più in questi marsupiali, braccati per la maggioranza del tempo dai loro predatori. Tutte le specie inserite in questo genere hanno pochissimo tempo per riprodursi e vivendo in un ambiente ostile e povero di risorse, devono riciclare qualsiasi fonte di calorie. E seppur gli scienziati non sono riusciti ancora a confermare se le femmine attaccano direttamente o meno i maschi, dopo che hanno dato letteralmente sé stessi per la riproduzione, il team sta ora aspettando soltanto l'arrivo del prossimo inverno per effettuare una nuova spedizione nel Parco nazionale del New England, con l'obiettivo di ottenere delle conferme.
Gli antechini non sono tuttavia gli unici marsupiali australiani ad accoppiarsi così tanto da morire per lo stress. Anche i maschi di quoll praticano un comportamento molto simile, che li induce a morire d'inedia alal fine della stagione riproduttiva.